I sistemi locali di piccole imprese
DISTRETTO INDUSTRIALE
Definizione di Becattini: aggregato di imprese di minori dimensioni che insiste in un‘area geografica e nel quale si attua la divisione del lavoro e si collabora per ottenere l’output finale. E’ caratterizzato da:
- Economie di specializzazione che sostituiscono le economie di scala;
- Economie di localizzazione (disponibilità dei fattori di produzione, infrastrutture, eccetera)
- Economie di agglomerazione (ricomposizione del ciclo produttivo attraverso collaborazione tra imprese specializzate);
- Appartenenza al settore industriale come fattore di cultura industriale che accresce i rendimenti;
- – presenza di altri tipi di industria al servizio di quella dominante (beni strumentali, servizi, eccetera).
Vocazione mono culturale: imprese di settori diversi, si insediano in un’area al servizio dell’industria dominante.
Altre denominazioni o forme di aggregati territoriali di piccole imprese:
Sistemi Produttivi Locali (Garofoli) in cui si distinguono:
1. aree di specializzazione produttiva:
- sistema locale di PI attive nello stesso settore e concorrenti fra loro;
- manca la componente sociale, le interrelazioni tra imprese
- condizioni economiche favorevoli a insediamenti industriali, basso costo lavoro e flessibilità d’uso.
2. Sistemi Produttivi Locali:
- sistema locale di imprese di settori diversi collegate e coordinate da impresa guida;
- esistono delle interrelazioni produttive-sociali-territoriali tra le imprese;
3. Aree Sistema:
- Piccole imprese correlate e che attuano la divisione del lavoro, con forme di coordinamento, di cooperazione e di organizzazione;
- settore multiculturale (a differenza del distretto) con interrelazioni a livello intersettoriale.
Nei punti 1 e 2 tutte le imprese sono concorrenti sul medesimo mercato, producendo lo stesso prodotto, ma nelle aree di specializzane produttiva non c’è né la componente socio – culturale né ci sono fenomeni di interrelazioni produttive.
Nel punto 3, invece, le relazioni orizzontali tra settori diversi dell’area-sistema la configurerebbero come un sistema di sistemi.
Il sistema locale di piccole imprese (Favaretto, 1995) è inteso in modo molto più estensivo e comprende anche i processi di sviluppo industriale che si manifestano in ambiti territoriali che superano quelli dei distretti di tipo marshalliano.
In ambito regionale i distretti si inseriscono in un contesto di insediamenti produttivi diffusi, che rappresenta un “tessuto connettivo per il sistema produttivo”.
Il sistema locale si configura come distretto regionale a carattere pluri settoriale, comprende i DISTRETTI ed il loro HINTERLAND rappresentato dagli INSEDIAMENTI DIFFUSI. Lo sviluppo è promosso da interazioni tra i due sub – sistemi e da diversi percorsi di IMPRESE DISTRETTUALI (economie di localizzazione e agglomerazione) ed IMPRESE “ISOLATE”
Sfide e opportunità per i distretti industriali
Punti di debolezza delle aree – sistema (Garofoli):
- Scarso orientamento al mercato;
- Bassa terziarizzazione (servizi alle imprese);
- Basso potere contrattuale verso banche e verso pubblica assistenza (interventi di politiche industriali).
Dopo la grande espansione degli anni ’70 i distretti entrano in crisi perché si esaurisce la crescita della domanda estera, si esauriscono i vantaggi del deprezzamento della lira.
A fine anni ’80/anni ’90 calano i livelli occupazionali e si abbassa il tasso di natalità di nuove imprese.
Il ruolo di incubator del distretto non garantisce la crescita delle imprese.
Le sfide ambientali che richiedono radicali cambiamenti:
- Innovazione nelle tecnologie telematiche;
- Globalizzazione dei mercati;
- Concorrenza su prezzi nei mercati internazionali;
- Mercantilizzazione distretto.
Occorre trasformare l’impresa distrettuale da fattore trainato a fattore trainante dei processi evolutivi del distretto, quindi internazionalizzare ed acquisire nuove competenze e funzioni che rafforzino le capacità di innovazione e competizione.
Le imprese leader devono svolgere il ruolo di integrazione, facendo leva su fattori di natura organizzativa.
Si assiste ad una trasformazione del distretto di tipo marshalliano (Corò, Grandinetti): i distretti entrano in relazione con soggetti, risorse, competenze, esterne verso imprese leader e/o molte Piccole Medie Imprese per presidiare i mercati esteri.
Le imprese leader sviluppano una soggettività strategica forte, formano gruppi, introducono innovazioni tecnologiche, organizzative, gestionali, presidiano i mercati di sbocco e delle materie prime, praticano l’outsourcing, riqualificano le reti di subfornitura (customer satisfaction)
Viene meno il modello organizzativo del distretto?
Le imprese leader sono interessate ad investire nella conservazione e riproduzione delle economie distrettuali (competenze professionali, valori socio culturali, eccetera)?
La delocalizzazione a livello internazionale affievolisce le interdipendenze e le possibilità di apprendimento nel/del distretto?
La formazione di gruppi sostituisce relazioni interne di natura gerarchica a relazioni basate su collaborazione tra imprese del distretto?