L’economia nel 1800
- 1800
- Lo sviluppo economico nell’Europa del XIX secolo
- Un secolo di crescita continuativa
- I cambiamenti strutturali
- Gerschenkron
- Il ruolo dello Stato
- Il ruolo dell’agricoltura
- Urbanesimo, migrazioni e colonizzazioni
- Il settore agricolo
- L’Inghilterra e l’Europa continentale
- L’età delle macchine, del carbone e del vapore (prima rivoluzione)
- La seconda rivoluzione industriale: l’età dell’acciaio della chimica e dell’elettricità
- Le banche
- Le istituzioni pubbliche
- La Francia
- La Germania
- L’Impero Asburgico
- La Russia
- L’Italia
- La rivoluzione nei trasporti e nelle comunicazioni
- L’Europa e l’economia mondiale
- Il colonialismo
1800
- 1815: Battaglia di Waterloo: conclusione Guerra dei 200 Anni; la G.B. sconfigge Napoleone (grazie al Parlamento e alla Banca Centrale: no debiti); la Francia ritorna al protezionismo
- 1825: invenzione della locomotiva: Stephenson introduce la caldaia tubolare (prima linea Liverpool-Manchester)
- 1830: Boom Ferroviario (riavvio delle attività francesi dopo Waterloo)
- 1835: la Banque de Belgique rileva 24 industrie (Belgio più sviluppato)
- 1842-1873: max. espansione del libero scambio; organo coordinamento traffico ferroviario
- 1843: telegrafo e uso dei cavi sottomarini
- 1846: la rotativa
- 1850-1870: età d’oro della ferrovia (in Italia nasce la linea Milano-Venezia)
- 1860: diffusione delle SNC; Trattato Cobden-Chevalier (contro le Corn Laws)
- 1865: privatizzazione straniera delle ferrovie italiane
- 1867: fallimento del Credit Mobilier
- 1870: ritorno al protezionismo (crisi economica, nazionalismo), prime petroliere
- 1877-1896: Grande Depressione dei Prezzi (↓ P prodotti agricoli ↑ allevamento)
- 1880: seconda rivoluzione industriale (acciaio, chimica, elettricità)
– inizio del declino della G.B (legata alla prima rivoluzione), a scapito di USA e Germania
- 1882: Codice Mancini per le SPA
- 1883-1893: la prima linea coast to coast (USA)
- 1896: Marconi inventa la radio
- 1899: nasce la FIAT
- 1905: nazionalizzazione ferrovie italiane
Lo sviluppo economico nell’Europa del XIX secolo
Un secolo di crescita continuativa
Secondo Maddison esistono 4 aree guida:
1. 1100-1500: Italia del Nord e Fiandre
2. 1600-1750: Olanda
3. 1750-1890: Inghilterra
4. 1890 ad oggi: USA
La prima forza industriale fu l’Inghilterra, grazie allo sfruttamento del carbone. Il 1800 sestuplicò il PIL, secondo l’analisi di Bairoch, senza un corrispondente aumento demografico, aumentando quindi il reddito pro-capite con grande continuità (fattore fondamentale).
Il PNL è dato dai redditi dei residenti. Per confrontare i livelli di diversi Paesi occorre il PPP.
Secondo le stime di Zamagni nel 1911 il “triangolo industriale” (Lombardia, Piemonte, Liguria) era di un terzo superiore alla media italiana, tedesca e francese.
I cambiamenti strutturali
In crescita l’attività femminile. La “scuola storica” tedesca sostiene che le leggi sono determinate dalla congiuntura. Questa idea trovò la sua massima espressione nella teoria degli stadi di sviluppo.
Tema centrale furono le crisi cicliche. Schumpeter definì 3 cicli principali:
1. il ciclo classico;
2. il ciclo minore: rimanenze;
3. i movimenti di lungo periodo: due fasi, una ascendente ed una discendente.
Schumpeter distinse invenzioni da innovazioni. Le innovazioni degli imprenditore raggiungono una posizione monopolistica.
Gerschenkron e Rostow non accettarono il modello dei cicli. Rostow propose 5 fasi successive:
1. La società tradizionale;
2. La transizione (il pre-decollo o proto-industrializzazione);
3. Il decollo (take off): è il processo di accelerazione spontaneo o indotto, che, nel giro di 30 anni, trasforma permanentemente l’economia portandola a livelli produttivi stabili e molto superiori;
4. La maturità;
5. I consumi di massa.
I suoi difetti sono: non spiega come si possa passare da una fase ad un’altra, è una mera imitazione della storia, ecc.
Gerschenkron
Fondamentale è il concetto di arretratezza relativa rispetto al paese leader. Questo modello somiglia a quello di Rostow, poiché prevede una fase di decollo.
Il suo difetto è la divisione tra stati leader e follower e che lo sfondo era esclusivamente nazionale.
Sidney Pollard analizzò lo sviluppo per unità regionali e non nazionali, egli introdusse il concetto di differenziale della contemporaneità, di cui esempio le ferrovie, che ebbero utilità diverse a seconda delle zone.
Il ruolo dello Stato
La presenza dello Stato è dunque giustificata dalla presenza proprio dei costi di transazione.
A questo punto maturarono due teorie:
1. il liberismo (mano invisibile di Adam Smith): lasciare spazio ai meccanismi di mercato
2. la dottrina interventista.
Negli Usa à Stato debole; in Europa à Stato forte (big government); Stato minimo: law and order.
Il ruolo dell’agricoltura
Si entrava nella fase di passaggio dall’antico regime alla nuova demografia. Si verificò elevata natalità e alta mortalità. Dall’800 in poi si sostituì il modello dello sviluppo che non conobbe più pause. Scomparvero le epidemie e le carestie (Jenner inventò l’antivaiolo). Né la mortalità europee dipendevano più dalle disponibilità alimentari. Tra popolazione e risorse il feedback (ritorno) divenne positivo. L’incremento demografico e le innovazioni tecnologiche andarono di pari passo.
Urbanesimo, migrazioni e colonizzazioni
L’industrializzazione procedette parallelamente con l’urbanizzazione. Con la rivoluzione dei trasporti si formarono grandi metropoli. Vi furono emigrazioni politiche ed extracomunitarie. Invece le migrazioni assunsero dimensioni rilevanti con la rivoluzione dei trasporti marittimi.
Il melting-pot (la mescolanza delle razze) si rivelò una delle chiavi dello sviluppo statunitense.
Il settore agricolo
Da una dieta basata su cereali si passò ad una dieta basata su carni. Vi fu un aumento dei rendimenti delle terre (land saving) e della produttività del lavoro (labour saving).
Innovazione land saving fu l’introduzione dei prodotti chimici mentre labour saving fu il trattore.
Il massimo sviluppo agricolo si ebbe nell’Inghilterra, i prezzi agricoli mostrarono tendenze di lunga durata (si ricordino le Corn Laws).
Con la “Grande Depressione” del 1877-1896 tutti i prezzi dei prodotti agricoli calarono e lo sviluppo dell’allevamento fu l’aspetto positivo di tale grave crisi.
L’Inghilterra e l’Europa continentale
Si determinarono divari di reddito incredibili tra le zone industrializzate e quelle non.
Per Wrigley al centro del processo vi fu il carbon fossile evidenziando come la crescita dipese dall’uso di energia a buon mercato.
L’età delle macchine, del carbone e del vapore (prima rivoluzione)
Fu l’industria italiana della seta a creare le prime filatrici automatiche. Il carattere fondamentale della rivoluzione inglese fu la durata, non la rapidità.
Arkwright inventò il filatoio meccanico. Seguirono le invenzioni della spoletta voltante e del mulo automatico. L’Inghilterra dipendeva dai paesi baltici per il legno.
- Abrahan Darby, proprietario di una ferriera riuscì a produrre buona ghisa utilizzando il carbone coke e l’acciaio mediante il puddellaggio;
- James Watt, il padre della macchina a vapore.
Fino al 1850 l’energia idraulica era predominante nell’industria tessile. Roberts inventò la perforatrice basata sul linguaggio binario e la self-acting mule.
Negli USA, Whitney, Hall, North e T. Blanchard posero i presupposti dell’American System of Manufacturing: era un importante sistema basato sulla standardizzazione dei prodotti e sull’intercambiabilità delle parti. Questo principio fu adottato nella guerra di Secessione per la produzione di armi. In Europa si preferiva la qualità.
La seconda rivoluzione industriale: l’età dell’acciaio della chimica e dell’elettricità
L’acciaio sommava i benefici di ferro e ghisa. La chimica ebbe il suo centro in Germania. Faraday inventò la dinamo nel ’21. Edison le prime lampadine. Pasteur scoprì i batteri ed aprì la strada alle tecniche di preparazione dei cibi. Nel 1864 fu inventata la rotativa. Nel 1882 il codice Mancini.
Visto l’impellente bisogno di finanziamento cominciarono a nascere società anonime per azioni.
Le banche
Le Banche Centrali si limitavano a praticare il risconto. Col procedere dell’industrializzazione nacquero le banche per azioni che si distinguevano in banche d’affari e banche di deposito.
Le banche di deposito si occupavano di investimenti a breve termine (nel passivo avevano ingenti mezzi dati dai depositi a vista. Per quanto riguarda l’attivo si dedicavano a operazioni ordinarie, quali i conti correnti), mentre quelle d’affari a medio-lungo, termine più rischioso (nel passivo avevano i depositi dei capitalisti e delle imprese, nell’attivo partecipazioni nelle società e prestiti governativi). In Francia il Credito Lionese ebbe problemi con i finanziamenti di lungo termine.
Il Credit Mobilier fallì nella crisi del ’67 a causa della forte immobilizzazione delle sue fonti a lunga scadenza.
Nota: in Germania il legame tra banca e industria fu molto più stretto (ad es.: la Deutsche Bank).
Esse davano sia credito a breve termine, sia a medio-lungo, superando il limite della specializzazione anglosassone. Nacquero, dunque, le banche miste (importante).
Possedevano pacchetti delle società per il controllo dall’interno e la riduzione del rischio.
Giunsero sino a regolamentare la protezione del mercato e a far nascere cartelli tra imprese.
Il modo tedesco di fare banca venne allora copiato.
Le istituzioni pubbliche
Si fece maggior ricorso alle imposte indirette. Fino agli anni ’80 la G.B. mantenne saldamente la prima posizione, poi cominciò a retrocedere dopo USA e Germania. Lo sviluppo si disegnava intorno alle miniere di carbone cokizzabile. L’area belga era quella morfologicamente più simile alla inglese. La Société générale de Belgique nel 1835 si trasformò in “Banque de Belgique”, dopo aver rilevato ben 24 industrie. Il Belgio fu il paese più industrializzato fino alla 1° guerra mondiale.
La Francia
Punti di debolezza: la sconfitta nella guerra con la Prussia, protezionismo, la dipendenza dall’energia idraulica.
La Germania
Fu il concorrente continentale più temibile per l’Inghilterra. Era fondata sulla partecipazione dello Stato. Il modello tedesco si configurava come “capitalismo organizzato”.
I cartelli, ad esempio, erano ritenuti legittimi.
L’Impero Asburgico
Aveva il predominio dell’industria leggera.
La Russia
Annegava nell’estensione. L’investimento estero in Russia fu fondamentale, soprattutto per lo sviluppo delle ferrovie.
L’Italia
Nel nordovest si concentravano le attività tessili, soprattutto tessuti grezzi, importanti per le esportazioni. Il vero problema fu la frammentazione degli Stati pre – unitari. “Tassa sul macinato”.
La rivoluzione nei trasporti e nelle comunicazioni
Il trasporto divenne un “mezzo di produzione”. Le strade erano a pedaggio (turnpikes) curate da trusts (consorzi). Il trasporto a cavallo cadde in disuso sulle lunghe distanze. Il Comet fu il primo vapore europeo. Nel 1825 venne inventata la locomotiva, Stephenson introdusse la caldaia tubolare e realizzò la linea Liverpool – Manchester. Statalizzazione delle ferrovie. La costruzione delle ferrovie diede impulso all’industria metalmeccanica.
Il ventennio 1850 – 1870 è stato definito “l’età d’oro della ferrovia”. La ferrovia giocò il ruolo di motore dello sviluppo economico. La Francia ebbe lo sviluppo maggiore grazie al Crédit Mobilier.
In Italia la più importante realizzazione fu la Milano – Venezia. Nel 1865 la rete venne privatizzata in 4 gruppi con intervento di compagnie straniere, nel 1885 in 3 società.
Tra il 1883 e il 1893 la prima linea coast to coast fu seguita da altre tre negli Stati Uniti.
Dall’evoluzione delle golette prese forma il clipper a quattro alberi, massima espressione della tecnologia della vela. Il clipper risentì dell’apertura del canale di Suez (una delle opere fondamentale del XIX secolo).
Nel 1840 il Great Western iniziò servizi regolari di piroscafi postali. Il vapore era un’innovazione labour saving.
Chappe nel 1792 inventò il telegrafo ottico. Morse nel 1835, grazie al suo codice, riuscì a mettere in comunicazione continenti diversi e unificò il mercato mondiale da quando i fondali marini vennero solcati da cavi. Le prime trasmissioni radio di Guglielmo Marconi nel 1896 aprirono la strada per comunicazione di massa.
L’Europa e l’economia mondiale
Nel periodo compreso tra il 1815 e la prima guerra influirono:
- il progresso tecnologico;
- il forte aumento delle risorse naturali;
- la rivoluzione dei trasporti;
- la crescita della popolazione mondiale;
- l’accumulazione di capitali.
Il tasso di crescita più elevato del commercio internazionale si ebbe nel periodo del libero scambio (1842-1873). Dopo vi fu il protezionismo. Adam Smith, Ricardo e Mill giunsero al free trade.
Purtroppo le guerre ed il ribasso dei prezzi costrinsero i Governi a concentrare il carico fiscale sulle dogane. Tipiche furono le Corn Laws. L’industriale Cobden formò la lega contro le Corn Laws.
Ciò sfociò nel trattato Cobden-Chevalier (1860) fra G.B. e Francia.
Dal 1870 il protezionismo riprese vigore.
Il colonialismo
Per la Francia il Settecento significò la perdita dei possedimenti oltreoceano a favore dell’Inghilterra. L’aumento degli investimenti inglesi all’estero fu uno dei principali elementi di forza della sterlina, in un sistema di gold standard.
Il sistema aureo fu necessario poiché l’estensione delle pratiche bancarie aveva dissociato il valore nominale ed il valore reale della moneta: le banconote non avevano valore intrinseco.
Potere liberatorio illimitato, ovvero la possibilità di convertire sterline in oro in qualsiasi momento.