Natura dell’ente
La prima classificazione, la più importante, riguarda l’aspetto giuridico dell’ente produttore, la seconda è la tipologia di costruzione e la raccolta dell’ente; la prima è basata sulla natura giuridico amministrativa della fonte. Distinguiamo tra enti istituzionali, pubblici o erogatori di servizio pubblico, enti privati ed enti di natura scientifica. Quelli che ci interessano di più sono i primi tre, gli enti di natura scientifica producono dati ma particolari. Le fonti istituzionali sono gli enti produttori di dati che per loro natura devono produrre dati, per loro statuto devono produrre dati che esistono perché producano dati, sono stati assunti per produrre dati, questa informazione. La regina in tutto questo contesto è l’ISTAT.
L’Istituto Nazionale di Statistica è il principale produttore di informazione statistica in Italia. Vedremo sulla base di quali principi e criteri produce dati, ha vincoli precisi che deve rispettare. Altri enti producono dati: i ministeri, le regioni, le province autonome, comuni prefetture. La provincia, molte andranno a morire, ha come produzione statistica rilevante tutto ciò che riguarda l’attività scolastica. Comuni e regioni hanno tutti, a parte i comuni più piccoli, un ufficio statistico. Vedremo prezzi alla produzione, al consumo. I comuni hanno il compito di rilevare i prezzi per conto dell’Istat. Poi trasmettono con un software i prezzi rilevati. L’Istat macina i dati e costruisce l’indice dei prezzi al consumo, alla produzione eccetera. La regione anche produce dati, ad esempio l’annuario statistico regionale. È necessario avere un senso della misura dei fenomeni. Il mercato nautico è in crisi, perché? Perché me lo dice il mio vicino che vende imbarcazioni al porto di Lavagna, o perché può avere ragione, o perché ho dati che mi dicono quante imbarcazioni sono state vendute o non necessariamente immatricolate?
Esistono delle strutture, è un’impalcatura complessa a livello nazionale, che hanno per loro natura l’obbligo di rilevare dati per finalità informative e statistiche.
Poi abbiamo le fonti pubbliche. Sono le strutture prevalentemente pubbliche ad esclusione delle amministrazioni e l’Istat. Questi enti, solitamente, producono dati nello svolgimento della loro attività quotidiana. L’INPS è l’esempio più semplice, istituto nazionale di previdenza sociale, è l’ente che eroga le pensioni. Incamera contributi pensionistici ed eroga pensioni. Non come obbligo istituzionale produrre statistiche sulle pensioni, eppure ha in pancia tanti dati. Numero di pensionati in vita, contributi, età dei pensioni, le pensioni di anzianità, le pensioni di invalidità, le pensioni irreversibili. Nello svolgere la sua attività l’INPS può produrre studi che analizzano i pensionati italiani.
Qual è la differenza tra questa produzione di dati e quella dell’Istat? Istat conduce indagini con fine di condurre indagini e con finalità conoscitive, vuole conoscere degli aspetti del paese. L’Inps svolge un’altra attività e utilizza dati che produce nel suo processo quotidiano di attività ed elabora statistiche che aiutano a prendere decisioni. I dati che sono prodotti in questo modo sono detti process produced, prodotti attraverso la produzione del processo. Sono anche dati amministrativi, che sono anche più ampi, non includono solo questi. Insieme all’Inps possiamo inserire la BDI. Ha un ufficio studi eccellente con profili scientifici strepitosi, ci sono persone estremamente qualificate. La BDI non ha la finalità di produrre statistiche sul mercato finanziario e sul credito a Genova, in Liguria e in Italia. Lo fa perché è importante nello svolgere la sua attività sapere cosa sta succedendo, monitorare gli importi finanziati a breve medio e lungo periodo. Valutare i tassi d’interesse applicati sui mutui. Sono cose d’interesse dell’attività quotidiana. Ci sono altri enti, a base pubblica, con tutt’altra finalità rispetto alla produzione dei dati ma che li producono, conservano, producono informazione statistica perché serve a loro o al paese.
Poi abbiamo le fonti private. Sono enti che non hanno un carattere pubblico dal punto di vista giuridico, ma sono enti privati: Caritas, ferrovie dello stato, poste, sindacati. Ci sono tantissimi enti che producono indagini. La Confindustria. A loro interessa analizzare un aspetto particolare. Immaginiamo che la Caritas voglia studiare la situazione della popolazione straniera e regolare in Italia. Non ha un obbligo istituzionale per farlo. L’ente assistenziale ha la finalità di assistere le persone che sono in difficoltà. Nel fare ciò può ritenere opportuno fare studi specifici per conoscere il fenomeno, per agire meglio, o per sensibilizzare rispetto a un certo fenomeno. A differenza delle fonti statistiche istituzionali, non ha obbligo di produzione statistica. A differenza delle fonti pubbliche non hanno nessuna produzione di dati attraverso il processo, sono generalmente enti che producono studi che rappresentano informazione statistica ma studi spot, saltuari su alcuni aspetti.
Infine gli enti scientifici: producono statistiche su vari aspetti, hanno un carattere di produzione simile a quella degli enti privati. Pensiamo alle università che producono statistiche sugli immatricolati, sarebbero dati di natura amministrativa, process produced, poi altri enti scientifici con non finalità assistenziali ma di ricerca che producono statistiche.
Abbiamo fonti istituzionali tra le quali primeggia l’Istat, fonti pubbliche come la BDI, fonti private come i sindacati e la Caritas, fonti scientifiche come l’Università e il CNR. Altro criterio per distinguere le fonti statistiche è lo scopo della rilevazione. Perché raccogliamo i dati? Alcuni enti raccolgono dati per finalità puramente statistica, con la finalità conoscitiva, per esempio la Caritas può fare indagine sugli immigrati clandestini in Italia, finalità puramente conoscitiva, anche in questo caso rientra nel primo punto: fonti di origine statistica, materiale che è stato raccolto con l’intento di conoscere alcuni aspetti della vita sociale.
Invece, sono i dati process produced, ci sono moltissimi documenti predisposti dalle amministrazioni sia pubbliche che private, ma anche dagli enti di ricerca, per scopi che non riguardano la produzione statistica, quanto piuttosto la loro attività. Per esempio l’Inps ha i dati dei pensionati. Il Comune di Genova ha l’anagrafe. L’università ha gli studenti iscritti. Dati che provengono da origine statistica sono rilevati per finalità conoscitive. I dati amministrativi sono dati che esistono per altre finalità di gestione quotidiana dell’attività dell’ente ma non per finalità di tipo statistico. Già che questi sono disponibili si reputa opportuno analizzarli per produrre informazione statistica. Possiamo fare quindi una distinzione ulteriore all’interno delle fonti di origine statistica. Possiamo distinguere:
- Le rilevazioni amministrative (dati amministrativi, dati che certe strutture hanno in pancia perché devono svolgere attività ordinarie)
- Censimenti;
- Indagini campionarie.