Modello concettuale
I fenomeni sono osservabili e misurabili dopo aver definito un modello concettuale di riferimento. Se volete misurare l’inflazione, la disoccupazione, andamento economico. Cosa è? Variazione del PIL, variazione degli introiti fiscali, variazione degli occupati e disoccupati. Cosa voglio misurare? Bisogna definire una serie di concetti astratti che si chiamano costrutti. La definizione del modello concettuale è un momento complesso, richiede di identificare e definire questi costrutti logici che derivano da astrazioni, dati dalle teorie economiche. Se decido di analizzare il modello concettuale legato all’andamento economico, dovrò riferirmi ad una serie di teorie economiche che mi fanno entrare nel modello gli indicatori delle quantità di interesse. Per esempio base monetaria e spesa pubblica. Ci metto dentro una teoria monetarista con la base monetaria ed una keynesiana con la spesa pubblica, per fare un esempio molto semplice. Facciamo un esempio molto semplice. Di benessere parleremo a lungo parlando di PIL e del benessere ecosostenibile. Cosa è il benessere sociale? ci sentiamo tutti bene? C’è benessere sociale. non funziona così. All’interno del benessere sociale definiamo dei costrutti, dei concetti astratti in modo tale che siano formulati e ipotizzati in maniera tale che siano fondati nel mondo empirico. Benessere è quando c’è benessere economico, sanitario, alfabetizzazione, eccetera. Possano essere misurati empiricamente, cosa non facile. C’è un benessere psicologico non facile da misurare empiricamente; riflettano la natura dei fenomeni considerati. In particolare dobbiamo dare una attenzione all’identificazione del livello di omogeneità e dimensionalità del costrutto. Per esempio status sociale, è un esempio di costrutto. Lo status sociale è qualcosa che è vago. Si compone, al suo interno, di una serie di variabili che possiamo chiamare variabili latenti. Ciascun costrutto è definito da uno o più aspetti generali rappresentati dalle variabili latenti che esprimono il concetto da misurare. Se volessimo identificare un costrutto status sociale, cosa descrive lo status sociale? L’istruzione, professione e altre cose. Lo status sociale non è solo una questione reddituale. La variabile latente rappresenta l’aspetto da rilevare per avere una visione complessa del costrutto. Ho il modello grosso, sottostanti i vari costrutti e all’interno di ciascun costrutto le singole variabili latenti. Se volete pensare ad un albero, ho una cosa del genere. Ho il modello, al di sotto ho una serie di costrutti, per esempio quattro, e poi ciascun costrutto è definito dalla frangia di un tappeto, cioè dalle singole variabili latenti. Mettendo tutto insieme arriviamo al famoso modello. L’identificazione delle variabili latenti dev’essere basata su premesse e presupposti sia teorici che empirici e richiede un lavoro raffinato. La definizione delle variabili può aumentare in modo significativo la potenza del costrutto sia a livello teorico che empirico.
Cosa potremmo usare come indicatore per il grado di alfabetizzazione? Anni di scolarità o titolo di studio. Vediamo l’insieme. Abbiamo il modello concettuale, la teoria. Il modello macroeconomico che spiega il benessere economico. Il modello concettuale che consente di definire il modello concettuale ed i costrutti ad esso connesso, benessere sociale. poi ho i concetti astratti che sono molto generali, detti anche costrutti. Sono le aree di indagine, detti domain che caratterizzano il fenomeno da studiare, per esempio lo status sociale. Poi le variabili che definiscono i costrutti, istruzione e condizione professionale. Se prendo la variabile istruzione, può essere misurata attraverso vari indicatori che possono essere per esempio il titolo di studio e gli anni di scolarità. Avete il modello che è benessere sociale, tanti concetti astratti, tra cui lo status sociale che può essere misurato attraverso tante variabili, ciascuna variabile misurate attraverso un indicatore. Da livello elementare di indicatore sino a quello generale del costrutto. È qualcosa di complesso. Parliamo di un indice, che potrebbe essere chiamato indicatore. ISU (Indice dello Sviluppo Umano), esiste dal 1990 è usato per misurare lo sviluppo umano dei paesi. Anche noto come HDI, è stato utilizzato nel 1990 per il primo rapporto sullo sviluppo umano delle nazioni unite. Li vedete il rapporto 2011, non so se è già uscito quello del 2012. In tale rapporto lo sviluppo umano è definito come il processo di ampliamento delle scelte delle persone (cercate di ricondurvi al concetto di modello), sottolineando come le scelte e opzioni base di cui un essere umano deve poter disporre siano quelle di una siano vita lunga e sana, acquisizione di conoscenze, accesso ad un reddito sufficientemente elevato a consentire un dignitoso tenore di vita. Un paese è sviluppato non se è ricco, ma se chi vi abita può vivere a lungo, vivere con un reddito che consenta di avere un dignitoso status di vita e permetta studiare e avere un buon grado di conoscenza e non di ignoranza. Abbiamo definito il modello e i nostri costrutti. Il modello è il processo di ampliamento delle scelte delle persone che si sviluppa secondo queste tre dimensioni: vita lunga e sana (abbastanza vago), acquisizione di conoscenze, reddito elevato. Siamo a livello dei costrutti. Poi abbiamo le nostre variabili, possono essere di vario tipo. Il rapporto propone l’adozione di un nuovo indicatore che tenga conto di tutte e tre le dimensioni dello sviluppo sopra individuate, speranza di vita istruzione e reddito. Cosa propone? Di utilizzare, per la vita lunga e sana la speranza di vita; capacità delle persone di formarsi l’alfabetizzazione; per la ricchezza il logaritmo del prodotto interno lordo procapite, dando un’importanza meno rilevante alla ricchezza. In questa ipotesi si pensa che l’utilità marginale del reddito sia decrescente (in termini economici). Ho il PIL reale di tutti i paesi, ne calcolo il logaritmo e da qui ho la variazione di 1000 euro che pesa di meno di una variazione di 100 euro. In proporzione 1000 su cento è 10 volte ma il logaritmo di 1000 diviso il logaritmo di 10 non è 10. Lo sapete come è fatta la funzione logaritmo? È fatta così. Qua abbiamo 1. Se avete il PIL pro capite, se questo è per esempio qua ho 1000 e qua 100, questa è un dieci volte. Il logaritmo è minore di dieci volte. Specifica che l’utilità marginale del reddito risulta essere decrescente quanto più uno è ricco tanto meno ha bisogno di soldi aggiuntivi. Per chi è povero un euro è molto più importante rispetto a Berlusconi. L’ISU calcola per ciascuna delle tre variabili un indice. Poi va a normalizzarli secondo i valori e il criterio che abbiamo visto nel corso di statistica 1 e li combina tutti assieme.
Vediamo un esempio. Lo Zimbaue ha un valore 12, USA 41. Zimbaue 12 valore minimo, USA 41 valore massimo. Supponiamo che l’Italia abbia 34. Come si fa a normalizzare un indice? Dovete ricordarlo da statistica 1. Prendo il rosso e il verde, differenza tra Italia e Zimbaue 34 – 12 diviso 41 meno 12. L’Italia è al 75% del valore della variabile. Prendo l’indice di speranza della vita italiana, l’indice di alfabetizzazione dell’Italia, l’indice riguardo al PIL procapite dell’Italia e faccio una media ponderata in cui ogni indice pesa uno, in realtà media aritmetica. Questa è stata una scelta molto discussa. Io prendo un indice di alfabetizzazione di tutti i paesi, la ricchezza di tutti i paesi, la speranza di vita di tutti i paesi. Poi trasformo questo in un indice che va da 0 a 1, da 0 a 100%. 0 se sono sfortunato e 1 se sono fortunato. Prendo i valori e calcolo la media aritmetica. La logica è che, condizioni di vita accettabili, vita lunga e sana e alfabetizzazione sono tre aspetti della dignità umana che hanno lo stesso peso, non ce ne è uno che sia il più importante, allora vengono messi sullo stesso piano. Poi si può dire: è più importante la vita lunga, è una opinione. Il problema della costruzione di questi indici di sintesi ricade qua. Se ho tanti indicatori come li combino in un unico indice? A volte non è semplice, ci sono gruppi di lavoro, si discute, si parla e si arriva ad un accordo. L’indice ISU ha suscitato grande interesse tra i politici, gli operatori dello sviluppo, gli studiosi, la stampa e l’opinione pubblica. In particolare ciò che ha colto particolare interesse è che sia una media non ponderata, tutti compreso uno, di un paese nella scala della speranza di vita. La risposta è che la somma dei tre indici non è preponderata perché tutte e tre le caratteristiche hanno lo stesso peso. Quello che risulta interessante, è che se noi prendiamo il 20% dei paesi più ricchi, scusate questo 20% della popolazione più ricca al mondo ha l’87% del reddito mondiale. Se siamo 7 miliardi di persone al mondo, 1 miliardo e quattro messe assieme fanno l’83% della ricchezza mondiale. Il quinto più povero della popolazione, 1 miliardo 400.000 ha reddito complessivo dell’1, 4 rispetto a tutto il reddito mondiale. Queste misure di disuguaglianza economica, che voi avete un pochino visto utilizzando l’indice di concentrazione del Gini, ricadono qua dentro. Perché Gini, italiano, primo presidente dell’Istat aveva sviluppato l’indice? Per misure di disuguaglianza sociale. Posso ragionare in termini di misura dell’indice del Gini a livello di concentrazione del reddito mondiale. Inoltre, se vado a fare una rappresentazione dell’ISU a livello planetario e indico dove sono i posti con ISU più alto, trovo USA, Canada Francia Irlanda paesi Scandinavi e Islanda e poco altro nelle fasce più alte. Poi Spagna, Italia Germania eccetera, poi i posti Russia, Cina e così via, tutti gli altri paesi. Così ho costruito un indicatore di sintesi dei tre indice singoli: alfabetizzazione, reddito procapite (logaritmo del reddito procapite) eccetera. Un indice di questo tipo è interessante da studiare nella sua evoluzione temporale. Nel grafico c’è la serie storica dell’ISU di Zimbaue e Mozambico da 1970 a 2010, in realtà è stato calcolato retroattivamente, visto che è nato nel 1990. Lo Zimbawe è caratterizzato da un trend crescente per poi andare a diminuire fortemente. L’indice del Mozambico va a crescere. Se voi avete un indice così fatto, ISU = I1+I2+I3 diviso tre, se ognuno di questi indici va da zero ad uno, l’ISU non può che andare da zero a 1. Zero se tutti e tre gli indicatori valgono zero, e uno se tutti e tre valgono uno. Mozambico 38% del massimo teorico, dove il massimo teorico risulta quello del paese messo megloi. Abbiamo rappresentazione temporale. Se voglio fare un confronto spaziale, uso un diagramma a punti (come a statistica1) e vedo la relazione tra sviluppo umano e tonnellate di CO2 prodotte per persona. sono dati del 2003, non ci interessa averli aggiornati, servono solo per vedere come sono sistemati. Abbiamo paesi con sviluppo umano alto, Norvegia Svezia Svizzera e Francia, e paesi con tonnellata di C02 prodotto per persona molto alto. Abbiamo paesi come Uruguay e Costa Rica C02 bassa e sviluppo umano abbastanza elevato. Non dovrebbe stupire più di tanto che ci sia una relazione tra l’ISU e le tonnellate di di CO2 prodotte. Le tonnellate di C02 prodotte vengono dalle industrie, dal traffico, dalle macchine. I paesi sviluppati e più forti economicamente hanno produzione di CO2. Non c’è da stupirsi che i paesi più ricchi con PIL più alto e PIL pro capite più alto hanno un ISU più alto, perché l’ISU include per un pezzo il PIL. Non è una magia che ci sia questa relazione. Guardiamo ancora l’ISU per l’Italia. Regioni con ISU più alto sono Piemonte ed Emilia Romagna. Tutto il Nord si sviluppa bene, non è molto alto il Trentino Alto Adige, e il sud sviluppo umano più basso. Stiamo parlando degli anni 88 e 91.