I limiti principali del PIL quali sono?
Ignora ogni cosa che accade al di fuori del regno degli scambi monetari. Il baratto non è considerato nel PIL. La solidarietà umana non è considerata all’interno del PIL, e quindi non tiene conto dei costi sociali ed ambientali. Se sfrutto i lavoratori del luogo come fossero schiavi non compare da nessuna parte. Le condizioni di vita dei lavoratori non rientrano.
I costi del declino sociale (es. crimine) e dei disastri naturali vengono considerati come guadagni economici. Gli alluvionati che hanno dovuto rifare casa, negozio, prendendo a prestito denaro per riaprire il negozio, comprando di nuovo frigoriferi, affettatrici, forni eccetera, questo è una crescita del PIL, siamo più ricchi dopo l’alluvione dell’anno scorso. È un po’ assurdo.
Ad esempio il crimine accresce negli USA il PIL di diversi miliardi di dollari, per le misure di sicurezza, la protezione del territorio, la detenzione, il risarcimento danni, le spese mediche ei funerali. Tutto relativo al crimine, non in funerali dell’anziano che muore. È evidente che esulando dal contesto economico, cioè se non consideriamo l’aspetto monetario del crimine, certamente non è benessere. Il Pil può essere un buon indicatore della ricchezza prodotta, non è perfetto. Ci sono aspetti formali e sostanziali che non rendono il PIL la misura precisa del benessere del paese. Inoltre, se noi andiamo ragionare sulle miniere d’oro di diamanti, di carbone, il legno, se noi deforestiamo l’Italia per dieci anni, per dieci anni le nostre industrie che fanno legna fatturano. Vendono, vendono all’estero, e gli altri dove finiscono? Depauperamento delle risorse naturali rientra nel PIL? No, sono difficili da contabilizzare. Il Pil è come una posta di bilancio, non guarda cosa c’è dietro. Rientrano tutte le esternalità negative, dovreste conoscere da corsi di scienza delle finanze, economia dell’ambiente. Grosso problema di internalizzazione delle esternalità. Cosa è l’esternaltià? Io costruisco l’industria di prodotti chimici, mi faccio ricco scaricando nell’aria e nei fiumi gli scarti industriali. Esternalità negativa, non dipende dal fruitore ma dal produttore, è negativa perché produce degli svantaggi. Esternalità positiva, se io canto e il vicino dice che bella voce! Le esternalità negative, come l’inquinamento ambientale, acustico, danno luogo ad un duplice effetto; da un lato non vengono contabilizzati né come mali in sé né come perdite di benessere. Apro una discoteca in centro storico, all’aperto, faccio soldi ma fuori non dormono più: estesternalità negativa. Ci sono in realtà dei modi per risolvere questo problema delle esternalità? Internalizzazione delle esternalità. Inquini? Paghi in proporzione a quanto inquini o metti filtri per ridurre l’inquinamento. Tutto questo rientra nel gioco del PIL. Vengono ignorate tutte le economie che non sono dette di mercato. Il PIL non tiene conto del baratto, delle attività delle casalinghe o dei casalinghi, delle nonne che tengono i nipotini, zii nonni che tengono i nipotini, del volontariato. Attività che non avendo un costo di produzione formalizzato, non rientrano all’interno del PIL. Tutte le attività che non producono bene di consumo oggetto d’acquisto, vengono contabiliizzate al costo di produzione. se questi servizi sono offerti a costo zero ecco che nel PIL ci entrano con valore zero. Eppure sono di valore: se una nonna tiene il nipotino tutti i pomeriggi perché i genitori lavorano, è ben diverso che pagare una baby sitter o un asilo. Attività quantificabile ma non rientra nel PIL. Questo grafico, mette su uno scatterplot il PIL complessivo e il totale annuo in tonnellate di C02. C’è una bella correlazione positiva. Total GDP us dollar aggiustati per l’inflazione. 100 milioni un miliardo eccetera. In inglese miliardo è billion. Siamo su un mondo ancora legato inevitabilmente alla produzione industriale: macchine, riscaldamento. Siamo basati ancora sul petrolio per molti versi. È inevitabile che a maggior produzione corrisponda un maggior numero di emissione. Ci possiamo aspettare: sono più ricchi hanno produzione inferiore. Più ricchi? Produzioni meno inquinanti. Inquina di più chi è più numeroso. L’elemento numero di abitanti di un paese conta 20%. L’elemento principale relativo alle emissioni di CO2 è la ricchezza. Ci sono evidenti problematiche. USA Giappone, Italia. Non siamo messi male in quanto ad emissioni di CO2. India, Russia, Cina, è evidente che da questo punto di vista il PIL non è poi un indicatore così perfetto. Lavoro nero non è considerato. La corte dei conti ha detto che in Italia conta il 20% del PIL, notizia di qualche mese fa. Le transazioni che non rientrano nel PIL sono di diverso genere: transazioni che violano la legislazione legale. Lavori importanti: imbianchino, falegname, idraulico ed elettricista, sono tipiche attività svolte a domicilio senza che ci sia un registratore di cassa che possa essere controllato in diretta dalle finanze. Transazioni illegali: droga, scommesse clandestine, prostituzione, estorsioni, riciclaggio, vendita di merci contraffatte, vendita di CD e film scaricati illegalmente da internet, lo scaricamento di materiale protetto da copyright da internet è elemento diffusissimo che non rientra nel PIL, consideriamolo furto, violazione di copyright. Il problema principale nel calcolo del valore dell’economia sommersa è che questa non rimane costante nel tempo. Se sapessimo che l’economia sommersa è il 22,18% del PIL, è un problema dell’agenzia delle entrate. Se devo misurare il PIL e quello è il conto, aggiungo un 22% e siamo contenti, il problema è che varia. Per misurare l’entità del sommerso sarebbe facile se fosse costante.
Il PIL che è così bello, presenta qualche problema a livello di confrontabilità sia spaziale che temporale. Essendo composto dalla somma dei valori di beni e servizi prodotti in un paese, può variare nel tempo: possono variare nel tempo anche i prezzi. Lo stesso prodotto di oggi tra cinque anni non è più venduto. Si è fulminato il monitor dell’ufficio, devo prendere un monitor sostitutivo, stavo guardando quelli dei miei colleghi che bello, l’ho preso quattro anni fa ma non esiste più. Un monitor che costava 150 euro cinque anni fa, oltre a non esistere più, se oggi esistesse costerebbe 50. Ha caratteristiche tecniche molto differenti. Questi sono fenomeni legati alla disinflazione tecnologica. Oggi un televisore LCD costa molto meno di 1000 euro, anche di quelli grossi, a parte la Apple, con la quale non ci sono speranze!
Come posso fare a confrontare il PIL nel tempo? Ci sono in linea di massima due approcci. Uso il PIL a prezzi costanti, prendendo un riferimento di un prodotto e definendo lo stesso prezzo per prodotti che come caratteristiche magari sono simili. In quel senso, a parità di prezzi, la variazione del PIL è data dalla variazione delle quantità. Se noi avessimo due beni, se un paese producesse solo pane e salame, l’acqua è gratis e avessimo 10-10-20-20-20-30 e il prezzo per il pane fosse sempre 1 e per il salame fosse 5, avremmo 10-20-30, 50-100-150, il PIL è dato da 60, qua 120 qua sarebbe 180. Questa crescita del PIL sarebbe legata ad una variazione della quantità prodotta, e non del prezzo. Ma se il prezzo del prodotto variasse nel tempo, come in realtà è, c’è una componente di variazione del PIL determinata dall’inflazione. Se anziché avere pane e salame 10 10 20 20 30 30, avessi pane salame 10-10-10-10- 10-10-10 e il prezzo del pane fosse 1-2-3, il prezzo del salame fosse 5-6-7, avremo 10+50=60, 20+60=80 e 30+70=100. Il PIL sarebbe 60-80-100. A parità di quantità prodotta il PIL salirebbe per una ragione puramente inflazionistica. Nella realtà la situazione è intermedia: ho l’inflazione che determina aumento dei prezzi e determina anche un aumento del PIL ed un aumento della quantità prodotta, che determina un incremento del PIL. Per tornare al caso del Giappone, una deflazione comporta una riduzione dei prezzi e quindi anche una riduzione del PIL, per il fatto che vendo una stessa quantità ad un prezzo inferiore. Per esempio potrei utilizzare i prezzi 2005, vedere come cambia il PIL usando solo i prezzi del 2005 per i beni e l’andamento del PIL dipende solamente dalle quantità quantità, oppure usare i prezzi attuali. La differenza tra questi due fenomeni, tra questi due elementi è l’inflazione. In linea di massima ottengo questo risultato. Ho un PIL che può essere calcolato a prezzi attuali, correnti, col prezzo effettivo di vendita del bene quando è stato venduto, è la linea blu. Poi, possiamo usare dei valori che sono calcolati sulla base di un prezzo che è costante. La differenza è l’effetto dell’inflazione. Per assurdo, se l’inflazione fosse molto forte, potrei avere un andamento PIL a prezzi correnti crescente e un andamento del Pil a valori costanti decrescente, in realtà una diminuzione della produzione effettiva del paese, ma un incremento del valore monetario del paese.
Anche per quanto concerne i confronti internazionali il PIL presenta dei problemi. Ogni paese adotta particolari criteri per la valutazione del PIL. Il PIL calcolato in Italia, Francia, USA, Gabon, Sud Africa, non è proprio lo stesso, sebbene si assomigliano per molti versi.
Non è possibile confrontare direttamente il Pil fra più paesi, se ci sono più persone ci si aspetta che il paese sia più ricco. Bisogna allora calcolare il bisogna calcolare il PIL procapite, l’avevamo accennato prima.