Le fibre naturali
Parliamo di cotone. In fondo è una commodity che riguarda tutti noi. In quanto noi ci vestiamo, ed indossiamo abiti in cotone: intimo, camicie, e d’estate i vestiti, ci sono molti impieghi per quel che concerne la materia prima. Questa è un campione prelevato da un pezzo di cotone, è un cotone russo, coltivato nelle ex repubbliche sovietiche. La domanda che ci poniamo è: come passare dal fiocco al filo, dal filo al tessuto? Noi abbiamo varie categorie di fibre. Abbiamo le fibre naturali, di origine animale, per esempio la lana. Oppure di origine vegetale, delle quali fa parte il cotone, ma anche: lino, canapa. Fibre naturali di origine animale, vegetale. Fibra naturale di origine vegetale, che ha fatto scandalo anni fa: l’amianto. Sono stati prodotti dei tessuti intrecciando fili di amianto. Queste fibre naturali si contrappongono alle microfibre che sono artificiali, sintetiche o miste. Tutte ottenute grazie a reazioni chimiche, oppure utilizzando in alcuni casi il petrolio. È evidente la correlazione tra l’andamento del costo del petrolio e i costi di produzione di certe fibre artificiali: correlazione positiva. Cenno storico. Cotone coltivato già in Messico nel 5800 avanti Cristo, poi Pakistan, e l’india ne fu il primo esportatore. In arabo cuttun. L’origine della parola proviene dall’arabo. Nel 14esimo secolo la produzione dei capi era più che altro artigianale. Il ciclo di filatura e tessitura avevano una dimensione artigianale. I primi capi di vestiario avevano una componente mista tra cotone e lino. Successivamente, nel 18esimo secolo, sono apparsi i macchinari: velocizzato la produzione e aumentato le quantità consumate. Dire che le piante di cotone sono ibrido complesso, significa pensare ai procedimenti statistici dove si testano varie componenti a livello di seme per ottenere un certo risultato. I famosi piani di esperienza. Questo ibrido viene realizzato anche con analisi di correlazione. Il cotone è seminato e raccolto circa sei sette mesi dopo. Si coltiva tra le latitudini 45 gradi nord e 35 gradi sud. Vedete dal Kasakistan o l’Argentina e Australia sono le zone estreme. Il primo riconoscimento che si fa sulla pianta del cotone è determinare la lunghezza della fibra. La fibra può essere: corta media lunga o extra lunga. Questo grafico esprime il ciclo tra la piantagione, la maturazione (giunge dal valore modale) e via via fino alla raccolta. Abbiamo due modalità di raccolta. Nel primo caso è un taglio più ergonomico, segue più la forma del seme, la fibra sarà irregolare. Il fiocco matura intorno al seme, nell’altro caso saranno più omogenee. Lo standard mondiale è 220 chili. I cinesi avevano balla da 80 chili, si sono dovuti adeguare agli standard internazionali. Il cotone è una delle piante totalmente riciclabili, con la raccolta del seme si fabbrica olio vegetale, cosmetici, pane e biscotti. La rimanenza serve a produrre alimentazione per ovini ma, la peluria attaccata al seme, viene usata per produrre la carta per banconote e pergamene. Tutti noi abbiamo avuto in mano un blocco della Fabriano. Fabriano è l’unica cartiera, fornitrice della Zecca, che compra del cotone per mixarlo alla carta. Chi produce le statistiche sul cotone? USDA. Questa tabella rappresenta una serie storica: la stagione comincia il primo agosto e finisce il trentun luglio, va a cavallo dell’anno. Abbiamo serie storica su 4 anni più proiezione per la stagione in corso, mese per mese. Vedete che in termini di milioni di tonnellate, abbiamo circa 25 milioni di tonnellate nel mondo. Da questo grafico vedete che Cina India e Stati Uniti hanno una netta predominanza. Riguardo a queste statistiche, paese per paese, abbiamo detto che risulta evidente la predominanza del mercato cinese. Non solo la Cina è primo produttore nel mondo, ma anche primo importatore. Determina il prezzo del cotone determinato nel NY cotton excange. Tutto funziona secondo un sistema di quotazione internazionale. West Africa: Benin, Burkina, Ciad, Costa d’avorio e successivamente Mali, Senegal, Togo, e Zimbaue. La maggior parte del quantitativo viene trasportato via mare. Il cotone russo, tra le ex repubbliche sovietiche Azerbagian, Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan e maggior produttore Uzbekistan. Veniva portato a Riga col treno. Gli europei andavano a Riga a vederlo. Poteva poi proseguire per camion, ferrovia. Nel Mali, che produce (in migliaia di balle), il cotone per arrivare al porto di Cotoneau viene fatto viaggiare col treno. Abbiamo, per quest’anno, una previsione di 116 milioni 834 mila balle nel mondo. Fino al 1960-70 aveva netta predominanza, col sintetico il gap si è ridotto. Paesi produttori di lana sono l’Uruguay. Dopo vediamo che cambia. Nel sintetico abbiamo una serie storica divisa per regioni, per paesi, Stati Uniti, Europa dell’Ovest, Corea Taiwan, e il Giappone è rimasto sempre costante. Anche l’Italia produce. Il Gruppo Orlandi, sopra Bergamo da noi. Brevemente, con una serie di dati, l’equazione del trend è questa. Siccome i dati non sono allineati, introduciamo un modello additivo. Se ho un numero abbiamo pari la somma è zero. Se il numero è dispari ho una situazione diversa. Con i minimi quadrati ordinari posso stimare a e b, dove a è la media delle osservazioni, e b stimato è la somma delle osservazioni sulla sommatoria al quadrato. Servono a stimare i parametri, se ho una serie di punti. Stesso procedimento, consumo mondiale di fibre. Quando vedete coefficiente 486,3 per cento vuol dire che spiega i valori con 86,3%. In questa serie metto in relazione il GDP che producono sul suolo americano, diverso dall’indice che comporta le aziende sul suolo e all’estero (GNP). Il GDP è rapportato al consumo globale di fibre pro capita. Abbiamo un trend di questo tipo. Guardando un altro grafico vediamo che se rapportiamo a 1990 il GDP con il consumo di fibre, ho una distribuzione di osservazioni di questo tipo che si potrebbe regressare con una funzione di tipo esponenziale. Interessante è vedere nel caso lineare, se rapportiamo il GDP con i chilogrammi pro capita di fibre consumate, ho una relazione di questo tipo. Ho la spiegazione del GDP verso la quantità di fibre consumate nell’ordine dell’80,5%, buon grado di spiegazione. Questa serie che abbiamo visto si può dividere in due serie a seconda della posizione geografica dei paesi. Per i paesi più freddi abbiamo più dispersione dei dati, per i paesi più caldi abbiamo più concentrazione. Si potrebbe ipotizzare non solo il modello lineare dei minimi quadrati ordinari ma anche altri modelli. Un esempio dell’uso statistico che si può fare è in ambito di qualità. Se metto in relazione la lunghezza della fibra col numero di fibre corte ho una relazione strettamente proporzionale. Questo grafico illustra il prosieguo della ripartizione del mercato fra fibre sintetiche e fibre naturali. Anche se aggiungo le altre fibre naturali c’è una predominanza comunque del sintetico. Altra serie storica sulla produzione di fibre naturali paragonata alla produzione di fibre sintetiche, vediamo la netta predominanza. Una parola sul cotone organico. Il cotone, dal punto di vista agricolo, è grande consumatore di pesticidi. Al fine di ottimizzare la produzione c’è l’uso dei pesticidi con un impatto ambientale forte. È stato inventato un cotone più ecologico con meno utilizzo di pesticidi. C’è comunque una crescita, ma è limitato. Per quale ragione? Il costo. Tutto ciò comporta un costo elevato. In questa tabella, dato 2009, se sommo cotone lana e seta, sulle fibre naturali ho predominanza del cotone, abbiamo questa cifra: 26392. Questa cifra la ritrovo qua quale base anno 2009 alla quale aggiungo le fibre artificiali per un totale ed è stato calcolato un rapporto fra totale e popolazione. Abbiamo detto: fiocco raccolto, si formano le balle. Certificato di deposito. Poi va venduto. Viene proposto sul mercato sul mercato locale. Il coltivatore vende sul mercato locale (dentro gli USA). Questa foto di questa balla, è di cotone egiziano è uno dei più elevati standard di qualità. Programma di selezione delle balle. Il filatore ha le sue esigenze. Per produrre esige un mix di qualità, programma apposito in base ai criteri di qualità. Parte internazionale del commercio. Ho qualche situazione simile. I caricatori vendono direttamente ai filatori attraverso un agente di vendita in Italia, oppure ci sono cooperative di commercianti, commercianti spot, oppure chi vende ai filatori italiani o di altri paesi dirittamente. Associazioni, in caso di divergenze contrattuali. Breve cenno sulle condizioni di vendita. Il cotone americano è quotato in borsa a NW sulla base di CIF nord Europa. Ci sono anche dei porti in Italia, ma abbiamo perso molti traffici. I famosi magazzini del cotone sono stati fiori all’occhiello del porto, specie quando è arrivato il cotone americano. Col peggioramento delle tariffe, aumenti su aumenti e problemi di ordine organizzativo, è stato deviato sui porti del nord Europa. È più veloce, economico, per quale ragioni? inoltrato via ferrovia. In termini di risparmio, quando si mandava il cotone a Vicenza, interamente col camion o intermodale (treno , scarica il termine e ultima parte va fatto col camion) risparmio 700 euro. Indici a e b. il b è stato abbandonato, veniva usato per cotoni inferiori. Indice a usato per molti paesi, con Cina e Brasile. Nel continente americano maggior produttore è il Brasile. Controllo di qualità. Deve garantire certa qualità del prodotto. Prendo buona parte del cotone, devo pettinarla e strapparla. Da li si può misurare la lunghezza della fibra. Più la fibra è lunga, più resiste, avremo capi di vestiario migliori. Un po’ di criteri tecnici. L’intervallo ideale è tra il 7 e il 4,2 pollici. Il colore ha una importanza perché se il cotone è già nastro è stato raccolto ma immaturo. Abbiamo guardato questo piccolo campione di cotone, in realtà devo considerare due luci, con taratura eccetera. Nelle varie categorie di colorazione ho: se è grigio non si può filare, va buttato via. Resistenza della fibra. Per fare una fibra resistente, bisogna comunque fare un test. Oggi lo fanno le macchine, una volta a mano. Più la fibra è resistente più soddisfa tutto il criterio industriale di produzione. Descrizione tecnica: passaggi per determinare l’indice di resistenza, ha a che fare con la statistica. Se ho un risultato di 8, per una fibra si spezzerebbe da sola di 86400 libbre. Altra componente è il glucosio. Risultati. Se il risultato di questo test da un colore rosso si può utilizzare al massimo il 5% di quel lotto rappresentato da quella serie di campioni. Arancio va mixato. Il blu è lavorabile direttamente. L’umidità è una componente importante. Qui avete il procedimento tecnico. Se il cotone è troppo umido non si attorciglia uniformemente. Se è troppo secco non diventa uguale nella sua lunghezza. Classifiche di cotone. Alcune secondo gli standard americani. Ci sono degli standard di classifica egiziani. Cotone turco. Buona parte del cotone viene raccolto a mano. In America è tutto a macchina, in Africa tutto a mano, è un grosso generatore di impiego. Cotone russo, cotone Sudan, cotone Israele. Israele coltiva cotone ma può venderlo nei paesi arabi. Arrivava a Trieste con avvolgimenti a livello di balla, venivano cambiati i di documenti. Ciclo di filatura. Abbiamo una breve descrizione: battuto, pettinato, stirato. Eventuali lavorazioni successive, filato gasasto, trattato con la soda. I filati si classificano secondo questi criteri. Alla fine del filo non è strettamente attorcigliato ma rimane aperto. In America, Messico, Italia, Cina, e soprattutto il Bangladesh. La tessitura avviene attraverso i telai, è un intreccio. I tessuti possono essere classificati in questo modo: abbigliamento, arredamento, vari tipi di tessuto. Poi abbiamo un breve cenno sui tessuti non tessuti. Non vanno nel ciclo di tessitura classico: tovaglie, strofinacci, presine. Alcuni tessuti subiscono procedimento di fissaggio. Abbiamo percorso pressoché tutto. Abbiamo ragionato in termini di mondo del cotone: contestualizzare un mondo molto specifico, molto particolare. Il problema che c’è in questi corsi universitari, stiamo cercando di portare persone che lavorano nel mondo reale, si fa presto a dire inflazione, produzione del cotone nel mondo. Dietro ci sono tante cose che non si vedono. Quello che vorrei vi rimanesse è che tutta la produzione, i dati che vedete, non sono numeri teorici hanno dietro il mondo, la misurazione, la statistica. La statistica ha dietro il mondo, serve per misurare le grandezze del mondo. Il mondo del cotone utilizza la statistica. Controllo della qualità, quanto è buono il cotone. Soprattutto importante la parte delle statistiche ufficiali e andamento storico sul cotone. Sulla serie storica del cotone si è visto che c’è stato un calo del prezzo. Negli anni 2004 – 2005 c’è stato un calo drastico. Molti commercianti sono falliti. Avevano comprato il cotone a caro prezzo e rivenderlo a basso prezzo, funziona come il sistema delle futures. Molti commercianti sono falliti, perché non si riesce a competere. Ci i concentra più su dei prodotti a maggior valore aggiunto. Tenete conto che un jeans venduto a carissimo prezzo in alta moda in Germania, costa produrlo alle Mauricius 16 euro. Aggiungeteci 1-2 euro di trasporto. Il resto costi di pubblicità e soprattutto margini.