Il tasso di cambio
Un ulteriore problema è dato dal tasso di cambio. Se misuro il PIL in euro e gli USA lo misurano in dollari, nello cambiare da una valuta all’altra devo adottare un tasso di cambio. Se è favorevole a noi gli USA avranno PIL più basso, se è favorevole negli USA noi avremo un tasso di cambio più alto. Non è la stessa valuta, sono diverse. Se un euro vale 1,8 dollari è un discorso; se un dollaro vale 1.8 euro è un altro discorso.. Cosa succede? Che molto spesso, il PIL pro capite, per singola persona, per mitigare il fatto che i paesi abbiano una divisione differente dal punto di vista di unità differenti, si utilizzano valutazioni a PPA PPP, Parità di Potere di Acquisto. Cerca un raccordo tra due valute utilizzando un bene in comune. Un classico esempio è il panino Bic Mac di Mc Donald. Quanti Big Mac può comprare un italiano medio, un francese? L’Italiano compra 120 panini e il francese solamente 60, allora l’italiano è ricco il doppio del francese secondo la parità di potere di acquisto. Oppure una automobile, i-phone, o birre medie, come è stato fatto il confronto in una rivista a seguito dell’Oktober fest tedesco. A partire da questo raccordo, vengono ricalcolati gli altri prezzi di beni e servizi che compongono il PIL. Ricalcolo tutto sulla base del panino di Mc Donald. Una Ferrari quanti panini vale in Italia o Francia? Partendo da questo punto di congiunzione tra le due valute con i due poteri d’acquisto viene ricalcolato tutto. È una procedura complicata e laboriosa. Inizierei una serie di valutazioni su misure alternative del PIL. C’è un grosso numero di misure alternative al PIL che non hanno raggiunto neanche un millesimo della popolarità del PIL. È talmente legato alla società moderna, che per quanto sia pieno di difetti non è eliminato. – Genuine Progress indicator, indicatore di progresso genuino;
- Indice della libertà economica;
- Human Development Index;
- Indice di Benessere equo e solidale.
Guardiamo i primi tre dicendo che HDI l’abbiamo già visto. Metteva insieme i dati sull’alfabetizzazione, speranza di vita e prodotto interno lordo procapite. GPI o indicatore del progresso autentico, misura l’aumento della qualità della vita di una nazione, evidenziando l’incremento della produzione di merci e l’espansione dei servizi che hanno realmente generato benessere. È un indice piuttosto complesso, ci sono dentro una carrettata di variabili. Sono più di venti componenti per la maggior parte intangibili. Il risultato interessante di questo indicatore, di cui vedremo le componenti principali, è che se negli USA il prodotto interno lordo è quadruplicato dagli anni ‘50 ad oggi, il GPI è cresciuto del 45% tra gli anni 50 e 60, mentre il tasso declino procapite è stato 1, 2, 6% negli anni 70-80-90. Il GPI dice che se il PIL negli USA ha avuto questo andamento, il GPI ha avuto un andamento così. Si è arrivati ad un punto in cui la produzione di un paese non è più rivolta al benessere della cittadinanza, della popolazione residente. Si sta riducendo la produzione di beni e servizi che portano ad un effettivo benessere. di fatto la produzione del benessere si è arrestata negli USA. È composto da:
- Consumi personali ponderati in base all’indice di distribuzione del reddito
- Valore del lavoro domestico e della genitorialità (problema estremamente importante e forte in questi ultimi periodi)
- Valore dell’istruzione superiore
- Valore del volontariato
- Servizi di beni durevoli di consumo
- Servizi di autostrade e strade
- Costo del crimine
- Perdita di tempo libero
- Costo della disoccupazione
- Dei beni durevoli di consumo
- Pendolarismo
- Abbattimento dell’inquinamento domestico
- Incidenti automobilistici
- Inquinamento acque
- Inquinamento atmosferico
- Inquinamento acustico
- Perdita delle zone umide
- Perdita di terreni agricoli
- Perdita della superficie boschiva e danni forestali
- Esaurimento delle risorse energetiche non rinnovabili
- Danni da emissione di anidride carbonica
- Costo dello strato di ozono
- Investimenti di capitali
- Prestiti esteri
In linea di massima sono queste le variabili che vanno dentro questo indicatore. Si sommano, si sottraggono e si ottiene l’indicatore del progresso autentico. Quanto più quelli in verde crescono tanto più la crescita del progresso è forte, tanto più crescono quelli in rosso e tanto più l’indice è negativo. Altro indicatore utilizzato abbastanza spesso, è l’indice di libertà economica. È stato sviluppato da una fondazione e dal WSTREET journal. È basato su dieci fattori, ciascuno con un punteggio che va da zero a cento, servono a misurare la libertà economica del paese. Un gruppo di esperti guardano Italia, Francia, India e Cina, per ognuno di questi fattori vanno a dare un punteggio compreso tra 0 e 100 sulla base di dati disponibili presso le principali organizzazioni sovranazionali: WB-IMF.
- Libertà negli affari
- Nel commercio
- Monetaria
- Spesa pubblica
- Fiscale
- Diritti di proprietà
- Libertà di investimento
- Finanziaria
- Dalla corruzione
- Del lavoro
Ognuna di queste dimensione viene votata e si fa una media. Il risultato è una mappa e poi un dossier per ciascun paese. I paesi veramente liberi sembrano: Australia Nuova Zelanda Svizzera. Poi principalmente liberi Canada USA, Gran Bretagna, Germania, Austria, Belgio, Lussemburgo, Svezia, Finlandia, Estonia, Irlanda, Islanda Cile, Giappone Taiwan e le varie cittadine stato. L’Italia è principalmente non libera, siamo al di sotto del punteggio mediano e paesi depressi una linea verticale dalla Libia sino allo Zaire. L’Italia ha un punteggio di 58,8 con trend negativo. Siamo esattamente 92 esimi, tra lo Zambia e il Turkmenistan. Questa è la valutazione sul documento 2011, ancora quello vecchio. Si parla di Berlusconi, scandali sessuali. Per ciascuna delle dieci dimensioni viene dato il punteggio. Siamo messi particolarmente male nello spending del governo, dove siamo messi bene è la libertà di commercio 12esimi e 23esimi sulla libertà monetaria. Ci sono un po’ di queste considerazioni, è liberamente scaricabile da internet. Abbiamo un trend negativo dal 2008 al 2011.