Segreto professionale negli studi legali
Esplora come il segreto professionale sia protetto e le condizioni per eccepirlo nei processi tributari durante i controlli legali.

Esaminare da vicino il controllo su avvocati e studi legali
Gli studi legali, sempre più spesso composti da professionisti variamente specializzati, operano sotto l’occhio vigile di efficaci controlli anti-evasione. Scopriamo le regole e gli elementi che vengono passati al setaccio in queste verifiche.
L’attività degli studi legali si manifesta prevalentemente in forma individuale, ma non è raro incontrare studi associati che riuniscono avvocati con diverse specializzazioni—dal diritto penale a quello commerciale, passando per i diritti matrimoniali e tributari. Esistono anche realtà “integrate” dove professionisti di diverse discipline, come consulenti del lavoro o dottori commercialisti, collaborano in un’unica struttura. È in questo contesto che gli enti preposti ai controlli fiscali pongono la loro attenzione.
Controllo fiscale: ricostruzione dei compensi
Il controllo fiscale sui legali è una materia complessa che si basa su criteri ben definiti. Uno dei pilastri è la necessità della presenza del professionista nel suo studio o, in alternativa, di un suo delegato durante le ispezioni. Anche l’orario delle visite è studiato con attenzione, privilegiando spesso le ore pomeridiane. Inoltre, se il segreto professionale viene invocato, serve un’autorizzazione giudiziaria per avanzare nei controlli. Questi includono molteplici fattori: l’età e l’anzianità di servizio del soggetto, eventuali transizioni generazionali dell’attività, la posizione e le dimensioni dello studio, le ristrutturazioni recenti e le polizze assicurative stipulate, tra altri.
Per ampliare il quadro del contribuente, vengono considerate anche attività accessorie come insegnamento, collaborazioni editoriali e incarichi in consigli di amministrazione. Le prassi dettano inoltre la categorizzazione delle prestazioni fornite: difesa in varie giurisdizioni, attività stragiudiziali, incarichi arbitrali, rappresentanze presso uffici finanziari e altro. Tutti questi aspetti sono scrutati con attenzione per verificare la coerenza tra incarichi e parcelle emesse, identificando, quando possibile, consegne non registrate.
L’opposizione del segreto professionale
Una questione particolarmente delicata riguarda il segreto professionale, protetto dalla Costituzione nei diritti di libertà personale, così come dall’art. 622 del codice penale, che sancisce il reato di indebita rivelazione di notizie apprese per ragioni lavorative. Questo segreto non è solo un diritto privato ma un interesse pubblico che assicura la fiducia nei confronti dei professionisti legali.
Sul piano processuale-penale, il codice di procedura penale concede ai professionisti la scelta di non testimoniare su informazioni conosciute per lavoro e di opporsi all’esibizione di documenti coperti da segreto. Tuttavia, in un processo tributario, questi poteri subiscono limiti: il segreto professionale può essere eccepito solo con autorizzazione dell’autorità competente. Quando un avvocato invoca il segreto su un documento, i verificatori devono interrompere la loro attività finché non ricevono il permesso necessario per procedere.
Detrazione e valorizzazione delle prestazioni legali

Nel controllo delle attività legali, l’attenzione si concentra anche sull’individuazione delle prestazioni non fatturate o fatte per importi non congrui. Questo avviene confrontando gli incarichi ricevuti e le parcelle emesse, aiutato dalle informazioni raccolte presso gli uffici giudiziari e dai dati extracontabili. Le verifiche spaziano attraverso fascicoli clienti, documentazioni varie e software gestionali dello studio, riducendo così margini d’errore e omissione.
Quando emergono fatture vaghe, la determinazione dei compensi può anche basarsi su tariffe forensi e prestigio del legale, tenendo comunque conto delle norme attuali che hanno abrogato le vecchie tariffe professionali. In caso il contribuente giustifichi eventuali mancate fatturazioni come prestazioni gratuite o per ritardi nel pagamento, i motivi vengono annotati e verificati attraverso metodi incrociati.
Il controllo fiscale sugli studi legali non è solo un obbligo di legge ma una garanzia per tutta la comunità, assicurando che i professionisti aderiscano a regole eticamente e legalmente valide, preservando così la fiducia pubblica nella professione legale