Le variazioni endogene ed esogene
VARIAZIONI ENDOGENE
L’utile è destinato a riserve ovvero accantonati di capitale a titolo di mezzi propri (la riserva legale è pari al 5% dell’utile, fino al raggiungimento del 20% del capitale sociale). Esso può essere anche redistribuito ai soci sotto forma di dividendi e può essere sospeso agli esercizi futuri quando non si decide immediatamente la sua destinazione.
La perdita può essere coperta mediante reintegro (i soci mettono i soldi di tasca loro), copertura contabile (mediante l’uso di riserve), in extremis mediante riduzione del capitale sociale.
Alternativamente anche le perdite possono essere portate a nuovo quando le decisioni sulla loro copertura sono destinate al futuro.
Le riserve oltre che per coprire l’eventuale perdita possono essere usate per integrare il dividendo (che può essere distribuito anche se il risultato d’esercizio è una perdita) o per un aumento gratuito del capitale.
Le riserve possono essere di due tipi: riserve di utile quelle che si formano accantonando gli utili rilevati a conto economico e riserve di capitale‖ sono invece quelle che si formano accantonando risorse che provengono esternamente. L’utilità di accantonare a o utilizzare riserve è quella di aumentare la stabilità dei dividendi (perché la volatilità degli utili, corrisponderebbe ad un maggior costo del capitale di finanziamento).
VARIAZIONE ESOGENA
Sono aumenti del capitale sociale per cui valgono le stesse regole previsti per i conferimenti iniziali, vale il diritto di opzione regolata dal OIC 28. Danno luogo a creazione di riserve sovrapprezzo azioni (prezzo di emissione – valore nominale), riserva conguaglio dividendi (che nasce per garantire una parità nella distribuzione degli utili rispetto ai soci entrati nell’esercizio). Si può aumentare il capitale sociale convertendo i debiti (anche verso dipendenti) in azioni o i versamenti in conto capitale (che sono versamenti dei soci ai quali non corrisponde immediata emissione di nuove azioni, sono inizialmente messe a riserva e possono essere successivamente convertite in capitale).
Le riduzioni di capitale sociale posso avvenire nell’estremo caso della copertura di una perdita, oppure possono essere riduzioni reali per cui è previsto un rimborso ai soci. Un caso particolare è quello di un’uscita di un soci, per cui oltre alla sua quota di capitale sociale dovrà essere corrisposta una quota proporzionale delle riserve usando primariamente quelle disponibili e se queste sono insufficienti, secondariamente quelle indisponibili. Il caso di acquisto di azioni proprie può avvenire nei limiti delle riserve disponibili e utili distribuibili, per speculare o per dare un segnale positivo al mercato, perché chi meglio della stessa impresa conosce le prospettive future?
Per acquistare azioni proprie è necessario accantonare ad apposita riserva. Nel caso di vendita delle azioni, oltre a convertire la riserva creata in riserva disponibile, la plusvalenza dovrà essere iscritta come riserva sovrapprezzo. Nel caso di annullamento va ridotto il capitale sociale e la parte corrispondente di riserva per il valore delle azioni proprie, a questo punto va chiusa la riserva per azioni proprie (come per l’uscita del socio).