Acquisto di servizi
I servizi sono imponibili IVA, determinano un incremento dei costi della produzione ai quali corrisponde la nascita di un debito verso fornitore di servizi. Determinate attività vengono svolte dai terzisti (per sostituire quelle funzione che non vengono svolte dall’impresa stessa), quando escono dal nostro magazzino materie v/terzisti per lavorazione, sarà necessario innanzitutto utilizzare i conti d’ordine (che corrispondono ne a una variazione economica ne a una variazione finanziaria ma sono scritture di memoria) a cui corrisponde l’emissione di documenti dimostrativi del fatto che queste materie vengano inviate in conto lavorazione (questo per vincere la presunzione dell’erario che presume che tutti i beni che escono dall’azienda siano vendite). In generale il funzionamento dei conti d’ordine vuole in dare l’oggetto che entra (o in avere quello che esce) e nella sezione opposta il soggetto collegato.
L’assicurazione è uno strumento esterno di copertura del rischio, il costo del servizio è rappresentato dalla liquidazione del premio assicurativo; è esente IVA: nel caso di furti di cassa dovremo registrare un’insussistenza passiva che verrà successivamente in parte (o in totale) risarcita dall’assicurazione; nel caso di furti di magazzino non andranno fatte alcune registrazioni e l’insussistenza risulterà dalle rimanenze in magazzino a fine anno.
Per quanto riguarda le intermediazioni commerciali, i rappresentati che non sono dipendenti ma soggetti autonomi provvisti di mitica partita IVA, rilasceranno regolare fattura (soggette ad IVA) per le loro prestazioni. Concernemente i contributi previdenziali, questi sono dovuti all’ENASARCO nella misura del 13,5% del valore delle provvigioni per metà a carico dell’azienda e per metà dei rappresentanti stessi; materialmente vengono pagati ogni tre mesi dall’azienda stessa (che ridurrà per la quota corrispondente i debiti v/rappresentante). Altra problematica riguarda le ritenute erariali in quanto l’azienda agirà come sostituto d’imposta trattenendo al pagamento l’imposta su reddito persone fisiche (Irpef, che ammonta al 4,6% nel caso che l’intermediario si avvalga di ausiliari e di 11,5% nel caso in cui non si avvalga di ausiliari) e corrisponderà la nascita di un debito verso l’erario per la quota corrispondente.
Per quanto riguarda i servizi da parte dei lavoratori autonomi nel caso questi siano iscritti ad albi professionali (quelli che hanno cassa di categoria) saranno a loro dovuti contributi previdenziali del 4%, addebitati direttamente in fattura al cliente e l’IVA verrà calcolato sia sul compenso che sul contributo. La ritenuta (che andrà versata all’erario entro il 16 del mese successivo al pagamento), sarà calcolata sul costo non comprensivo dei contributi. I professionisti senza albi invece possono esercitare rivalsa del 4% (assoggettata sia ad IVA che inclusa nella base di calcolo sulla ritenuta sul reddito) addebitata direttamente alle aziende committenti per fronteggiare il contributo previdenziale Inps da essi dovuto (che non coinvolge contabilmente l’azienda).