L’amministrazione pubblica secondo l’Unione Europea
In base ai provvedimenti dell’unione europea abbiamo due tipi di amministrazione pubblica: unità di produzione e unità istituzionali che agiscono da produttori (non è detto che lo siano, controllano e tutelano la collettività) di beni e servizi non destinabili alla vendita, la cui produzione è destinata a consumi collettivi e individuali e finanziata in prevalenza con versamenti obbligatori e/o tutte quelle unità con funzione di redistribuzione del reddito e della ricchezza del paese (quando salgo sull’autobus non scelgo, è in monopolio, non faccio calcolo di convenienze) il fatto che si utilizzino i soldi della collettività esige la presenza dell’uomo politico, noi lo abbiamo eletto e lui decide dell’uso dei soldi pubblici.
Il politico decide come spendere i soldi della collettività.
In Italia le amministrazioni pubbliche si sono sviluppate in un certo modo, poi provvedimenti legislativi hanno cambiato questo modo di essere delle pubbliche amministrazioni.
Dal 1990 non c’è più concetto di unità di consumo ma di unità di produzione, quindi si cerca di trasformare le pubbliche amministrazioni da unità di consumo a unità di produzione. Quindi esistono ormai solo unità di produzione (quelle che prima erano imprese e che ora sono anche le pubbliche amministrazioni).
Quindi le pubbliche amministrazioni diventano responsabili non di come è stato speso il denaro pubblico ma dei risultati raggiunti in termini di qualità e quantità dei servizi erogati e dei soldi usati in relazione al livello di qualità e quantità dei servizi.
Allora questo modo di concepire la pubblica amministrazione come unità che produce beni e servizi per la collettività cambia anche il modello di management da utilizzare.
La pubblica amministrazione spendeva i soldi pubblici dando posti di lavoro, il politico ha il potere di dare i posti di lavoro e li dà a chi sono vicini al suo partito.