Istantanea sul futuro delle polizze catastrofali: un solievo per le aziende
L’obbligo di stipulare polizze assicurative contro le calamità naturali per le imprese potrebbe essere rinviato di tre mesi. Questo articolo esplora le motivazioni alla base della proroga e le sue possibili conseguenze.

La pressione del tempo
L’introduzione di una nuova scadenza per le assicurazioni contro le calamità naturali prevista dalla legge di bilancio 2024 ha spinto il governo a considerare un ritardo fino al 30 giugno 2025. Originariamente, il termine era fissato al 31 marzo, ma un ulteriore rinvio, che il Consiglio dei ministri discuterà il 28 marzo, è fortemente sostenuto da molte associazioni di categoria. Confcommercio ha definito la scadenza iniziale “inadeguata”, sottolineando le difficoltà che milioni di attività dovranno affrontare per conformarsi. Un ostacolo significativo è la mancanza di un portale IVASS operativo per consentire la comparazione delle offerte assicurative, evidenziando l’urgente necessità di ulteriori misure di supporto.
La sfida della mancata chiarezza
Il panorama attuale è confuso, aggravato dall’assenza di indicazioni più precise. “Rimandare è essenziale per uscire dall’incertezza che attanaglia milioni di imprese,” avverte Confesercenti. L’associazione ha chiesto al Governo di esprimere un chiaro impegno verso la proroga poiché l’emendamento nel decreto Bollette che permette lo slittamento è attualmente in una fase di stallo. La situazione sta diventando insostenibile, soprattutto per le aziende nei settori del commercio, turismo e servizi, che operano principalmente in strutture prese in affitto. La normativa insistente obbliga tutte le attività, sia in proprietà che in affitto, a garantire il valore di ricostruzione degli edifici con un’assicurazione contro le catastrofi. Tale contesto generato dalla giungla normativa e da una corsa contro il tempo mette le aziende sotto pressione, costrette a navigare tra labirinti burocratici e urgenze economiche.
Le Repercussioni del Non Adeguarsi
Ignorare l’obbligo di stipulare una polizza potrebbe causare serie ripercussioni. Confesercenti ha stimato che in Italia vi siano circa 2,8 milioni di edifici dedicati a attività turistiche, commerciali e manifatturiere, con oltre la metà di questi in locazione. È imperativo per gli affittuari collaborare con i proprietari per garantire la legittimità delle proprietà e verificare le coperture assicurative esistenti. Sebbene non siano previste sanzioni dirette per chi omette di stipulare le polizze, la mancata adesione potrebbe precludere l’accesso ai finanziamenti. Le aziende prive di assicurazione si vedono tagliate fuori da bandi di finanziamento e, in caso di catastrofi naturali, non ricevono supporti economici. Inoltre, gli amministratori possono incorrere in azioni legali per aver trascurato l’obbligo assicurativo. È cruciale che le imprese abbiano il tempo necessario per valutare attentamente le opzioni assicurative, garantendo decisioni strategiche e oculate che tutelino i propri interessi.