Introduzione alla finanza aziendale
Si avviano nuovi investimenti sulla base dell’aspettativa che il valore prodotto dalle innovazioni possa superare il costo degli investimenti stessi. Ma come è possibile calcolare tale utilità su investimenti anche di 10 o 20 anni?
Il manager finanziario ha due responsabilità:
1) Decisioni di investimento: capital budgeting
2) Decisioni di finanziamento: la raccolta del denaro per finanziare gli investimenti
Il ruolo del manager finanziario
L’impresa ha bisogno di un insieme di attività reali; per reperirle utilizza le attività finanziarie, formate da azioni, obbligazioni, prestiti bancari, contratti di leasing etc.
Le fasi di scambio di risorse fra il mercato finanziario e l’impresa sono:
1) raccolta dei fondi attraverso la vendita di attività finanziarie agli investitori
2) investimento dei fondi
3) fondi generati dalla gestione
4) reinvestimento dei fondi oppure restituzione dei fondi agli investitori
Gli azionisti finanziano un’impresa soltanto se le decisioni prese da essa generano un rendimento adeguato, cioè un rendimento almeno uguale a quello ottenibile dal mercato finanziario. I manager finanziari, oltre a reperire il capitale, devono anche localizzarlo (si pensi alle multinazionali).
Chi è il manager finanziario?
È colui/sono coloro i quali si occupano delle due decisioni che abbiamo già citato: capital budgeting e finanziamento.
Il tesoriere è solitamente la persona più coinvolta nella finanza mentre, laddove l’impresa sia in forte sviluppo, tale sviluppo si accompagna all’emergere del controller, che gestisce il processo di pianificazione e il controllo di gestione, verificando l’efficienza nell’impiego dei fondi raccolti da altri manager. Sia il tesoriere sia il controller sia il direttore amministrativo rispondono al direttore finanziario (detto CFO: Chief Financial Officer). La decisione finale, tuttavia, spetta per legge o per prassi al consiglio di amministrazione.
Separazione tra proprietà e controllo
La responsabilità limitata facilita la raccolta di capitale di rischio, tuttavia genera un progressivo distacco (sino alle public company (ricorda da economia e gestione delle imprese). È impossibile che tutti gli azionisti siano coinvolti attivamente nelle decisioni manageriali. Inoltre la proprietà delle azioni cambia frequentemente ma questo non implica che cambi il controllo. Da questa separazione tra proprietà e controllo (ricorda da economia e gestione delle imprese) nascono i conflitti tra principal (azionista) e agent (manager). I costi di agenzia nascono quando i manager non cercano di massimizzare il valore dell’impresa e gli azionisti devono sostenere costi per controllare i loro comportamenti. Altri costi di agenzia si hanno quando l’impresa non è in condizioni di prosperità: le banche non gradiscono che essa compia azioni rischiose, per esempio. I conflitti tra principali e agenti sarebbero facili da risolvere se tutti disponessero delle stesse informazioni (ricorda da economia politica: “le asimmetrie informative”). Per questo spesso i manager sono costretti a convincere i terzi acquistando essi stessi quote dell’impresa.