Innovazioni informatiche, organizzazione e lavoro
PREMESSA
L’elemento più nuovo e specifico della nuova tecnologia è costituito dai suoi effetti sul controllo (degli operatori sul processo produttivo e di persone su altre persone all’interno dell’organizzazione) e sulle relazioni di scambio all’interno delle organizzazioni e fra le organizzazioni. L’informatica non è solo tecnologia produttiva, ma anche tecnologia organizzativa, destinata alla gestione e al controllo dei sistemi organizzativi e delle loro interazioni.
L’INFORMATICA COME TECNOLOGIA DI PRODUZIONE E STRUMENTO DI LAVORO
Si possono distinguere gli impieghi dell’informatica in due tipi: come tecnologia di produzione (come strumento di lavoro) e come tecnologia d’organizzazione e intermediazione. Come tecnologia di produzione raggruppiamo le applicazioni volte al controllo e all’attuazione di processi produttivi; mira a incidere sui costi di produzione. In tale contesto i calcolatori usati per produrre documenti sono usati come veri e propri strumenti di lavoro. Gli effetti dell’informatica usata come strumento di lavoro si possono riassumere in economie di tempo di lavoro umano. Nel processo informativo vi sono fattori che “consumano” tempo. Tra essi, vi è il fatto che:
- molti processi vengono svolti in gran parte manualmente;
- vi è una serie di passaggi dell’informazione da un supporto, o medium, all’altro;
- vi sono numerose attività parassite.
Da questo punto di vista, le tecnologie informatiche possono incidere su tali fattori in vario modo, questi fattori di produttività si possono così esplicitare:
- Automazione: i sistemi informatici sostituiscono la forza lavoro;
- Trasformazione di media: la riduzione del numero di trasformazioni di media economizza lavoro;
- Funzioni parassite: sono le attività impreviste e imprevedibili ma dispendiose in termini di tempo, l’automazione può ridurre tali funzioni;
- Rapidità, tempestività: qui gli effetti derivano dal risparmio immediato che risulta dalla riduzione dei tempi d’attesa e dalla possibilità di fare di più in un dato tempo (velocizzazione del processo informativo).
EFFETTI SUL LAVORO
Per quanto riguarda le modifiche alla struttura occupazionale prodotte dall’impiego dei calcolatori in qualità di strumenti di lavoro, un certo numero di indagini mostra come esse abbiano comportato una riduzione di posto di lavoro non qualificati, una leggera riduzione di supervisori e un aumento in alcune mansioni più qualificate. Con l’affidamento a macchine automatiche di molti compiti di produzione, memorizzazione dati, ecc. è in atto un processo di “omogeneizzazione” del lavoro in cui le più marcate differenze tra lavoro operaio e lavoro impiegatizio tendono a diminuire.
L’INFORMATICA COME TECNOLOGIA D’ORGANIZZAZIONE E DI INTERMEDIAZIONE / DISINTERMEDIAZIONE
Per evidenziare il ruolo dell’informazione nelle organizzazioni possiamo rifarci a due concezioni dell’organizzazione: l’una che vede nella decisione il processo organizzativo fondamentale, l’altra che vede nello scambio (transazione) il fondamento dell’organizzazione. Un’ipotesi sul ruolo dell’informazione nell’organizzazione è quella avanzata da Galbraith (1973) secondo la quale maggiore è l’incertezza del compito, maggiore è l’ammontare delle informazioni che devono essere elaborate e trasmesse tra i decisori durante lo svolgimento del compito. E’ opportuno sottolineare come ogni transazione implichi per sua natura l’interazione sociale tra due o più individui.
a) Informazione e organizzazione delle attività economiche. Le funzioni economiche fondamentali che devono essere svolte sono quelle di allocazione delle risorse, controllo e coordinamento delle attività economiche. Poiché le transazioni (gli scambi) tra unità sono di vitale importanza per il funzionamento di un’economia specializzata fondata sullo scambio, la funzione più importante per il sistema economico è quella di coordinamento. Quando l’accesso all’informazione è differenziato a seconda degli operatori, il sistema dei prezzi presenta deficienze. Per questa ragione i mercati considerati come sistemi informativi sono costosi e imperfetti: le transazioni hanno un costo informativo. Di conseguenza l’organizzazione gerarchica prevale quando lo scambio ha difficoltà ad avvenire sul mercato. Per garantire l’allocazione, coordinamento e controllo delle risorse necessarie per organizzare l’attività economica all’interno dell’organizzazione, la “gerarchica” ha pure dei costi: i costi di coordinamento (di transazione interna). Distinguiamo quindi i costi di coordinamento da quelli di transazione (esterna). Da questo punto di vista, i costi possono essere definiti come il costo di raccolta, elaborazione, valutazione, trasmissione dell’informazione riguardo all’ambiente, interno ed esterno.
b) Informatica e coordinamento.
Strategie di riduzione dell’incertezza |
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I) Riduzione del bisogno di elaborazione informazioni |
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II) Aumento della capacità di elaborare informazioni |
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I prezzi da pagare sono i maggiori costi di sistema di elaborazione e organizzativi, a fronte della maggior efficacia nella riduzione dell’incertezza.
c) Effetti sull’organizzazione e sul lavoro. L’informatica a supporto dei sistemi di coordinamento favorisce le strategie basate sul potenziamento della capacità di trattare e scambiare informazioni.
Effetti dei sistemi informativi “verticali” automatizzati sulla pianificazione, coordinamento e controllo aziendale |
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Attraverso queste potenzialità, i sistemi informativi “verticali” automatizzati possono rendere più efficienti le funzioni di allocazione (pianificazione), coordinamento e controllo aziendale. Non c’è dubbio che i sistemi più specifici e originali della telematica e dell’automazione d’ufficio consentano di adottare strategie organizzative fondate su più facili e più fitte comunicazioni orizzontali, su modalità di auto-coordinamento. In altre parole verrebbe favorita la strategia delle relazioni laterali, in particolare potrebbero essere favoriti e potenziati in prima istanza i contatti diretti (intermediari dalla tecnologia), i gruppi di lavoro ad hoc (task forces) e permanenti (teams). In un certo senso, l’office automation e la telematica potrebbero ridurre la necessità di intermediari, siano essi gerarchici o di collegamento e integrazione.
d) L’informatica come tecnologia di intermediazione / disintermediazione. Possiamo individuare sostanzialmente tre fasi nel processo di scambio:
- ricerca: riguarda le attività necessarie per organizzare l’unità sociale minima (la coppia dei contraenti) per lo scambio;
- contrattazione: riguarda le attività relative alla negoziazione dei termini dell’affare e alla conclusione del contratto;
- controllo e regolazione: includono le attività per tradurre in concreto il modello di contratto in condizioni di incertezza ambientale, per concordare sui necessari aggiustamenti che si rendano di volta in volta necessari e per effettuarli.
I costi di transazione dipendono principalmente da:
- il comportamento opportunistico dei partecipanti alla transazione;
- il numero dei potenziali partecipanti;
- la distribuzione non perfetta, e più o meno asimmetrica, dell’informazione fra di loro.
L’uso dell’informatica, telematica e automazione d’ufficio a supporto delle transazioni economiche esterne tende a ridurre i costi informativi delle transazioni stesse. Dal punto di vista organizzativo, l’uso delle tecnologie dell’informazione riduce le ragione per creare e mantenere strutture gerarchico – burocratiche favorendo la forma – mercato. Le stesse forme di telelavoro potrebbero favorire una mercantilizzazione dei rapporti organizzativi.
e) Il caso del telelavoro. Esso porta alle estreme conseguenze la caratteristica più specifica e sconvolgente delle tecnologie dell’informazione: la despazializzazione delle attività umane a base informativa. Il telelavoro può assumere diverse forme organizzative:
- centri di lavoro periferici: dislocati in funzione dei limiti del pendolarismo;
- centri di lavoro satelliti: dipendenti di organizzazioni diverse utilizzano attrezzature del centro di lavoro più vicino a casa loro;
- lavoro a domicilio.
Il problema è quello del controllo, ma sono proprio i sistemi informatici a permettere un controllo molto preciso sull’operatore se si avvale di tali sistemi. Per garantire il successo delle iniziative di telelavoro si tratta di raggiungere uno scambio equilibrato: l’impresa investe per ottenere dei “guadagni” e ridurre i suoi “costi nascosti” e per ottenere la flessibilità di cui s’è detto i dipendenti accettano di cambiare compiti o organizzazione del lavoro per avere più tempo libero. Per i lavoratori, fra i pro c’è la possibilità di lavorare per madri con figli piccoli, per handicappati, l’eliminazione di lunghi spostamenti, minore rigidità nella suddivisione tra tempo di lavoro e di non lavoro. Fra i contro, l’isolamento, la maggiore precarietà del lavoro, la maggiore difficoltà di organizzarsi sindacalmente e quindi una minor forza contrattuale nei confronti dei datori di lavoro.
LA CONTRATTAZIONE PER LA RIPARTIZIONE DEI COSTI E DEI BENEFICI SOCIALI DELL’INFORMATICA
Gli accordi sottoscritti in questi anni a vari livelli sulle nuove tecnologie sono piuttosto vari e prevedono da garanzie minimali per i posti di lavoro fino a diritti di veto e di intervento sulle scelte aziendali nell’introduzione di nuovi sistemi. Per quanto riguarda gli obblighi sottoscritti dalle parti (sindacati e datori di lavoro), gli accordi in generale prevedono:
- l’impegno della direzione a fornire informazioni ai sindacati relativamente all’introduzione di nuove tecnologie prima che le scelte finali possono ancora essere influenzate;
- la creazione di organismi misti direzione / sindacati con lo scopo di discutere, controllare e negoziare il cambiamento;
- la possibilità di eleggere e formare rappresentanti sindacali incaricati di controllare l’introduzione di nuove tecnologie;
- la possibilità per i sindacati di ricorrere a esperti esterni all’azienda e, in certi casi (Svezia, Francia), l’obbligo per la direzione di pagare questi esperti;
- procedure destinate a controllare e a regolamentare la raccolta di informazioni di carattere personale che riguardano l’individuo che lavora in un’azienda e la regolamentazione dell’uso che si può fare di queste informazioni;
- l’inclusione di clausole di “status quo” tramite le quali i sindacati si vedono riconoscere il diritto di veto di ogni cambiamento che non sia stato concordato.
Per quanto riguarda i principali problemi affrontati, gli accordi prevedono:
- garanzie dei livelli occupazionali;
- il personale il cui lavoro è modificato o eliminato a causa del cambiamento tecnologico deve essere riconvertito a lavori di status comparabile nella stessa azienda;
- per quanto riguarda i lavoratori anziani, possono essere introdotti sistemi facoltativi di prepensionamento;
- l’introduzione delle nuove tecnologie non deve servire ad aumentare il ritmo di lavoro, il controllo e la supervisione, a ridurre i contatti di lavoro;
- gli aspetti relativi alla salute e alla sicurezza implicati dall’uso di attrezzature informatiche e schermi video devono essere accuratamente regolamentati;
- le informazioni di carattere personale sui lavoratori dell’azienda devono essere strettamente limitati ai dati che abbiano un rapporto diretto con le attività aziendali;
- il livello dei redditi dei lavoratori spostati deve essere garantito, nuove classificazioni professionali devono essere introdotte per quanto riguarda i lavoratori che utilizzano le nuove apparecchiature, ma non devono aumentare il ventaglio dei salari.
E’ emerso finora che i diritti conquistati e codificati negli accordi sono un po’ dovunque tradotti in pratica con difficoltà. La prima ragione sta nella scarsa competenza delle organizzazioni sindacali rispetto alle problematiche delle nuove tecnologie. Vi è inoltre certamente l’impreparazione delle direzioni aziendali e degli specialisti informatici, a trattare i temi e problemi posti dal sindacato. Lo stesso diritto alla consultazione, informazione e contrattazione precoce sulle caratteristiche e gli effetti dei nuovi sistemi è spesso eluso dalle direzioni aziendali che temono fughe di notizie riservate che avvantaggino i concorrenti. Persino la partecipazione di delegati alla progettazione dei sistemi a difesa e promozione degli interessi dei dipendenti presenta inconvenienti: c’è il rischio che chi partecipa alla progettazione e realizzazione dei sistemi fornisca coperture a scelte in realtà fatte totalmente dall’azienda. Lo stesso diritto all’informazione pone non di rado problemi ai delegati e alle organizzazioni sindacali, che di fronte a una mole notevole di informazioni di difficile comprensione non sanno come regolarsi. La stessa possibilità di avvalersi di esperti esterni rischia di tradursi di fatto in una delega più o meno fiduciaria da parte dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali a questi esperti, che potrebbero finire col sostituirsi di fatto ai legittimi delegati. Fra tutti i problemi, i più vivi e sentiti sono quelli della formazione di sindacalisti e delegati, per capire e dominare le tematiche delle nuove tecnologie, e della socializzazione delle esperienze fatte.
VERSO LA “SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE”?
Visto il peso che il “settore dell’informazione” ha nelle economie occidentali, dove ha superato il settore industriale, la nostra società può essere qualificata come la società dell’informazione. Gli addetti all’informazione fra coloro che creano e sviluppano lo stock (il “capitale”) di lungo periodo delle conoscenze e coloro che hanno a che fare con l’informazione “corrente” ovvero la gestione e coordinamento dell’attività economica, emerge come la grande maggioranza dei “lavoratori dell’informazione” sia dedita alla gestione dell’informazione corrente più che a contribuire al “capitale” di conoscenze. I veri vantaggi dell’informazione dell’economia e della società sono nell’ausilio offerto dalle nuove tecnologie informatiche e telematiche alle attività di coordinamento interno delle organizzazioni e di gestione delle transazioni fra le unità organizzative, rendendo più efficienti ed efficaci le attività di gestione dell’economia e della società.