Saldi finanziari per macrosettori
Abbiamo introdotto il concetto di saldo finanziario parlando di un indeterminato agente economico. Tuttavia, nella realtà, non siamo in grado di registrare i dati di ciascun soggetto (individuo, impresa, ecc¼) ma si procede ad alcune aggregazioni inevitabili. Perciò, quando si parla di saldi finanziari in realtà si fa riferimento a quelli dei cosiddetti macrosettori dell’economia. Questi macrosettori vengono costituiti sulla base di semplificazioni volte a definire l’elemento qualificante di un determinato gruppo di soggetti, e presentano specifiche caratteristiche in termini di saldo finanziario.
– Famiglie – unità di consumo: l’elemento che maggiormente caratterizza questi soggetti è utilizzare la parte più rilevante del reddito prodotto in consumi. All’interno di questa categoria rientrano tutti i soggetti individuali, ma anche le piccolissime imprese che non vengono qualificate come tali. Questo contenitore è normalmente caratterizzato da saldi finanziari positivi (SF>0), ossia, in generale, è composto da soggetti che sono fattori netti di risorse per il sistema finanziario. È però importante precisare che questa caratteristica corrisponde a una media dell’aggregato: non tutte le famiglie hanno saldi finanziari positivi ogni anno, ma considerando le famiglie nel complesso, quelle che fanno attività reali significative sono più che compensate da quelle che non le fanno. Tale precisazione è abbastanza scontata, dal momento che, se tutte le famiglie fossero in grado di offrire risorse al sistema finanziario, non esisterebbero forme di passività finanziarie riferite a questi soggetti, che invece esistono.
– Imprese non finanziarie – unità di produzione di beni o servizi destinati alla vendita: considerando l’elemento che maggiormente caratterizza questo gruppo, è facile intuire che esso sia costituito da soggetti anche fortemente eterogenei tra loro. Si tratta di soggetti che, normalmente, fanno ingenti investimenti reali rispetto al reddito prodotto. Questo contenitore è quindi caratterizzato, generalmente, da saldi finanziari negativi (SF<0), ossia, è costituito da soggetti che sono prenditori netti di risorse dal sistema finanziario. Anche in questo caso valgono i discorsi fatti per il gruppo precedente: non tutte le imprese presentano saldi finanziari negativi ogni anno, ma, in media, il macrosettore presenta questa caratteristica.
– Imprese finanziarie – unità di produzione di servizi finanziari: questo gruppo è costituito da tutti quei soggetti, come le banche, le società di intermediazione mobiliare, le società di gestione del risparmio (SGR), ecc, che si specializzano nella fornitura di servizi finanziari. Questo contenitore è normalmente caratterizzato da saldi finanziari nulli, prossimi allo 0 (SF»0): ciò significa che gli investimenti infrastrutturali sostenuti allo scopo di offrire servizi finanziari vengono grosso modo pareggiati dai ricavi conseguenti alla vendita di tali servizi.
– Pubbliche Amministrazioni (PA) – unità di produzione di beni e servizi non destinati alla vendita: questi soggetti forniscono beni e servizi pubblici, la maggior parte dei quali non vengono pagati direttamente, bensì indirettamente, attraverso le tasse. Per alcuni di essi, tuttavia, viene richiesto anche un contributo diretto: ad esempio, per usufruire del trasporto pubblico dobbiamo comunque pagare un biglietto. Questo contenitore è normalmente caratterizzata da saldi finanziari negativi (SF<0), ossia i soggetti che lo compongono sostengono investimenti infrastrutturali superiori alle entrate correnti nette.
– Estero: comprende tutti i rapporti economici intrattenuti da soggetti non residenti con i residenti. La logica di attribuzione alla categoria è residuale e i saldi finanziari sono una diretta conseguenza di quanto accade negli altri gruppi, perciò non troviamo un segno prevalente.
Panoramica sulla situazione italiana
Negli ultimi anni, le famiglie italiane continuano a presentare saldi finanziari positivi, che tuttavia hanno un trend ormai trentennale di diminuzione. Ricordando che i saldi finanziari vengono rappresentati come valore rispetto al PIL, e non come valore assoluto, oggi siamo nell’ordine del 2,3% del PIL, mentre negli anni Ottanta si arrivava quasi al 20%. In quegli anni, le famiglie italiane erano, insieme a quelle giapponesi, le famiglie che risparmiavano di più; oggi, i saldi finanziari sono ancora positivi, ma sono addirittura al di sotto della media dei Paesi industrializzati con cui ci confrontiamo. Procedendo nell’analisi, vedremo da che cosa è stato determinato questo calo.
Sempre in riferimento al primo macrosettore, bisogna ricordare che, a fronte di Paesi in cui le famiglie presentano saldi finanziari positivi, troveremo Paesi in cui le famiglie presentano saldi finanziari negativi. Questi Paesi sono, in primis, Stati Uniti e Gran Bretagna, dove le famiglie sono tendenzialmente molto indebitate: si tratta quindi di Paesi in cui la crescita economica è finanziata da debito puro, a tutti i livelli.
Per quanto riguarda le imprese italiane possiamo dire che esse non hanno una caratterizzazione molto forte sui saldi finanziari, a differenza delle famiglie. In generale, il secondo macrosettore è caratterizzato da saldi finanziari negativi, il cui valore tende a essere ciclico, e fornisce informazioni sull’andamento dell’economia. Infatti, le imprese tendono ad aumentare gli investimenti quando prevedono che si verificherà un incremento della domanda dei beni e servizi da loro offerti. Ciò significa che i saldi finanziari delle imprese tendono a peggiorare nelle prime fasi di espansione del ciclo economico, in cui si ha la necessità di sostenere investimenti ma non si ha ancora un corrispondente ritorno economico. Al contrario, gli investimenti si riducono quando le imprese prevedono un calo della domanda. Ciò significa che i saldi finanziari delle imprese restano, in generale, negativi, ma tendono ad esserlo meno nelle fasi di recessione, o comunque nelle fasi di rallentamento del sistema economico.
Sulle imprese finanziarie non ci sono molte altre osservazioni da fare: anche per istituzioni come le banche vale quanto detto sopra.
Va invece approfondito il discorso sulle Pubbliche Amministrazioni. In questo momento, sia in Europa che negli Stati Uniti, non sono le imprese il principale problema: sia le imprese europee che quelle statunitensi riescono a cavarsela grazie ad una struttura finanziaria adeguata e ad un costante controllo dell’indebitamento. Le criticità in Europa, e ancora di più negli Stati Uniti, derivano dai saldi finanziari negativi e dagli stock di debito delle Pubbliche Amministrazioni. In base al Trattato di Maastricht, il rapporto tra deficit pubblico e PIL non dovrebbe essere superiore al 3%, mentre in Grecia tale rapporto ha raggiunto la doppia cifra, cosa che rischia di accadere anche in altri Paesi, come l’Italia. In generale, i saldi finanziari delle Pubbliche Amministrazioni devono essere negativi perché esse sostengono investimenti enormi, che hanno un ritorno economico solo nel lunghissimo termine e che nessun privato sarebbe in grado di sostenere. Inoltre, oltre alle spese per infrastrutture, le Pubbliche Amministrazioni devono sostenere ingenti spese per l’erogazione di servizi pubblici.
È all’interno del settore della Pubblica Amministrazione che entra in gioco la differenza strutturale tra un Paese all’altro, che dipende fortemente da scelte politiche. Per fare un esempio, negli anni Settanta, il Primo Ministro inglese Margaret Thatcher e il Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, promossero un certo astensionismo in economia da parte dello Stato. Ciò si tradusse in una significativa riduzione delle tasse e in saldi finanziari della Pubblica Amministrazione positivi, ma comportò anche una notevole riduzione dei servizi pubblici offerti. I Paesi scandinavi, invece, mantengono da sempre una linea d’azione opposta: le tasse sono molto alte, i servizi sono molto efficienti e i saldi finanziari delle Pubbliche Amministrazioni sono perennemente negativi, ma comunque entro i limiti di sicurezza.
L’estero
A questo punto, rimane da analizzare il macrosettore dell’estero. Innanzitutto ricordiamo che, parlando di macrosettori si può condurre un’analisi cross-time, (confronto della situazione di un Paese in momenti diversi), oppure un’analisi cross-country (confronto tra lo stesso macrosettore di due Paesi diversi); questi due tipi di analisi possono essere condotte anche per il settore estero. In generale, tra i macrosettori individuati, ne troviamo quattro interni e uno esterno, perciò, il primo passo che si può fare è semplificare, immaginando un’economia chiusa.
In questo caso avremo: SFf + SFinf + SFif + SFPA = 0.
In un’economia chiusa, la somma dei saldi finanziari dei settori interni deve necessariamente essere uguale a 0, dal momento che le risorse prodotte da un sistema economico che non scambia devono necessariamente essere reinvestite all’interno di quello stesso sistema economico. Da questo ragionamento consegue che la sommatoria dei saldi finanziari interni deve essere uguale all’investimento interno: SFint = Iint. Questo perché un’economia che non scambia può sostenere solo gli investimenti che sono supportati dal risparmio interno.
Si tratta tuttavia di un’ipotesi molto semplificata, dal momento che tutti i sistemi economici scambiano con il resto del mondo. In una situazione di economia aperta, i saldi finanziari interni potranno assumere valore maggiore, minore o uguale a 0: infatti, le risorse prodotte da un sistema economico possono non essere sufficienti a sostenere l’investimento interno e, in tal caso, si dovranno importare altre risorse; viceversa, è possibile che le risorse prodotte da un sistema economico eccedano le necessità del sistema stesso e, in tal caso, le risorse in eccesso saranno utilizzate per sostenere gli investimenti di altri Paesi. In economia aperta avremo SFint + SFestero = 0 e gli investimenti potranno derivare da risorse prodotte all’interno o all’esterno del sistema, così come le risorse prodotte potranno andare a finanziare investimenti interni o esterni al sistema stesso.
Da questo ragionamento consegue che SFint = – SFestero, perciò, come avevamo detto in precedenza, il saldo finanziario dell’estero dipende da cosa è accaduto all’interno di un’economia in termini di risorse generate e allocate.