Rimessa documentaria
Ci troviamo di fronte a due figure, quella dell’esportatore e quella dell’importatore. La prima fase consiste nell’invio delle merci dall’esportatore all’importatore e, contemporaneamente, nell’invio dei documenti ad una banca che, tipicamente, si trova nel Paese dell’esportatore. In un secondo momento, la banca dell’esportatore trasferisce i documenti a una banca situata nel Paese dell’importatore, mentre, in contemporanea, le merci si spostano da un Paese all’altro. Nella terza fase, la banca dell’importatore avviserà quest’ultimo dell’arrivo dei documenti. La rimessa documentaria assume quindi la fattispecie di documenti contro pagamento, ossia l’importatore paga la propria banca e ottiene in cambio i documenti con cui potrà legittimamente ritirare le merci. A questo punto, la banca dell’importatore trasferisce il pagamento alla banca dell’esportatore, che, a sua volta, accrediterà il conto del suo cliente.
Lo stesso schema si può presentare in caso di pagamento con cambiale, con l’unica differenza che la rimessa documentaria assume la fattispecie di documenti contro accettazione e la banca dell’esportatore non riceverà il pagamento ma la cambiale firmata.
In ogni caso, con la rimessa documentaria, le banche si limitano a svolgere il ruolo di “postini”, offrendo la loro rete di comunicazione alla due parti.
Credito documentario
A differenza di quanto avveniva con la rimessa, per il credito documentario (che esisterà anch’esso nella forma di documenti contro pagamento/accettazione), bisogna distinguere due fasi:
– l’apertura del credito documentario;
– l’utilizzo del credito documentario.
Le due parti stabiliscono che il pagamento avverrà attraverso l’apertura di un credito documentario a favore dell’esportatore, perciò il contratto commerciale si perfezionerà quando l’esportatore riceve l’avviso dell’apertura del credito documentario. Quindi, nella fase di apertura, l’importatore, su iniziativa propria, chiederà alla propria banca, che prende il nome di banca emittente e che tipicamente è una banca del suo Paese, di aprire un credito documentario a favore dell’esportatore. In pratica, l’importatore chiede alla banca emittente di garantire per lui, assicurando che il pagamento avverrà: deve quindi nascere una linea di credito tra la banca emittente e l’importatore perché, alla base di tutto, c’è il credito che la banca concede all’importatore stesso. Tuttavia, all’esportatore non interessa la nascita di questa linea di credito: semplicemente, gli interessa sapere che non sarà più l’importatore a pagarlo, bensì la banca che ha aperto il credito documentario. A questo punto, la banca emittente comunicherà l’avvenuta apertura del credito documentario ad una banca, che prende il nome di banca avvisante e che tipicamente è la banca dell’esportatore. Questa, a sua volta, avviserà l’esportatore dell’avvenuta apertura. Una volta ricevuto l’avviso, si perfezionerà anche il contratto commerciale, e l’esportatore risulterà obbligato a inviare le merci.
Nella fase di utilizzo del credito documentario troviamo le due figure dell’esportatore e dell’importatore, le merci che si muovo dall’uno all’altro e le modalità di utilizzo del credito documentario, che prende questo nome perché può essere utilizzato solo attraverso la consegna dei documenti. L’esportatore invierà le merci e contemporaneamente, invierà i documenti alla banca avvisante, che ha il compito di verificare che tali documenti siano in ordine. Se non viene riscontrata alcuna irregolarità, la banca avvisante paga l’esportatore e invia i documenti alla banca emittente, la quale effettuerà il pagamento finale a favore della banca avvisante che le aveva anticipato il denaro. La banca avvisante, quindi, è solo un tramite che anticipa l’azione della banca emittente. A questo punto, il credito documentario viene chiuso. Successivamente, l’importatore riceverà i documenti e dovrà rimborsare la propria banca ma le modalità con cui avverrà il rimborso non sono oggetto dello scambio.
È importante osservare che nel credito documentario le controparti della fase commerciale sono diverse dalle controparti della fase finanziaria: le prime sono l’esportatore e l’importatore, mentre le secondo sono l’esportatore e la banca emittente.
Il credito documentario rappresenta la massima tutela cui l’esportatore può aspirare: il pagamento non solo è garantito dalla banca emittente, ma viene anche anticipato dalla banca avvisante, che quindi assume in solido l’impegno a pagare. Tuttavia, questo strumento viene utilizzato solo nel caso di transazioni con nuovi clienti o clienti situati in Paesi sostanzialmente problematici, perché si tratta di uno strumento costoso. Il costo dell’apertura del credito documentario, in realtà, è a carico dell’importatore, ma se questi ha un certo potere contrattuale riesce, almeno in parte, a farsi rimborsare il costo attraverso il prezzo di vendita.
I sistemi di pagamento
Nel momento in cui le forme di pagamento che abbiamo visto o altre ancora vengono attivate su banche diverse è fondamentale che queste riescano a comunicare tra loro: si parla di sistemi di pagamento per indicare i vari modi attraverso cui le banche dialogano. Affinché possa avvenire questo dialogo è necessario che si sviluppino sistemi organizzativi adeguati, che vengono gestiti dalle banche centrali dei vari Paesi.
A seconda del tipo di operazione di pagamento sottostante, il dialogo tra le banche avviene utilizzando due diversi circuiti:
– BI-COMP: sistema di compensazione;
– BI-REL: sistema di regolamento lordo (in tempo reale).
Con il sistema BI-COMP vengono trasferiti solo i saldi, che sono di tipo multilaterale. Per semplicità cominciamo con l’ipotizzare una situazione bilaterale: due banche, ad esempio Unicredit e Intesa, mettono in atto una serie di operazioni che coinvolgono contemporaneamente i clienti dell’una e dell’altra parte. Alcune di queste operazioni avranno un determinato segno, mentre le altre avranno segno opposto. Una o più volte al giorno si blocca la situazione e si somma tutto ciò che Unicredit dovrebbe a Intesa e tutto ciò che Unicredit dovrebbe invece ricevere da Intesa. Stabiliti i due importi, verrà calcolato il saldo e solo l’importo del saldo sarà trasferito. Successivamente, saranno le singole banche che dovranno agire per far quadrare i conti dei propri clienti. In questo modo, i trasferimenti non avvengono in tempo reale, bensì dopo un certo periodo di tempo. Ora dobbiamo eliminare la semplificazione iniziale, dal momento che, oggi, il sistema di compensazione è multilaterale, e non bilaterale. In pratica, bisogna calcolare tutto ciò che una banca deve trasferire alle altre banche e tutto ciò che il sistema deve trasferire alla banca. In questo modo si capisce subito se una banca deve ricevere denaro o pagare e verrà trasferito solo il saldo. Questo sistema si utilizza per operazioni di piccolo importo, ossia per operazioni al dettaglio, la cui regolazione singola sarebbe troppo complessa e costosa.
Con il sistema BI-REL, invece, i trasferimenti vengono effettuati in tempo reale: nel momento in cui si manifesta la necessità di effettuare un trasferimento, quello avviene immediatamente e su basi lorde, a prescindere dal fatto che, nell’istante successivo, possono manifestarsi operazioni di segno opposto. Questo sistema si usa per i pagamenti all’ingrosso.
Gli strumenti del mercato monetario
Gli strumenti del mercato monetario presentano alcune caratteristiche:
– hanno scadenza ridotta (inferiore a 12 mesi): è l’elemento che permette di definirli;
– sono emessi da emittenti di alta qualità, ossia con alto standing creditizio: il mercato monetario è un mercato “aristocratico”, a cui non hanno accesso tutti i possibili emittenti;
– vengono emessi con tagli unitari elevati (ad eccezione dei BOT): si tratta quindi di un mercato in cui agiscono prevalentemente grandi operatori, sia dal punto di vista degli emittenti che degli investitori. Il BOT è l’unico strumento di mercato monetario effettivamente disponibile per i piccoli investitori; tutti gli altri strumenti, sebbene non siano molto diffusi nel nostro Paese, sono raggiungibili esclusivamente dai grandi investitori.
A questo punto bisogna capire perché gli emittenti raccolgono denaro a breve scadenza, mentre gli investitori domandano questi strumenti.
Motivazioni degli emittenti
Vi sono varie ragioni per cui un emittente può decidere di raccogliere denaro a breve termine. Innanzitutto, un emittente può dover rispondere a fabbisogni finanziari di breve termine, come il finanziamento del ciclo produttivo. Questi fabbisogni, in ultima istanza, sono bisogni di pagamento.
Inoltre, un emittente può decidere di raccogliere denaro a breve termine per gestire gli squilibri tra entrate e uscite. Anche in questo caso si parla più di bisogno di pagamento che di investimento.
Una motivazione che invece si avvicina di più al bisogno di investimento, è la volontà di utilizzare questi finanziamenti in qualità di finanziamenti ponte. La necessità di ricorrere ai finanziamenti ponte sorge quando si manifestano fabbisogni finanziari di natura prolungata che devono essere soddisfatti il prima possibile. L’organizzazione della raccolta di capitale a più lungo termine è molto articolata e richiede tempi piuttosto lunghi, che poco si prestano all’immediata soddisfazione dei bisogni. In questo caso, si farà ricorso ai più agili finanziamenti a breve termine, nell’attesa di riuscire ad ottenere un finanziamento a lunga scadenza.
I finanziamenti a breve termine sono più agili e veloci da ottenere perché, tendenzialmente, la breve scadenza rende più facile valutarli e prevedere la capacità di rimborso; inoltre bisogna considerare il fatto che solo gli emittenti di alta qualità accedono a questo mercato, cosa che garantisce una certa affidabilità; infine, i tagli unitari elevati fanno sì che si riescano a raccogliere pochi e grandi importi presso pochi e grandi investitori.