Le compagnie di assicurazione
Le compagnie di assicurazione sono intermediari peculiari dal punto di vista dell’attività svolta, non tanto per quanto riguarda il sistema finanziario, che opera anche in funzione della gestione dei rischi, quanto piuttosto in relazione alle modalità con cui questo business viene portato avanti, che non sono minimamente confrontabili con le attività svolte dagli altri intermediari finanziari. Infatti, nell’attività svolta dalle compagnie di assicurazione, il ciclo costi-ricavi risulta invertito: prima viene incassato il premio e solo in seguito verranno sostenuti i costi per eventuali sinistri. Per questo motivo, la redditività di una compagnia di assicurazione non è assolutamente confrontabile con quella di qualunque altro intermediario finanziario.
I prodotti assicurativi
Per capire fino in fondo le compagnie di assicurazione bisogna innanzitutto analizzare i prodotti che esse offrono. In primo luogo, ricordiamo che, dal punto di vista dei prodotti offerti, le compagnie di assicurazione si dividono in due categorie: ramo vita; ramo danni.
La legge impone alle compagnie di assicurazione la specializzazione del ramo operativo, ossia la stessa compagnia non può operare contemporaneamente sul ramo vita e sul ramo danni (anche se non è escluso che esistano due compagnie distinte che operino sui due settori ma che appartengano allo stesso gruppo).
Vi è però un elemento che accomuna le compagnie di assicurazioni specializzate nel ramo vita e quelle specializzate nel ramo danni, ossia il fatto che il rischio gestito è un rischio puro. Ricordiamo che il rischio puro deriva da un evento che, qualora si manifesti, cagiona inevitabilmente un danno, mentre il rischio finanziario è sinonimo di incertezza relativamente ai risultati che un certo evento può determinare, ma che non necessariamente saranno dannosi. I rischi puri sono gestiti dalle compagnie di assicurazione, mentre i rischi finanziari sono gestiti dagli strumenti derivati che abbiamo già visto.
I prodotti ramo vita
Ciascuno dei prodotti appartenenti al ramo vita richiederebbe un’analisi molto lunga, ma noi andremo a vedere solo qualche breve nozione per ognuno di essi e ci soffermeremo un po’ di più solo su quelli più importanti.
All’interno del ramo vita esistono sei ambiti produttivi, che assumono a loro volta il nome di ramo, ognuno dei quali viene definito e codificato da una normativa specifica, che si inserisce all’interno della normativa più generale dedicata ai servizi assicurativi. Come vedremo, alcuni rami risultano molto più importanti di altri.
Ramo I: “Assicurazione sulla durata della vita umana”. È il ramo più importante e comprende strumenti diversi a seconda che l’evento assicurato sia la morte oppure la vita. Troviamo quindi tre sottocategorie: “Assicurazione caso morte”: l’evento assicurato è la premorienza, che, contrattualmente parlando, può essere costituita in due modi diversi, ossia temporanea o vita intera. Nel primo caso troveremo un soggetto titolare della polizza caso morte temporanea, la cui morte entro una certa data determinerà il pagamento di un certo ammontare per i beneficiari della polizza: quindi, se il titolare è ancora in vita dopo la data concordata, l’assicurazione non pagherà nulla; viceversa, se il titolare muore entro la data concordata, i beneficiari riceveranno la somma stabilita contrattualmente. Nel secondo caso, invece, i beneficiari della polizza riceveranno un capitale, stabilito contrattualmente, alla morte del titolare, in qualunque momento essa avvenga: ciò significa che i beneficiari, prima o poi, riceveranno sicuramente la somma concordata.
L’assicurazione caso morte vita intera è la forma di assicurazione più completa per l’evento morte ed è anche più facile da prezzare, dal momento che il prezzo dipenderà dalle statistiche relative alla mortalità media; “Assicurazione caso vita”: l’evento assicurato è la permanenza in vita. Si tratta di un prodotto con finalità chiaramente previdenziali, dal momento che, se ad una certa data il beneficiario della polizza è ancora in vita riceverà un capitale oppure una rendita, a seconda di quanto stabilito contrattualmente. La rendita può essere perpetua o temporanea; “Assicurazione mista”: morte + ibrido di risparmio. Ai due prodotti puri precedentemente visti, si affianca un prodotto misto, il quale prevede che, se il titolare muore entro una certa data, venga pagata una somma ai beneficiari, mentre se il titolare è ancora in vita alla stessa data, venga corrisposto un capitale o una rendita all’assicurato stesso.
Ovviamente, a parità di premio, questo strumento conferirà benefici minori rispetto agli altri due, dal momento che, in realtà, mette insieme due prodotti.
Ramo II: “Assicurazione sulla nuzialità e sulla natalità”. È un ramo che esiste solo sulla carta, dal momento che, di fatto, non è mai stato utilizzato.
Ramo III: “Index / Unit Linked”. Il ramo III si ricollega direttamente al ramo I, con la differenza che il ramo I prevede parametri oggettivi contrattualmente definiti, mentre all’interno del ramo III i risultati, ossia le somme che ricevono i beneficiari, dipendono dal rendimento ottenuto su un index (paniere di titoli) o su uno unit (fondo comune di investimento).
Ramo IV: “Assicurazione su malattia e rischio di insufficienza”. All’interno di questo ramo troviamo due principali tipi di polizze: “Dread disease” (malattie gravi); “Long-term care” (occuparsi di qualcuno per tempi lunghi): questo tipo di polizza riguarda specificamente il tema dell’autosufficienza e, con l’allungamento della speranza di vita, il suo utilizzo è notevolmente aumentato e tende ad aumentare ancora.
Ramo V: “Polizze di capitalizzazione”. Questo ramo riprende la componente ibrida del ramo I, ma prevede risultati rivalutabili in funzione del risultato della gestione.
Ramo VI: “Gestione di fondi collettivi”. Questo ramo sta diventando sempre più importante e si differenzia da tutti gli altri perché le polizze non sono singole bensì collettive.