Elasticità e flessibilità
ELASTICITÀ => adattare le quantità
FLESSIBILITÀ => adattare quantità e qualità
L’elasticità riguarda la capacità di adattare quantità [e qualità] della produzione rispetto alle variazioni del mercato [sul lato sia della domanda che dell’offerta] senza compromettere la redditività. L’elasticità [flessibilità] è rilevante in condizioni di variabilità del mercato.
Nei modelli tradizionali di produzione [standardizzazione] date le tecnologie e i sistemi gestionali la variabilità produttiva, qualitativa , quantitativa è “un costo”, peggiora la redditività. Tradizionalmente, l’elasticità e la flessibilità sono ostacolate dall‟uso di fattori a fecondità ripetuta che
- irrigidiscono la struttura in quanto comportano costi fissi
- vincolano la gestione alla specifica produzione
- espongono l’impresa al rischio di perdite di capitale
[se l’impresa usasse solo fattori a fecondità semplice ci sarebbe perfetta elasticità].
L’elasticità [la flessibilità] è favorita:
- dalle tecnologie della automazione flessibile
- dai nuovi modelli di organizzativi e gestione della produzione
- dalla esternalizzazione [scelte di make/buy] di specifici processi come fasi di lavorazione, servizi, quote di produzione, che permettono di ridurre i costi fissi e sostituirli con costi variabili.
Il posizionamento diverso del punto di equilibrio a parità di ricavi è dovuto a una differenza di composizione dei costi. Più costi fissi ci sono, più il punto di pareggio si colloca su quantità più elevate. Il risultato economico, superato tale punto aumenta più rapidamente rispetto a un impresa analoga con meno costi fissi: in periodi di domanda crescente può essere conveniente ampliare l’attività investendo in costi fissi per sfruttare la leva finanziaria. Il rovescio della medaglia è che al di sotto del punto di pareggio la leva amplifica la perdita. I costi fissi irrigidiscono la gestione ma favoriscono la redditività tramite la leva operativa.