Le relazioni diplomatico-consolari
Le relazioni diplomatico-consolari, le organizzazioni internazionali, diritto europeo saranno i prossimi argomenti. L’UE come soggetto nella comunità internazionale, nei suoi rapporti con gli altri Stati. Ci sono tanti altri canali di relazione esterna dell’UE. Per la parte istituzionale, è tutto molto collegato a “Economia europea e politiche comunitarie per lo sviluppo regionale”.
Oggi parliamo delle relazioni esterne degli Stati, sotto il profilo delle persone e degli organi preposti a questo tipo di attività. Sinteticamente, qui e là ne abbiamo già parlato: il ministro e il ministero degli affari interni (che ha responsabilità diretta), a cui appartengono i funzionari diplomatici come il ministro pleni-potenziario. In Italia, il capo dello Stato esprime la volontà di impegnarsi a livello internazionale. Tutte queste figure possono essere considerate come organi dello Stato preposti a simili funzioni.
Per quanto riguarda gli ambasciatori e tutte le altre figure che incardinano la struttura gerarchicamente organizzata dell’amministrazione dello Stato per le relazioni internazionali, hanno particolare rilievo. In pratica, esistono da sempre. La rappresentanza verso l’esterno è sempre stata diplomatica. Le regole che presiedono questo settore si sono sviluppate nel lungo corso del tempo, e quindi si rifanno spesso alle consuetudini. Vedremo la convenzione di Vienna (’61) sulle relazioni diplomatiche (diversa da quella sulle relazioni consolari del ’63). Intanto partiamo dalla figura del diplomatico e poi del console, che è complementare al primo: nessuno stato ne possiede solo uno dei due. L’agente diplomatico è la figura tipica del responsabile dell’intrattenimento delle relazioni esterne.
Il diplomatico è una persona che ha requisiti significativi, ad esempio che parla almeno 3-4 lingue, che ha una preparazione specifica (per accedere alla carriera diplomatica vi è un concorso che ingloba un approfondimento sulle regole e le procedure di protocollo formali delle relazioni internazionali), che sa usare i documenti e le terminologie giuste. Questi pre-requisiti sono indispensabili. È il punto cardine delle relazioni, l’elemento su cui spesso si gioca la reale collaborazione tra diversi Stati.
Le persone incaricate di mantenere le relazioni devono esser in grado di interagire in modo che il tutto sia scorrevole. L’elemento fondamentale della missione diplomatica è proprio questa. La funzione che svolgono è svolta essenzialmente in un’ottica di mantenimento delle relazioni internazionali, quindi nell’interesse di tutti, per un miglior benessere della comunità intera. Queste persone svolgono una funzione che va al di là del loro interesse personale, che è sovrastata da questi interessi, per questo godono di immunità e privilegi tipici della diplomazia internazionale. Quali sono?
1) L’immunità della giurisdizione: la persona che pro-tempore si trova a svolgere una missione di tipo diplomatico, solo durante quel periodo in cui svolge tale attività presso la sede estera, è coperto. Cosa significa? Non potrà essere tradotto davanti ad un giudice nemmeno da un punto di vista penale, a meno che lo stato mandatario non rinunci al suo rappresentante. Se dovesse incappare in qualche problema di carattere privatistico (esempio: contratto d’affitto per crearsi una sede), non avrebbe la stessa copertura. Non mettendo in pericolo la sua capacità di creare rapporti con l’estero, non ha copertura. Non può invece essere incarcerato per atti che rientrino nella sfera penale. Ma non può esser violato il suo domicilio. Non è come una volta però: l’ambasciata non è più “un pezzetto” di territorio estero. È ormai una favola, ma comunque quel locale è inviolabile, salvo che non ci sia un ordine scritto da parte del titolare dell’ambasciata stessa. Ciò vale sia per i locali per uso pubblico, sia per gli uffici o appartamenti privati dove vive l’ambasciatore. Finito il suo mandato, però, potrà essere “colpevolizzato”. Questa viene detta “immunità diplomatica assoluta o olata”, cioè una copertura di carattere generale. È coperto persino mentre va a fare shopping.
2) Altri privilegi: l’immunità dalla fiscalità diretta. Non è soggetto alle normative fiscali del paese che lo ospita, il suo reddito verrà tassato nel paese d’origine che rappresenta. Ma è chiaro che se si compra le sigarette l’IVA la paga. Anche i dazi doganali sono per lui esenti. Possibilità di utilizzare codici e cifrari per la corrispondenza.
È una copertura a tutto tondo, che copre persino la sua famiglia.