Formazione professionale
Formazione professionale e trasformazioni economiche.
Tra le misure di politica attiva del lavoro può annoverarsi anche la formazione professionale intesa come il complesso degli interventi finalizzati ad agevolare l’ingresso, il reingresso e la permanenza nel mercato del lavoro.
Per altro verso, la crisi del modello del contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato comporta la diffusione di lavoro cosiddetto “atipico” e di nuova imprenditorialità.
L’articolo 117 Cost. attribuisce ormai alle Regioni competenza legislativa esclusiva in materia di formazione professionale. In particolare la legge dichiarava che la formazione professionale costituisce uno strumento di politica attiva del lavoro idoneo a favorire la crescita della personalità dei lavoratori e a promuovere “l’occupazione, la produzione e l’evoluzione dell’organizzazione dei lavoro, in armonia con il progresso scientifico e tecnologico” (articolo 1).
La Legge numero 845 del 1978 prestava attenzione a dinamiche formative di base, collegate ad uno sviluppo prevalentemente industriale, di tipo fordista.
La consapevolezza delle nuove esigenze del mercato del lavoro ha reso, necessario un nuovo intervento in materia, attuato in occasione ed in collegamento con la riforma sul decentriamo amministrativo, con l’obiettivo di migliorare le opportunità formative.
In occasione della riforma sul decentramento amministrativo, la legge ha riservato allo Stato funzioni di indirizzo e di coordinamento degli interventi regionali. E’ prevedibile che le Regioni si muoveranno nella direzione di un ulteriore ammodernamento e rafforzamento dei sistemi formativi.
In ottemperanza agli obblighi comunitari è stata elevata da otto a dieci anni la durata dell’obbligo di istruzione; è stato istituito, a decorrere dall’anno 1999 / 2000, l’obbligo di frequenza di attività formative fino al compimento del diciottesimo anno di età.
L’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro: gli stages in azienda.
Il rinnovato interesse del legislatore e delle parto sociali si è manifestato anche sullo specifico versante dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Va segnalata la recente emanazione di una nuova e più organica disciplina dei tirocini formativi.
L’articolo 18, Legge numero 196 del 1997 ha delegato il Ministro del lavoro, di concerto con il Ministro della Pubblica istruzione, ad emanare un nuovo regolamento in materia di tirocinio pratico e di stages.
Fermo restando l’obiettivo di tirocini e stages “di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro e di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro” si è prevista l’attribuzione a soggetti qualificati del compito di promuovere iniziative formative in azienda rivolte a giovani che abbiano già assolto l’obbligo scolastico.
E’ stata prevista la presenza obbligatoria di un tutor e la concessione di particolari agevolazioni per le imprese non operanti nelle regioni meridionali. E’ da segnalare la possibilità di istituzioni scolastiche di includere stage e tirocinio nei rispettivi piani di studio.