Il contratto e l’impresa
L’evoluzione del sistema economico sposta il baricentro dal momento statico dell’immediata utilizzazione fisica dei fattori produttivi al momento dinamico della loro organizzazione e del loro impiego. Il contratto diventa un meccanismo essenzialmente funzionale all’impresa. Il contratto (di società) definisce e fonda la struttura giuridica dell’impresa. Il contratto governa l’organizzazione e il funzionamento attraverso una fitta rete di rapporti contrattuali, non è un caso che i nuovi contratti (come il leasing, il factoring, il franchising, l’engineering etc.) siano contratti delle imprese.
Il legame fra il contratto e l’impresa è una delle chiavi per intendere il processo legislativo che conduce all’abrogazione del codice di commercio, verso la metà del secolo XX. Non esistono più due regimi giuridici delle obbligazioni e dei contratti (commerciali e civili) differenziati a seconda che la parte sia o non sia un operatore economico professionale. Il diritto si “commercializza”: le regole scritte nel nuovo codice civile sono in gran parte l’evoluzione di quelle che disciplinavano obbligazioni e contratti dei commercianti. La “specialità” dei contratti delle imprese si coglie su 2 piani:
- Un piano è quello delle regole sul contratto in genere, alcune delle quali conoscono variazioni o integrazioni della disciplina comune quando una parte sia imprenditore e il contratto attenga all’impresa (rappresentanza, conclusione del contratto, interpretazione).
- L’altro piano disciplina determinati tipi di classi di contratti, in cui una delle due parti deve necessariamente essere un’impresa (es: assicurazione, appalto, contratti bancari).
La specificità può consistere nel fatto che una parte è imprenditore e l’altra no. Ad essa si legano le nuove discipline dei contratti tra imprese e consumatori (B2C). La specificità può consistere nel fatto che una parte è imprenditore con una certa posizione di mercato e l’altra è imprenditore con una diversa posizione di mercato (B2B).