Cos’è il QE o Quantitative Eeasing ?

Cos’è il QE o Quantitative Eeasing ?

Perché è necessario il Quantitative Easing

Il quantitative easing ( abbreviato nell’acronimo QE) è una politica monetaria non convenzionale che viene messa in atto dalle banche centrali degli Stati quando si ritiene che la salute dell’economia abbia bisogno di questa tipologia di “cura”.

Distinzione tra politiche monetarie convenzionali e straordinarie

In periodi di eccezionali tensioni sui mercati finanziari infatti, le banche centrali possono utilizzare misure non convenzionali che per definizione sono di natura temporanea e straordinaria, e che si contrappongono a misure monetarie denominate invece convenzionali, o di mercato aperto.

Quali sono Le politiche monetarie convenzionali o di mercato aperto

Quali sono le politiche monetarie convenzionali o di mercato aperto

Le operazioni di mercato aperto sono:

  • operazioni di rifinanziamento principale
  • operazioni di rifinanziamento a lungo termine
  • operazioni di fine tuning
  • operazioni di tipo strutturale
  • operazioni di rifinanziamento marginale
  • depositi overnight

Quali sono le politiche monetarie non convenzionali

Le politiche monetarie non convenzionali sono:

  • erogazione di liquidità a tasso fisso con piena aggiudicazione degli importi
  • ampliamento delle attività stanziabili come garanzia
  • erogazione di liquidità a lungo termine
  • erogazione di liquidità in valuta estera
  • variazione del coefficiente di riserva obbligatoria
  • outright transactions
  • forward guidance

Che cos’è il Quantitative Easing o QE: la definizione

Il Quantitative Easing QE è un’operazione con cui la Banca Centrale (ad esempio la BCE , Banca Centrale Europea) si impegna ad acquistare i titoli di Stato e/o titoli obbligazionari di emittenti privati ( Banche in primis) in modo da poter immettere nel mercato una ingente quantità di liquidità, ovvero denaro fresco.

Il Quantitative Easing ha diverse conseguenze, di solito legate al contesto economico in cui viene realizzato. Tra le più comuni c’è l’impatto sull’andamento del costo della vita e del potere di acquisto della moneta.

In breve: mettendo più denaro in circolazione con operazioni come il QE si riduce il valore della moneta (si svaluta: ce n’è di più e questo incide sulla domanda) e di conseguenza i prezzi aumentano perché il denaro con cui si fanno gli acquisti vale meno. Per questo motivo sale l’inflazione: una cosa generalmente percepita come negativa, perché fa aumentare i prezzi, ma le banche centrali sanno bene che un minimo di inflazione è positivo per evitare che si finisca in deflazione, cioè a una progressiva diminuzione dei prezzi. Oggi per l’UE e l’eurozona lo scenario più vicino e pericoloso è sicuramente la deflazione, più che l’inflazione.

Che cos’è la trappola della liquidità

Il QE è ritenute essere l’ultima spiaggia delle politiche monetarie, che viene attuato quando l’economia non riesce ad assorbire e metabolizzare le altre operazioni monetarie convenzionali. In particolare viene intrapresa questa strada quando , per dirla con una tipica espressione del gergo economico-finanziario, “il cavallo non beve“, e si entra nella cosiddetta “Trappola della liquidità”.

Pur dando altra acqua – espansione della base monetaria e riduzione dei tassi – al cavallo – Sistema economico -, il cavallo non avrebbe bevuto.

Queste sono esattamente le situazioni a cui abbiamo assistito in questi anni, e che hanno lasciato il nostro povero cavallo allo stremo. Le politiche dei bassi tassi di interessi e il QE sono state messe in piedi nella speranza di vedere questo denaro trovare la strada nell’economia reale, ma sul quanto siano state efficaci se ne potrebbe discutere ma non in questa sede.