Conti per protestati. Come aprire un conto corrente quando si è un’azienda protestata

Conti per protestati. Come aprire un conto corrente quando si è un’azienda protestata

Come si diventa protestati e come si può uscire dalla condizione di protestato

Nella vita di un imprenditore può capitare che, a causa di una crisi congiunturale o di situazioni di mercato che possono diventare sfavorevoli, non si riesca ad onorare alcune scadenze e si finisca nella lista dei protestati.

A maggior ragione può capitare in questo periodo di pandemia COVID 19: avete dovuto chiudere e quindi è diminuito sensibilmente fatturato, non si riesce più a coprire alcuni pagamenti ( vedremo in seguito quali ) e ci si ritrova nel registro dei protesti.

Si ha come l’impressione di aver fallito, l’azienda per cui si ha dato tutto adesso sembra cadere nel vuoto, il morale è a terra e la testa inizia a riempirsi d’interrogativi.

Le domande che ti girano per la testa a chi si trova l’etichetta di “protestato” sono sempre le stesse:

  • Come posso saldare i miei debiti?
  • Come potrò aprire un nuovo conto, ora che sono protestato?
  • Troverò qualche istituto che mi possa aiutare?

In questo articolo vedremo come poter gestire al meglio una situazione di protesto bancario e alcuni utili suggerimenti per gestire la situazione.

Cosa significa essere protestati

Si è protestati quando ci si ritrova iscritti nel registro dei protesti, che è un registro pubblico tenuto dalla CCIA ( Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura ) e consultabile da altre aziende e dalle banche tramite un’apposita visura detta visura protesti.

Questo avviene nel momento in cui non si è in grado di rispettare dei pagamenti in forma di titoli di credito, ovvero:

  • assegni bancari
  • cambiali
  • tratte accettate
  • vaglia cambiari ( pagherò )

Il creditore in possesso del titolo di credito non onorato lo trasmette a un notaio o ufficiale giudiziario ( o in alternativa a un segretario comunale , ma è un caso più raro ) , che si reca nel domicilio del debitore e, qualora non si riesca a riscuotere il credito, viene eseguita la levata del protesto e il titolo di credito diventa a tutti gli effetti un titolo esecutivo.

Per avere un’idea di cosa sia un titolo esecutivo, ha lo stesso valore di un decreto ingiuntivo emesso da un giudice dopo una messa in mora per un pagamento non onorato, a fronte però di un mancato pagamento a mezzo bonifico o ricevuta bancaria. Fa quindi seguito, come per il decreto ingiuntivo, l’atto di precetto e quindi, in caso di ulteriore mancato pagamento, il pignoramento.

Differenza tra protestato e cattivo pagatore CRIF

Spesso si tende a usare i termini “protestato” e “cattivo pagatore” come sinonimi, ma non è così.

Entrambi infatti vengono segnalati alle centrali rischi, ma mentre l’atto di protesto è un atto pubblico, consultabile quindi da chiunque, che avviene in caso in cui non si onora uno dei titoli di credito sopra elencati, le centrali rischi sono consultate prevalentemente dagli istituti di credito.

Si può essere segnalati come cattivi pagatori nelle centrali rischi non solo se si è oggetto di un atto di protesto, ma anche se ci si trova in stato di insolvenza rispetto a una banca perché non sono state pagate una o più rate di un finanziamento/mutuo ( o perché sono state pagate in ritardo ) o perché si hanno scoperti di conto fuori fido per un periodo troppo lungo.

Le centrali rischi sono:

  • Centrale dei rischi (CR) della Banca d’Italia ( pubblica )
  • CRIF , Centrale Rischi Finanziari SPA ( privata )
  • CTC , Consorzio per la Tutela del Credito ( privata )
  • Cerved-Experian SPA ( privata )

Come si comportano le banche coi cattivi pagatori segnalati CRIF e coi protestati

Le liste CRIF o affini sono un elenco di cattivi pagatori e vengono utilizzate da enti, come banche e istituti di credito, sui quali si basano per decidere o no, la concessione di un nuovo prestito o apertura di un conto.

Per legge un’azienda protestata può aprire un conto corrente, ma è anche vero che le banche possono rifiutarsi.

Ma perché molte non lo fanno? Sostanzialmente le banche o le finanziarie, preferiscono non rischiare, sia per quanto riguarda i propri clienti, sia per se stesse, non desiderando avere a che fare con chi ha problemi finanziari.

Le soluzioni per aprire un conto corrente per protestati

Ora che sappiamo un po’ delle motivazioni che portano a un rifiuto, vediamo le opzioni che abbiamo a disposizione per l’apertura di un conto corrente ad aziende protestate:

  • Patti chiari
  • Prepagata con IBAN
  • Azienda finanziaria

Patti chiari

Iniziamo con la prima, si chiama Patti Chiari. Patti chiari è un programma, con cui alcune banche danno la possibilità anche se spesso limitata negli accordi, di andare incontro a chi è protestato.

Aprendo un conto molto più basilare di uno normale, ma che garantisce al protestato, la ricezione di denaro, i pagamenti necessari e una carta prepagata.

Carta prepagata con IBAN per protestati

Nel caso trovaste solo porte chiuse in banca, e spesso capita, possiamo appoggiarci alle Poste Italiane con una carta prepagata con iban, la classica Postepay evolution.

Una carta fornita da Poste italiane, sulle quali potrete far addebitare pagamenti o pagare voi stessi, fare bonifici, accreditare le bollette della vostra azienda e molto altro.

Quindi un conto vero e proprio, che vi garantirà la possibilità di continuare le vostre azioni professionali.

Finanziarie per protestati

Un’altra possibilità può essere un servizio finanziario. A questo proposito vi possiamo consigliare Contoprotestatiservice.it, un’azienda finanziaria, che aiuta le imprese protestate e quindi in difficoltà a trovare la soluzione migliore per loro.

Quest’azienda offre due tipologie di soluzioni:

La prima è con un massimale mensile di centomila euro. La possibilità di avere fino a quattro MasterCard. A differenza dei classici conti non si potranno emettere e versare assegni, ma per il resto, potrete fare qualsiasi operazione bancaria.

La seconda è con un massimale mensile illimitato. Usufruibile anche da aziende all’estero, ma devono avere amministratore residente in Italia. Nessuna limitazione né per operazioni, né per numero di MasterCard.

Queste sono solo alcune delle possibilità che potete trovare. Il consiglio è di stare attenti, moltissime sono le finanziarie o gli istituti non seri, col rischio di avere poi problemi maggiori.

Considerate sempre tutte le possibilità e le soluzioni che potete trovare, valutando i pro e contro. Nulla è perduto e grazie a una di queste soluzioni, ritornerete presto a sorridere di nuovo.

Come cancellarsi dall’elenco cattivi pagatori e dal registro protesti

Dopo avervi spiegato come trovare gli strumenti bancari per poter superare il momento di difficoltà, vediamo come si può tornare alla condizione di “normalità” una volta superati i problemi.

Per cancellare i propri dati negativi dal CRIF bisogna purtroppo aspettare, perché ci sono tempi tecnici stabiliti dal codice di condotta imposto al CRIF dal garante della privacy. Facciamo alcuni esempi:

  • 12 mesi in caso di una o due rate pagate in ritardo, a partire da quando la banca comunica l’avvenuta regolarizzazione;
  • 24 mesi in caso di tre o più rate, a partire dalla comunicazione della banca
  • 36 mesi dalla data di scadenza contrattuale in caso di finanziamento interrotto senza il rimborso dello stesso .

Nel caso di protesto, invece, la cancellazione avviene con le seguenti modalità e tempistiche :

  • in caso di vaglia o cambiali protestate, pagando il debito dovuto, con interessi e spese di protesto, la cancellazione avviene in modo automatico entro i 12 mesi dall’iscrizione del proprio nominativo nel registro protesti;
  • in caso di assegno protestato, si dovrà chiedere il decreto di riabilitazione del Tribunale.

Il tutto, ovviamente, a meno che la segnalazione CRIF o il protesto siano illegittimi per qualche errore o cavillo. In quel caso, con un buon avvocato, si potrà interpellare direttamente l’ente che gestisce l’elenco e vedere riabilitata la propria “fedina creditizia”.