Una normativa dimenticata che minaccia il futuro di molti lavoratori
Una potenziale falla normativa potrebbe pregiudicare il futuro di moltissimi lavoratori prossimi alla pensione. La CGIL lancia un grido d’allarme su un problema che forse non è ancora percepito nella sua piena gravità dai molti che dipendono dalle misure di prepensionamento.

Gli strumenti di prepensionamento come gli scivoli aziendali, affermatisi con l’intento di rifinire la gestione degli esuberi di personale, rischiano di lasciare molti lavoratori senza reddito per ben tre mesi. La CGIL mette in evidenza che questa situazione potrebbe avere pesanti ripercussioni proprio su coloro che, tramite accordi con le aziende, avevano pianificato un passaggio sereno verso la propria pensione.
Un Vero e Proprio Abisso Normativo
Precarietà è la parola d’ordine per i tanti lavoratori che si trovano ad affrontare questo marasma legislativo. Le misure di prepensionamento, come l’Isopensione e il contratto di espansione, progettate per agevolare l’uscita dal mondo del lavoro prima dell’età ordinaria per la pensione, rischiano di trasformarsi in un’angosciosa attesa di tre mesi senza alcuna forma di tutela economica. L’Isopensione permette di anticipare la pensione fino a sette anni per i lavoratori di almeno 60 anni o con un lungo percorso contributivo, mentre il contratto di espansione consente sino a un massimo di cinque anni di anticipo a chi ha 62 anni compiuti.
Ma cosa accade quando si raggiunge l’età pensionabile? Questo passaggio dovrebbe essere senza intoppi, ma se il sistema non colma il divario tra il termine del prepensionamento e l’inizio della pensione ordinaria, i lavoratori possono trovarsi in balia delle onde. Anche l’Ape Sociale, pur non coinvolgendo aziende o sindacati, rischia di avere lo stesso vuoto di tempistiche al raggiungimento dell’età legale.
Un Problema Grosso Come un Macigno: L’Innalzamento dell’Età Pensionabile
L’Osservatorio Previdenza della CGIL avverte che l’aumento dell’età pensionabile a 67 anni e 3 mesi, previsto per il 2027, potrebbe portare a uno squilibrio per chi usufruisce di misure quali l’Isopensione. Di per sé l’Ape Sociale resterebbe invariata, essendo gestita dall’INPS, ma le altre forme che coinvolgono contributi aziendali necessiterebbero di una rinegoziazione degli accordi. In un clima di incertezza, la previsione di tre mesi aggiuntivi senza reddito è uno spettro che minaccia di materializzarsi su circa 44.000 persone. Tali lavoratori vedrebbero concludersi il supporto economico delle misure di prepensionamento, senza godere immediatamente della pensione cui avevano diritto, alimentando uno stato di profondo disagio economico e sociale.
Azioni Immediate per Evitare la Crisi
Affrontare l’ostacolo è imperativo. La CGIL chiede a gran voce l’intervento del governo per impedire l’aumento dell’età pensionabile, congelando i criteri a 67 anni per chi è in situazioni di prepensionamento. Un’altra proposta, forse più pragmatica, sarebbe la sospensione del previsto incremento dei 3 mesi. All’interno di questo quadro, il ministro dell’Economia, Giorgetti, ha fatto allusioni alla necessità di riflettere su questo tema, specialmente dopo le critiche ricevute dalla CGIL circa l’aggiornamento prematuro dei calcolatori pensionistici da parte dell’INPS.
Se non si agisce prontamente, si rischia che migliaia di lavoratori restino in una condizione di incertezza e privazione economica nel passaggio dal prepensionamento alla pensione di vecchiaia. Un decreto governativo è fondamentale e urgente per evitare che questa falla nel sistema diventi una trappola per tantissimi cittadini italiani.