Reddito di libertà: sostegno INPS per donne vulnerabili

Autore:
Antonella Palumbo
  • Giornalista

Reddito di libertà: sostegno INPS per donne vulnerabili

Scopri le modalità per accedere al Reddito di Libertà, un aiuto essenziale per le donne vittime di violenza, inclusi dettagli su requisiti e scadenze.

Violenza,
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Sostegno economico per donne vittime di violenza

Un aiuto concreto per costruire un futuro migliore. Scopri come il Reddito di Libertà dell’INPS offre supporto economico alle donne vittime di violenza, favorendo l’indipendenza e il reinserimento sociale.

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) ha recentemente annunciato dettagli cruciali sulle modalità di accesso al Reddito di Libertà, una misura ideata per supportare economicamente le donne che hanno subito violenza. Questo aiuto, fino a un massimo di 500 euro al mese per un anno, mira a promuovere l’autonomia abitativa e personale delle beneficiarie e a sostenere l’istruzione dei loro figli. Tuttavia, la disponibilità dei fondi è esauribile, quindi è fondamentale fare domanda tempestivamente.

Nel 2025, le domande devono essere presentate entro il 31 dicembre per essere accolte nel rispetto delle risorse finanziarie dell’anno. Le richieste non accettate per esaurimento dei fondi non saranno mantenute, ma potranno essere presentate nuovamente tra il 5 marzo e il 18 aprile 2025 attraverso i Comuni. Questi ultimi si incaricheranno di verificare che le condizioni delle richiedenti siano ancora valide, dando precedenza a tali domande rispetto a eventuali nuove richieste successive alla finestra di aprile.

Dal 18 aprile saranno accettate nuove domande basate sul bilancio del 2025. Dal 2026, la possibilità di inviare le richieste sarà disponibile dall’inizio alla fine di ogni anno, garantendo più ampie finestre temporali.

Compatibilità e Incentivi Occupazionali

Un altro aspetto fondamentale del Reddito di Libertà è la sua compatibilità con altre misure di sostegno economico come l’Assegno di Inclusione (ADI), il NASpI e il Reddito di Cittadinanza (RdC). La possibilità di combinare queste diverse forme di supporto offre alle beneficiarie un’opportunità ampliata per costruire una base economica solida e duratura.

In aggiunta, grazie alla Legge di Bilancio 2024, i fondi destinati a questa misura sono stati significativamente incrementati. Un notevole investimento di 10 milioni di euro annui tra il 2024 e il 2026, e di 6 milioni a partire dal 2027, rappresenta un passo deciso verso un futuro più equo per le donne colpite dalla violenza. Inoltre, è stata introdotta un’importante agevolazione per incentivare l’occupazione: i datori di lavoro privati che assumono donne beneficiarie del Reddito di Libertà nel periodo 2024-2026 potranno beneficiare di un esonero contributivo. Questo coprirà assunzioni a tempo indeterminato per 24 mesi, contratti a tempo determinato per 12 mesi e trasformazioni da contratti temporanei a permanenti per un massimo di 18 mesi.

Chi può beneficiare del Reddito di Libertà

Il Reddito di Libertà si rivolge specificamente alle donne vittime di violenza, indipendentemente dalla presenza di figli minori. Le candidate devono essere seguite da centri antiviolenza o servizi sociali riconosciuti nei loro percorsi di emancipazione dalla violenza. Questa iniziativa si pone come obiettivo non solo di garantire un supporto finanziario, ma anche di promuovere l’indipendenza economica e favorire il reinserimento sociale e lavorativo delle beneficiarie.

Ma chi sono esattamente le donne che possono approfittare di questa misura? Si tratta di tutte coloro che si trovano sotto l’assistenza di servizi specializzati che le aiutano a uscire da situazioni di abuso. Questo sostegno non è solo una forma di aiuto monetario, ma rappresenta anche un simbolo di libertà ritrovata e di nuove opportunità, ricordando che ricostruire la propria vita è un diritto sacrosanto.

Procedura per la Domanda

Lavori
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Il primo passo per ottenere il Reddito di Libertà è la compilazione del modulo SR208. Questo modulo include i dati anagrafici della richiedente, una dichiarazione che attesta il supporto da un centro antiviolenza riconosciuto o dai servizi sociali, e le informazioni bancarie per il versamento del contributo. Una volta completato, il modulo deve essere inviato agli uffici comunali competenti, che procederanno alla verifica della completezza e conformità della documentazione presentata. Solo a questo punto la domanda verrà trasmessa all’INPS per la revisione finale.

Se la richiesta soddisfa tutti i requisiti, l’INPS autorizza l’erogazione di 500 euro mensili, accreditati sul conto corrente della beneficiaria per un massimo di un anno. Qualora non venga accolta, l’Istituto invierà una comunicazione spiegando le ragioni del rigetto, offrendo talvolta la possibilità di rettificare o perfezionare i documenti mancanti. Tuttavia, è essenziale agire prontamente, poiché il contributo è strettamente legato alla disponibilità dei fondi annui.

Per facilitare il processo di domanda, le donne possono rivolgersi ai centri antiviolenza, ai CAF o ai Patronati, che offrono supporto nella preparazione della documentazione richiesta dall’INPS. Tutti i dettagli completi delle istruzioni sono contenuti nella Circolare INPS n. 54/2025, pubblicata il 5 marzo 2025