Cosa sono i quadranti del Cash Flow, da che libro sono tratti e perché possono cambiarti la vita economica e lavorativa.
- Che cos’è il quadrante del cash flow e cosa significa
- La lezione del “padre povero”: istruito, intelligente ma oberrato di lavoro e di debiti
- Differenza tra dipendente e autonomo/professionista : sicurezza vs autonomia ma entrambi schiavi del lavoro
- Quali sono i quattro quadranti del cash flow: dipendente (D) , autonomo (A), titolare d’impresa (T) e investitore (I)
- Vantaggi, svantaggi e caratteristiche dei quattro quadranti del denaro
Che cos’è il quadrante del cash flow e cosa significa
Se avete sentito parlare del quadrante del cash flow e siete arrivati su questa pagina per sapere cos’è , vi diciamo anzitutto che è più cose contemporaneamente:
- una rappresentazione grafica, diventata tanto famosa da essere ovviamente coperta da copyright;
- un “metodo di classificazione” delle indoli delle persone, che vi può indurre a riconsiderare la vostra situazione, soprattutto se non vi soddisfa dal punto di vista economico, lavorativo e di tempo che potete dedicare alle cose che realmente vi interessano ( famiglia, amici, viaggi, letture);
- un libro bestseller in tutto il mondo, che in realtà è il “sequel” del primo bestseller dello stesso autore intitolato “Padre ricco, Padre Povero”, Rich Dad, Poor Dad nel titolo originale e poi capiremo perché.
La lezione del “padre povero”: istruito, intelligente ma oberrato di lavoro e di debiti
La storia alla base del quadrante del cash flow è quella della vita dell’autore, Robert T. Kiyosaki, che a sua volta matura una serie di riflessioni o osservazioni fondamentali dalla parabola di vita del suo padre naturale, che egli chiama anche padre istruito o padre povero, e del suo mentore finanziario ed imprenditoriale, che nei due libri chiama padre ricco.
Nella parabola del padre povero si intuisce anche chi e perché dovrebbe leggere questo libro: una persona istruita in tutto tranne che in ambito finanziario, incanalata in un lavoro dipendente di successo ( dirigente pubblico ) lungo una vita fatta di impegni sempre crescenti.
Tempo sottratto ai figli, alla famiglia, agli interessi per poi accorgersi che quello che banche, stato e società gli prospettavano come tenore di vita più alto era solo un maggiore indebitamento fatto di mutui, finanziamenti, fondi pensione dai rendimenti e dalla sicurezza incerti.
La metafora riportata è quella del criceto, che corre nella ruota senza fermarsi e fa una gran fatica per non andare da nessuna parte.
Differenza tra dipendente e autonomo/professionista : sicurezza vs autonomia ma entrambi schiavi del lavoro
Secondo Kiyosaki la metafora del criceto vala anche per il lavoratore autonomo, il libero professionista e il titolare della piccolissima impresa, benché invece il senso comune soprattutto in Italia tenda a farceli vedere in contrapposizione alla situazione dei dipendenti.
Anche queste categorie sono infatti oberrate di lavoro, tasse e rischi di indebitamento con, in più, due ulteriori svantaggi:
- qualora siano bravi, diventano schiavi del loro successo perché per il libero professionista, che non può o non riesce a delegare, più successo si traduce in più richieste di lavoro e ulteriore meno tempo per i propri affetti e i propri interessi;
- il loro business è fortemente esposto ai rischi dovuti da loro assenze, malattie e qualsiasi altro motivo che impedisca loro di lavorare. Ferie comprese. Essi infatti “sono il proprio lavoro”.
I rischi del secondo punto sono mitigati dalla possibilità che l’autonomo inizi a delegare ad altri parte delle sue responsabilità ( ovviamente a fronte di un fatturato maggiore, per poter permettere anche le retribuzioni dei collaboratori ) o impari a investire per procurarsi una rendita finanziaria che lo metta al riparo da questi rischi.
Queste due operazioni sono quelle che Kiyosaki definisce “spostarsi nei quadranti di destra” e non a caso accomuna dipendente e lavoratore autonomo come “quelli del quadrante di sinistra”. Ora andiamo a spiegare il perché di queste terminologie.
Quali sono i quattro quadranti del cash flow: dipendente (D) , autonomo (A), titolare d’impresa (T) e investitore (I)
I quadro quadranti del cashflow, che analizzeremo ad uno ad uno nei prossimi paragrafi rappresentano quattro diversi modi di approcciare al lavoro e al denaro:
- Il lavoratore dipendente (D) , nella versione inglese contraddistinto dalla lettera E ( Employee ). Il “sottotitolo” che descrive questo quadrante secondo Kiyosaki è: “avete un lavoro”.
- Il lavoratore autonomo (A) , nella versione originale contraddistinto dalla lettera S ( Self Employed ). La frase che descrive questo quadrante secondo Kiyosaki è: “possedete un lavoro”.
- Il titolare di impresa (T). Per impresa si intende un’impresa strutturata, dove il lavoro è organizzato e strutturato in modo che il titolare possa anche assentarsi per un certo tempo senza che la stessa ne risulti penalizzata o vada in difficoltà. Infatti nella versione inglese questo quadrante viene contraddistinto dalla lettera B ( Big business ); Il “sottotitolo” che descrive questo quadrante secondo Kiyosaki è: “possedete un sistema in cui le persone lavorano per voi”.
- l’investitore (I), lettera che viene mantenuta rispetto alla versione inglese Investor. La frase che descrive questo quadrante secondo Kiyosaki è: “i soldi lavorano per voi“.
Vantaggi, svantaggi e caratteristiche dei quattro quadranti del denaro
Non è detto che che una persona debba “trovarsi” in un solo quadrante e anzi scopo del libro è proprio far progredire le persone verso la cosiddetta “libertà finanziaria“, facendo modo che il proprio reddito non dipenda esclusivamente dal proprio lavoro ( spostarsi appunto dai quadranti di sinistra a quelli di destra ).
Quello che però Kiyosaki ritiene fondamentale è che le persone in ciascun quadrante hanno spesso determinate caratteristiche intrinseche e attitudinali che devono affrontare e modificare se davvero vogliono svoltare la direzione della propria vita: bisogno di sicurezza (D), incapacità di delegare (A), capacità di essere leader (T), capacità di investire con intelligenza finanziaria ma senza farsi travolgere da fobie (I).
Nei paragrafi seguenti daremo un’anticipazione di queste caratteristiche per ciascun quadrante e anticiperemo alcune righe illuminanti, certi di non contravvenire ad alcuna regola sul copyright perché molti di voi si convinceranno, leggendoli, che I quadranti del Cashflow è un libro che deve assolutamente stare in un posto d’onore nella vostra biblioteca di crescita personale. Se deciderete di farlo e pensate che abbiamo avuto un qualche merito in questa scoperta , potete passare per questo link:
Quadrante D (Dipendente)
La persona che si trova nel quadrante D ( dipendente ) vede come proprie necessità, ritenendoli dei vantaggi:
- il “posto fisso”
- un orario di lavoro con orari prestabiliti
- l’assenza di rischi
Gli “svantaggi”, sempre secondo il loro punto di vista, sono che comunque le possibilità di maggior guadagno sono legate ad una promozione, un aumento di stipendio, un benefit ulteriore. Comunque di molto inferiore alla “scalabilità” dei guadagni di un T (titolare d’azienda) di un I (investitore) e anche di un A (autononmo).
I vantaggi e gli svantaggi presentati in questo paragrafo sono dal punto di vista di chi una mentalità D. Ma qui subentra la provocazione di Kiyosaki a ribaltare la prospettiva, nel momento in cui fornisce la definizione di ricchezza in termini di tempo e non di denaro :
la definizione di ricchezza è il numero di giorni che potete sopravvivere senza lavorare fisicamente,mantenendo stabile il tenore di vita.
Ecco allora che un dipendente che, guadagnando ad esempio 5.000€ al mese, ma ha accantonato solo 20.000€ di risparmi può garantirsi solo 4 mesi di sopravvivenza. La media negli USA è di 3 mesi e il motivo è presto detto: senza procurarsi ulteriori attivi da investimenti (I) o altre attività (T), un dipendente che opera solo nel quadrante D non ha ulteriori fonti di reddito e viene invece indotto dalla società, dalle banche e dal fisco a indebitarsi e contrarre spese che lo facciano girare appena al di sotto delle 5.000€.
Casa, auto, perfino elettrodomestici e vacanze vengono ormai acquistate con finanziamenti o carte di credito.
Quadrante A (Autonomo)
Le persone che operano principalmente nel quadrante A sono i professionisti, i microimprenditori, le partite IVA, i freelancer: si tratta spesso di perfezionisti, che se hanno successo è perché riescono a svolgere molto bene il loro lavoro.
Questo atteggiamento porta diversi svantaggi:
- diventano schiavi del proprio successo; più un professionista è bravo, più avrà richieste di lavoro che, se non vuol deludere i propri clienti, tenderà a esaudire erodendo sempre di più il proprio tempo ( ricordiamo che la vera ricchezza è il tempo ).
- se è bravo i guadagni crescono, sia per le maggiori richieste sia perché un professionista stimato potrà sempre chiedere una tariffa maggiore per i propri servizi. Raramente però sanno paragonabili con quelli di un Titolare d’azienda e, a differenza di questi, verranno meno se il professionista decidesse o fosse costretto a non lavorare.
- spesso il bravo professionista, proprio perché perfezionista, tende a non delegare perché trova con molta difficoltà persone che ritiene alla propria altezza. Per questo tenderà sempre a “voler fare da solo” e faticherà a diventare un T ( titolare d’azienda ).
Quadrante T (Titolare d’azienda)
A dimostrazione di quanto Kiyosaki ritenga l’appartenenza degli individui ai vari quadranti come un aspetto attitudinale e non di capacità economiche, la differenza sostanziale del T rispetto all’A è che il T ama delegare e , per fare questo, costruire un team di persone preparate di tutti e 4 i quadranti, di cui ama circondarsi.
Per questo tra i vari “percorsi tra i quadranti” che l’autore suggerisce per raggiungere la libertà finanziaria c’è il processo di cambiamento interiore che permette ad un autonomo di imparare a delegare e diventare leader. Tutt’altro che scontato, ovviamente.
Altra capacità che hanno i T è quella di saper “costruire il sistema” che permetterà di far funzionare il proprio team, garantendo un cash flow regolare e in crescita anche quando egli non sarà in azienda. Ed è anche questo un processo tutt’altro che scontato, l’esempio classico che viene portato è la doppia domanda che egli pone agli aspiranti T in cerca di finanziamenti:
- saresti in grado di fare hamburgers di qualità migliore di quelli di Mc Donald’s? ( domanda alla quale tutti rispondono di si ).
- saresti in grado di mettere in piedi un sistema di business migliore di Mc Donald’s ? ( per la risposta a questa domanda rimandiamo alla lettura del libro, ma immagino possiate intuire la risposta ).
Quadrante I ( investitore )
Le attitudini principali che sono richieste ad una persona che voglia operare nel quadrante I sono:
- intelligenza finanziaria
- capacità di gestire con intuito ma anche razionalità le vittorie ma soprattutto i fallimenti tipici del mondo degli investimenti ( ma anche del quadrante T ).
Come raggiungere l’intelligenza finanziaria è oggetto del resto del libro e non possiamo e non vogliamo anticiparlo in questo articolo, sarebbe una sorta di spoiler per un film o un romanzo. Per saperlo potete acquistare il libro, visto che a questo tema son dedicati ben 10 capitoli, gli ultimi.
Ci limitiamo a far presente che, per l’autore, l’intelligenza finanziaria non è qualcosa di ineluttabile che viene data in dote o meno alla nascita, ma è la conseguenza di studi ed esperienze ( anche insuccessi, inizialmente ) che, purtroppo, la scuola tradizionale non tende a fornire ( e che l’autore ha carpito negli anni seguendo le orme del “Rich Dad” ).
Sull’abilità di gestire il rischio vi lasciamo invece questo estratto memorabile in cui siamo certi che molti si riconosceranno:
[…] Tanti studiosi eccellenti falliscono nel mondo del denaro.
Una persona può essere molto preparata mentalmente, ma se non lo è emotivamente, la sua paura fermerà spesso il suo corpo per impedirle di fare quello che deve fare. E’ per questo motivo che tanti studenti dai voti alti rimangono bloccati dalla “paralisi di analisi”, studiando ogni minimo dettaglio, ma non riuscendo a fare nulla.
Questa paralisi da analisi è causata dal nostro sistema educativo che punisce gli studenti quando sbagliano. Se ci pensiamo bene, gli studenti che prendono i voti più alti sono quelli che hanno fatto pochissimi errori. Il problema di questa psicosi emotiva è che, nel mondo reale, le persone che agiscono sono quelle che fanno più errori e che proprio da essi imparano a vincere nel gioco della vita. […]
Se vi abbiamo incuriosito e siete decisi a voler intraprendere questo “percorso nei quadranti” che vi permette una maggiore indipendenza economica e raggiungere, perché no, la cosiddetta libertà finanziaria, questo è il link per poter acquistare online I quadranti del Cash Flow: