Il cigno nero
Il mondo della natura e i meccanismi della mente sono molto complessi.
L’idea di un individuo perfettamente razionale nasce nell’800 dagli studiosi di economia e viene radicalizzata negli anni successivi, dagli anni 50 la razionalità degli agenti economici viene presa ad assoluto dogma e questo porta a molte conseguenze nella teoria economica.
Ma gli agenti economici o decisori economici non sono razionali, le decisioni sono prese da individui che sono gestori e non sono azionisti o il vero investitore ma agiscono per conto dell’investitore e già questa separazione genera problemi nel senso che anche se ci fosse una razionalità non sapremmo quella di chi è.
E comunque la razionalità implica la conoscenza perfetta dell’universo a cui si riferisce. Ammesso che esistano le leggi della razionalità non riuscirei a capire quali siano quindi non posso facilmente prevedere.
Se invece ci interessa fare teoria molto particolareggiati, molto pesanti matematicamente allora si usa la razionalità. Però non si può dire che non posso dove vivo e il mondo è inconoscibile.
Parla di due mondi diversi: mediocristan e extremistan. Il primo è un mondo in cui le leggi sono note, i fenomeni avvengono su una base di prevedibilità e posso usare ampiamente la statistica tradizionale usando la gaussiana, questo mondo è usato da chi sostiene la mean reversion, in un mondo in cui i fatti avvengono su basi statistiche in cui la media ha importanza allora posso individuare valori più o meno stabili nel tempo e avrò un moto di riavvicinamento alla media.
Quindi ad esempio posso dire che il rapporto prezzo/utili è in un valore, nel momento in cui questo è 12 allora è chip quindi la compro perché il suo valore stabile nel tempo che tornerà è 20, quindi posso ipotizzare che il prezzo salirà nel tempo.
Questo è ad esempio il mondo del gioco d’azzardo, è un mondo altamente prevedibile, posso disegnare una distribuzione di probabilità e sapere cosa succederà nel lungo periodo. Anche il mondo delle grandezze fisiche è mediocritas cioè posso stimare facilmente la media dei pesi dell’aula, specialmente se il campione è abbastanza ampio. Il mediocristan è un mondo limitato cioè posso incontrarlo raramente.
Il mondo dell’extramistan è il mondo ordinario: la natura spesso esprime estremi, l’economia anche. Se invece di stimare il peso delle persone di economia, se invece provo a stimare la ricchezza è facile che la ricchezza di un soggetto si discosta di molto dalla ricchezza media che posso stimare.
È un mondo che tende all’estremo e questi estremi si stanno anche estremizzando ancora di più grazie alla facilità di movimento delle persone, delle idee, delle cose. È il cd effetto valanga, questo è un fenomeno che tende ad acuirsi se c’è facilità di intraprendere nuove attività, decido di vendere un prodotto sul web, in una notte lo metto su e se va bene ho tanta pubblicità, buoni commenti sui giornali, questa tendenza rende i fenomeni imprevedibili perché non capisco cosa avrà successo (Apple era più potente e più facile da utilizzare e più performante ma poi è stato adottato Microsoft, le cassette uguale, il VHS era inferiore a betmax ma poi ha avuto successo), quindi non so perché una cosa ha avuto successo (capire i gusti del consumatore è molto difficile, così il mondo diventa molto difficile da prevedere e vicino ad un sistema completamente casuale.
Un altro esercizio che si può fare è risalire nel tempo per capire come sono nate le cose che ora usiamo, tipo internet all’inizio dicevano sì carino ma vuoi mettere con bullettin bull.
Se ho un mondo molto volatile in cui tutti pensano di avere sotto controllo la situazione, nessuno si accorge dei fenomeni che ci sono sotto e il sistema diventa molto volatile, cercare di prevedere i fenomeni è difficilissimo, posso prepararmi però ad affrontare le conseguenze dei fatti imprevedibili.
Esempio dei terremoti: ci sono due modi di occuparsene, prima è quella neoclassica che dico il terremoto non esiste perché è un evento troppo raro, due è che cerco di prevedere il terremoto quindi metto sonde e tutto, terzo è rinuncio di prevedere e mi focalizzo sulla prevenzione o su effetti che minimizzino l’effetto del terremoto ad esempio faccio costruzioni così forte da resistere a certe soglie di terremoto, forse questo è quello che dovrebbero fare gli economisti cioè smetterla di cercare di prevedere i fenomeni, ma intraprendere azioni che possano disinnescare alcune delle granate.
C’è chi dice che ci sono principi e sono noti quindi conosco il funzionamento e sulla base di questi faccio previsioni.
L’altro approccio è quello di dire che il mondo è inconoscibile, ci sono delle leggi ma sono così nascoste nelle cose che non posso dire che cosa ha portato a quegli eventi.
La terza è non esistono leggi, né nascoste, né evidenti e il mondo è soggetto ad una enorme quantità di caso.
La spiegazione due e tre sono due impostazioni molto diverse ma nell’ambito dell’analisi economica sono molto simili perché devo rinunciare a fare regole e devo rinunciare a fare previsioni.
Questa casualità, incertezza le possiamo identificare come l’inconoscibile sconosciuto in inglese. Per fare un parallelo con Minsky ci sono delle somiglianze ma secondo lui ci sono varie cose: ci sono momenti in cui il soggetto rischia molto e momenti in cui si rischia poco.
Quindi i meccanismi decisionali sono variabili nel tempo, anche se non si conosce esattamente però c’è una certa prevedibilità. È un pochino più prevedibile ma ha grandi variabilità.
Allora secondo Minsky pongo un freno alla instabilità ponendo delle regole: quando ci sono le premesse perché ci sia un boom del credito allora metto regole, do limiti quantitativi all’espansione del credito, cioè metto dei granelli nel sistema; secondo altri invece questi sono sforzi inutili cioè il sistema economico è troppo imprevedibile, è troppo furbo per essere irrigidito artificialmente, se cerco di irrigidire con delle regole allora creo delle risposte che tendono ad aggirare la normativa, nascono decisori finanziari alternativi come lo scado banking system.
È una lotto contro i mulini a vento, rischia di creare ancora più casino nel sistema. Allora cosa posso fare? Posso in una crisi sospendere gli attivi di bilancio a mercato, l’attivo vale meno di quando lo hai fatto allora ti dico chiudiamo gli occhi, sospendiamo la valutazione, ma ho risolto la situazione?
No, forse non sono abituato a vendere i prodotti, se il mercato pensa che quella cosa vale il 70% del valore nominale ma se il mercato continua a pensare che vale poco allora non ho risolto nulla. Posso creare sistemi di protezione diversi, posso non avere operatori grossi, se ho 3 operatori allora non posso avere un sistema in cui uno di questi 3 fallisce.
Se invece ho 200 piccoli operatori, tutti gli anni ne falliscono 4 allora non cerco di creare sistemi troppo invasivi. Posso quindi ipotizzare un sistema in cui c’è molta interconnessione, posso creare un sistema in cui gli operatori non usano più una valutazione al costo ma tutto a mercato così gli operatori sanno che hanno una grande volatilità del loro attivo così pongono meccanismi in cui la volatilità dei prezzi è forse limitata.
Quindi Minsky vede l’intervento pubblico, mentre Taleb dice che è difficile irrigidire qualcosa che non vuole essere irrigidito e la cosa migliore è avere operatori più volatili, più piccoli e diversificati anche a livello di strategia.