La regolamentazione del mercato
Il benessere è quello di Pareto. Se il mercato non funziona serve una regolamentazione economica.
Esternalità positiva: negli anni ’80 nasce il fax e iniziano a venderlo. L’utilità cresce all’aumentare della diffusione, questa utilità maggiore non viene pagata.
Tutti questi processi di studi economici e poi il fatto dello sviluppo tecnologico che ha posto lo svilupparsi di monopoli naturali. La regolamentazione economica si attua attraverso la formazione delle autorità di regolamentazione.
Le autorità hanno potere legislativo, esecutivo e giudiziario ma non sono elette! Permea molto di più sull’economia una legge dell’authority piuttosto che un investimento dello stato.
La regolamentazione economica supplisce al fallimento del mercato quindi ragiona sui prezzi e sulla qualità. Decidendo il prezzo di un servizio si sta ragionando sull’allocazione degli investimenti. La qualità è la capacità di corrispondere un servizio coerente con le aspettative del mercato, non impone solo che il tasso di guasto di una rete sia tot, o che il servizio clienti sia tot esteso.
Ma anche deve coprire una certa percentuale del territorio, oppure non regolarla per aumentare la concorrenza.
Posizione dominante significa avere una quota di mercato significativa, vuol dire anche essere una posizione di controllo dell’offerta. Se Telecom può permettersi di vendere alice a 10 euro al mese allora non consente di venderlo a quel prezzo (dumping significa vendere sottocosto), io posso farlo perché ho talmente tanti clienti che ho comunque ricavi anche se il margine è bassissimo, anche se quella quota di mercato è stata raggiunta correttamente.
Si vuole assicurare che anche gli altri gestori possano proporre quell’offerta quindi gli alzano il prezzo.
Universalità cioè tutti hanno diritto ad avere il servizio telefonico anche la vecchietta in cima al monte rashmor. Occorre poi stabilire chi paga la differenza tra costo e ricavo che non sarà mai ripagato, e poi che cosa è questo servizio universale cioè occorre dare l’accesso a larga banda, basta un gsm.
In Italia la scelta di passare da monopolio a concorrenza è stato basato su un processo di facility based cioè non è stato spinto sulla concorrenza sulle reti ma sui servizi.
Negli anni 80 il primo a fare liberalizzazioni è stato Inghilterra e hanno scelto di dire i servizi fateli come volete ma anche la possibilità di duplicare le reti.
Regolare gli aspetti tecnici: parlare di qual è lo standard di comunicazione.
LTE: è una evoluzione dell’H3G, stabilire quale standard deve essere utilizzato è importante perché scegliere un elemento di standard determina il costo e quindi chi far partecipare alla concorrenza. Quindi determina allargamento o restringimento del mercato.
Settore in monopolio, viene messo in discussione da studi economici e dagli aspetti tecnici da monopolio a concorrenza si passa da gestore unico che ha possibilità di gestire il servizio dato dallo stato a mercato.
Questo passaggio necessita della regolamentazione economica che è gestita da autorità che hanno grande potere e tre poteri ma non sono elettive e sono indipendenti, si devono occupare di aspetti tecnici, economici giuridici (si occupano del passaggio da tariffa a prezzi, di qualità del servizio anche come tipo di servizio offerto, di servizio universale tutto per facilitare la concorrenza sui servizi).
I prezzi iniziano ad essere un concetto vecchio perché siamo abituati a credere che delle cose siano gratis invece non lo sono.
La regolamentazione economica nasce dal fallimento del mercato, cioè si verificano delle condizioni per cui non c’è una allocazione Pareto efficiente delle risorse.
Il mondo delle telecomunicazioni chi regola il mercato delle telecomunicazioni?
L’antitrust, l’agcom e il garante privacy (regola il settore dell’ICT, le info di utilizzo della rete sono informazioni che hanno un impatto sulla privacy significativa).
La regolamentazione economica io ho un mercato che è in monopolio e cerco di portarlo verso il mercato concorrente.
Il regolatore gestore era lo stato, poi siamo passati ad un mercato in cui c’è un regolatore e un gestore, poi si crea la concorrenza e serve un soggetto che è l’antitrust e serve a mantenere la concorrenza.
Obiettivi: gestire le risorse scarse che sono l’etere e i numeri telefonici. Lo spettro di frequenza è quello, è dato.
Qualche cenno alla dinamica dei prezzi: oltre al prezzo che paghiamo noi, c’è il prezzo di terminazione delle chiamate (se la chiamata parte da A e arriva a B che hanno due operatori diversi allora Fastweb chiama Telecom allora chi chiama deve pagare una tariffa di terminazione.
Tariffe/prezzi (cenni): una volta funzionava che c’era un tasso di ritorno degli investimenti.
Se fisso un ritorno equo dell’investimento cioè devo costruire mezza rete telefonica, facciamo che è un valore equo, e poi cercano di aumentare o abbassare le tariffe.
Ci sono anche problemi forti legati a questa situazione: disincentivo all’efficienza cioè si ragiona solo sui ricavi e non sui costi.
Si è passati ad un concetto di price cap: ancora oggi funziona questo. Si prende un paniere di beni afferenti al mercato (traffico fonia e traffico wap).
Il totale deve risultare così, poi i singoli servizi può mettere il prezzo che vuole. Quella formula può essere negativa.
Valutazione dell’azione del regolatore: il fatto che Telecom tenga sul fisso il 70%.
La vigilanza ha assunto una rilevanza sempre maggiore. Vedremo gli obiettivi della regolamentazione, gli strumenti cioè come regolamentare, come si è evoluto il sistema di vigilanza (da strutturale a prudenziale).
L’evoluzione istituzionale di BANKITALIA. Fa anche incassi e pagamenti da parte dello stato.
Nel ‘26 gli si conferisce il diritto esclusivo di stampare moneta, e iniziano i compiti di vigilanza.
Nel ‘36: ha la vigilanza e la conferisce all’ispettorato.
Dopo la guerra le sue funzioni rimangono invariate fino agli anni 90.
Rilevante è che la partecipazione al SEBC determina il passaggio dei poteri decisori dal livello nazionale a quello sovranazionale riguardo la PM.
La BCE ha come obiettivo quello di garantire la stabilità dei prezzi, non come la Fed che guarda con altro occhio alla crescita.
Le BCN conservano la propria soggettività, cioè la BANKITALIA faceva la PM e ora non ha più niente da fare? No, fa molte altre cose e queste cose le fa con norme italiane.
I core principles sono principi di minima che devono essere rispettati da tutti i paesi che aderiscono a Basilea.
Il principio dell’indipendenza resta comunque un principio fondamentale.
La governance: c’è un governatore, il direttorio è formato da quei soggetti. Il governatore è responsabile di alcune competenze che gli vengono attribuite.
Fino a pochi anni fa il governatore da solo (con l’assistenza del lavoro dei vari servizi in cui è articolata la BI) poteva prendere alcune decisioni. Ora fa tutto capo all’organo collegiale.
La collegialità accomuna la BI alla ISVAP, ANTRUST, fondo vigilanza su fondi pensione, vigilanza sulla borsa.
La BI ha tre dimensioni.