Le altre potenze mondiali
Stati Uniti
Quando gli acquisti sono sopra 50 vuol dire che i livelli di produzione saranno più alti di quelli del periodo precedente.
Queste preoccupazioni che riguardano l’area euro non riguardano solo l’area euro perché comprerà meno beni americani oppure se le banche americane hanno titoli pubblici italiani anche la banca americana va in difficoltà.
Giappone
Andando male il resto del mondo allora se esportazioni vanno male e il rialzo dello yen riduce la competitività dei beni giapponesi.
La seconda parte della nota sono gi eventi attesi più rilevanti per la settimana successiva.
Dice i due o tre eventi che potrebbero modificare le cose con la considerazione che ci sono delle aspettative su come quegli eventi si determineranno.
Un evento molto atteso era la riunione della BCE e c’era la previsione che assumesse un atteggiamento più espansivo o abbassando i tassi o comprando titoli pubblici.
Ci sono degli eventi per cui ci sono certe aspettative su questo evento. Allora l’aspettativa si muove in un certo modo, se poi le aspettative si realizzano in un modo diverso allora si hanno dei movimenti di mercato.
Se gli operatori avessero acquistato titoli pubblici italiani perché Trichet aveva detto che avrebbe comprato e poi non compra allora il prezzo crolla, se invece la previsione si realizza allora non succede nulla perché ci si è già mossi in anticipo.
Per l’11 ottobre è uscito verbale della FED del 21 settembre, varo del nuovo programma di acquisto obbligazioni non con nuova moneta ma con obbligazioni che scadevano. Ha detto che non voleva più emettere moneta per paura dell’inflazione allora emette a breve scadenza e sottoscrive obbligazioni a lunga scadenza. Il 14 ottobre usciranno i dati sulla vendita in dettaglio negli stati uniti, i più ottimisti dicono che comunque i consumi tirano sempre anche nei momenti più difficili negli USA.
I crolli azionari deprimono anche i consumi, i consumi negli US sono molto reattivi perché molti fondi pensione sono investiti in azione e anche perché l’investimento azionario è molto diffuso in USA.
Da un’idea di un investitore piccolo privato. Chi ha investito in azioni europee ha perso l’8% ogni anno. Mentre chi ha investito cinque anni fa in obbligazioni si è trovato bene. Questi numeri vanno interpretati tenendo conto che le azioni non tengono conto dei dividendi distribuiti quindi il risultato potrebbe essere migliore.
L’andamento così negativo degli indici azionari si connette con la crisi del 2008 che ha impattato su tutto il mondo tranne i paesi emergenti che hanno poche interazioni finanziarie con il mondo occidentale
Le deboli prospettive economiche italiane sono il problema chiave delle banche italiane.
Le banche italiane, come ovvio, impiegano una parte dei loro soldi in titoli italiani.
A questo punto questo fatto è diventato un problema perché sul debito italiano da qualche tempo sono sorti problemi del tipo se sarà rimborsato o meno, è considerato più rischioso per cui si dice che nell’attivo delle banche ci sono dei titoli a rischio di non essere pagati e quindi sono più fragili.
Uno degli elementi di valutazione della solidità di una banca è il core tyler che è un indice del capitale proprio della banca, le azioni ci entrano a tutto titolo, le obbligazioni convertibili in azioni è una cosa ibrida per cui pesa un totale. Avere titoli di stato è sempre stato un indice di solidità, per cui anche se una banca aveva poco capitale se aveva tanti titoli di stato allora era ritenuta comunque solida.
Lo stato pagherà i debiti o meno anche in funzione dell’economia del paese, se il paese cresce lo stato preleva più tasse con cui pagherà i debiti, inoltre pagherà meno di sussidiarietà ai poveri, alla disoccupazione eccetera.
Più cresce l’economia privata quindi e più cresce la sicurezza del debito pubblico perché ha dei posti dove reperire risorse o spendere meno.
Siccome poi una parte rilevante delle banche italiane è fatto in titoli di stato italiano allora la banca diventa solida. Quindi una banca italiana se l’economia italiana va bene si avvantaggia sia perché il suo giro d’affari va meglio (le imprese richiedono più prestiti buoni perché fanno investimenti e anche perché) sia perché i titoli di stato che le banche possiedono sono più solidi quindi meno a rischio.