I pubblici servizi e le amministrazioni pubbliche
- Cosa s’intende per servizio pubblico?
- Quali sono i bisogni tradizionalmente considerati pubblici?
- Come e perché un bisogno diventa pubblico?
- Con quali modalità le AP soddisfano i bisogni pubblici?
- Quando un bisogno è pubblico?
- Quali servizi e beni producono le AP?
Tradizionalmente sono bisogni pubblici.
- Quelli a cui lo stato deve istituzionalmente provvedere e che si ritengono non delegabili (in realtà ci sono casi in cui tali servizi possono essere delegabili, tipo chiamo un esercito di ventura con cui difendo il territorio. Lo stato potrebbe delegare anche al giustizia ma sarebbe pericoloso. Quindi è difesa, ordine pubblico, magistratura quindi questo implica assumere persone e farle svolgere servizio e in modo che il servizio soddisfi la collettività).
Quelli collettivi fondamentali, cioè di:
- Mobilità (i trasporti di solito sono soddisfatti da AP);
- Comunicazione (telefonia, di solito se ne occupa una AP direttamente o indirettamente sovrintendendo affinché il servizio sia reso in modo equo);
- Potenza;
- Calore;
- Luce;
- Acqua, igiene, sanità
Questi sono bisogni pubblici di primario interesse per la collettività (in quasi tutti i paesi questi bisogni sono gestiti da AP).
La scelta di quali di questi bisogni debbano essere bisogni pubblici è una scelta politica che dipende dai (più il governo è di sinistra più ci sono bisogni pubblici, più di destra più tende a lasciare tutto al libero mercato e soddisfare meno bisogni pubblici, l’altra variabile molto importante è lo stato di sviluppo economico di un paese, se è povero per decollare ha bisogno di intervento pubblici, più la popolazione ha tenore di vita buono più uno stato si può ritirare.
Lo sviluppo economico in Italia c’è stato grazie all’intervento pubblico: diversi periodi storici, dal contesto sociale ed economico del paese e sfocia in un’attività legislativa (la decisione se un bisogno deve essere pubblico o meno è decisa in base ad una legge che dice da questo momento questo bisogno diventa pubblico o non è più pubblico), cioè in forza di una legge che un bisogno diventa pubblico e pertanto:
- Certi beni economici (servizi e/o beni materiali) sono riconosciuti di pubblica utilità;
- Se ne assicura la realizzazione (lo stato dice quel bene è importante e ci penso io);
- Se ne assicura il controllo in modo da garantire a tutti la soddisfazione del bisogno.
La qualificazione di un certo bene economico come “pubblico” è oggetto a valutazione circa:
- Il tipo di bene economico;
- Le condizioni in cui viene ad essere gestito (ad esempio: in monopolio oppure in concorrenza con il settore privato esempio degli asili);
- L’opportunità politica ad intervenire.
I bisogni pubblici sono un “insieme aperto” (dipende dal territorio, dall’orientamento politico eccetera quindi varia) se c’è un bisogno pubblico c’è a monte un servizio o un bene materiale che da quel momento è un bene pubblico perché serve a soddisfare un bisogno pubblico.
Il bisogno pubblico di solito è soddisfatto con un servizio pubblico (infatti si dice che le AP sono equiparabili a imprese che producono servizi).
Il servizio pubblico può essere a domanda collettiva o a domanda individuale.
Quindi produce servizi pubblici ed eccezionalmente anche beni materiali (Italsider, Alfa Romeo, pelati Cirio, ora questo orientamento non c’è, produce prevalentemente servizi e non beni). A domanda collettiva: non è ciascuno di noi che li chiede ma è la collettività che lo richiede (giustizia).
Invece il servizio pubblico è richiesto in modo individuale. Se il servizio è a domanda collettiva allora io non posso chiedere niente di più, si paga tramite le imposte. Se a domanda individuale allora lo individuo quando mi chiede il servizio e quindi posso chiedergli dei soldi ad esempio biglietto dell’autobus, ticket per analisi del sangue, tasse scolastiche.
Mentre per la giustizia, la difesa non ci chiedono niente. Quelli a domanda collettiva tendenzialmente sono soddisfatte da amministrazioni pubbliche.
Quelli a domanda individuale allora l’amministrazione pubblica può decidere di produrre lei il servizio oppure limitarsi a controllare che chi lo produce lo faccia in modo equo allora si parla di titolarità della funzione sempre ad una AP (ASL: deve sviluppare un servizio di assistenza distrettuale alle persone che vivono in un certo territorio e alcune volte può decidere di non erogare lei il servizio ma il servizio lo prendiamo dal privato che è convenzionato) però non è quindi detto che abbia anche l’esercizio della funzione quindi che può essere esercitato direttamente oppure indirettamente attraverso aziende di propria emanazione oppure attraverso soggetti privati.
Le AP producono ciò che serve ad appagare un bisogno pubblico, se sono servizi a domanda collettiva non dà incarico a nessuno tendenzialmente, se invece il servizio è a domanda individuale allora le cose possono cambiare di molto perché c’è un rapporto diretto tra il cliente e la domanda che il soggetto fa del bisogno quindi quando questa va a chiedere il soddisfacimento del bisogno allora può chiedere dei soldi e questo può essere esasperato tanto da chiedere all’utente un prezzo pari al costo di produzione.
E questo fatto di essere individuale può permettere alla PA di amministrarlo direttamente o indirettamente, ma in ogni caso, essendo un servizio pubblico, controlla.
Tra questi servizi pubblici ricordiamoci che esistono le public utilities che sono servizi considerati essenziali per la collettività e generalmente forniti con collegamento agli utenti tramite l’utilizzo di una rete.
A livello nazionale: energia elettrica, gas, trasporti, telefonia.
A livello locale: trasporto, gas, acqua, fognatura.
Principi per l’erogazione dei servizi pubblici (quando una AP si mette a produrre un servizio o da controllare allora ci sono certi requisiti da controllare, è un segno di civiltà di un paese).
La direttiva del consiglio dei ministri segue i seguenti punti:
- Eguaglianza;
- Imparzialità (non può esserci una indiscriminata applicazione, deve erogarlo nei confronti di tutti i cittadini allo stesso modo);
- Continuità;
- Diritto di scelta;
- Partecipazione (ha diritto a valutare il servizio, ad esprimere dei giudizi sul servizio che riceve);
- Efficienza ed efficacia.
La tutela dei fruitori dei servizi (i fruitori devono essere tutelati):
- Procedure di reclamo (prevede ufficio interno di controllo che valuta i risultati conseguiti);
- Comitato permanente per l’attuazione della carta dei servizi pubblici;
- Sanzioni per mancata osservanza della direttiva.
Servizi pubblici e modelli di Stato
Quando in un paese sono prodotti solo servizi inderogabili si parla di stato dei diritti formali.
Quando invece si passa a più servizi fondamentali e sociale ed interventi diretti nell’economia (beni) allora si parla di stato sociale – stato imprenditore (c’è la massima diffusione di servizi pubblici in un paese).
Quando tutta l’attenzione in un paese è rivolta a produzione servizi e efficacia ed efficienza allora si parla di stato dei servizi. Vi può essere il caso di servizi delegati a terzi e lui fa solo il regolatore del sistema sociale allora si parla di stato regolatore (servono gran buone authorities che facciano buoni controlli).
Oppure infine può produrre solo servizi a domanda collettiva e poi fa indirizzo e controllo di unità produttive a sostegno dell’economia e che si chiama stato relazionale.