Il soggetto economico d’impresa
Per soggetto economico di impresa s’intende la persona o le persone che hanno il supremo potere di comando nell’azienda ed in virtù di questo potere si adoperano per realizzare i fini istituzionali della stessa azienda. Per la realizzazione di questi fini il soggetto economico svolge una complessa attività, che è nel contempo creativa – intellettuale ed attuativa – professionale. Prima di parlare di tali fattispecie di attività, è doveroso mettere in evidenza che, in linea di principio, una precipua caratterizzazione dell’imprenditore e, quindi, anche del soggetto economico, è l’assunzione del rischio d’impresa, ossia l’eventualità del fallimento della stessa impresa e del suo disegno strategico, e quindi la perdita dei capitali in essa investiti, con pesanti conseguenze sul piano etico, morale oltre che professionale, in primis per lo stesso imprenditore nonché, anche, per la comunità dei lavoratori della medesima impresa.
L’assunzione del rischio d’impresa rappresenta una delle più potenti spinte all’attività imprenditoriale, da costituirne quasi la sua sublimazione. Afferma al riguardo G. Bruni: “L’incertezza e l’aspettativa, parafrasando una suggestiva espressione letteraria, sono le gioie proprie della vita dell’impresa, quelle che rendono stimolante e affascinante l’avventura imprenditoriale”.
Tutto ciò premesso, torniamo ora alla complessa attività creativa – intellettuale ed attuativa – professionale del soggetto economico d’impresa. L’attività creativa consiste nella scelta dei fini istituzionali dell’azienda e nella definizione delle strategie relative, ossia, per dirla con un’espressione ricorrente, nel concepimento della business idea. L’attività, invece, più spiccatamente attuativa è quella diretta a realizzare il progetto strategico definito e richiede una solida preparazione culturale, arricchita da esperienze tecno – amministrative, appannaggio, in linea di principio, dei manager adibiti alle varie aree funzionali ed operative d’impresa.
Questa complessa attività creativa e professionale va a definire quella che viene, anche, denominata la funzione imprenditoriale del soggetto economico d’impresa. Nelle varie realtà aziendali che è dato osservare, la funzione imprenditoriale è svolta da vari soggetti, a volte singolarmente, altre volte da più soggetti. Si può dire, in via generale, che man a mano che cresce la dimensione d’impresa e la dispersione del capitale sociale, la funzione imprenditoriale passa dall’azionista di riferimento (modello imprenditoriale) alla coalizione dei manager di 1° livello e/o delle varie aree funzionali di 2° livello, i quali agiscono o insieme alla proprietà (modello imprenditoriale – manageriale) o isolatamente (modello manageriale).
Più in particolare, vi sono aziende in cui i portatori del capitale di rischio posseggono tutte le qualità creative e professionali richieste dall’assolvimento della funzione imprenditoriale, per cui essi rappresentano il soggetto economico delle stesse aziende. Si tratta del modello imprenditoriale riscontrabile nelle aziende individuali e nelle società di persone, nonché nelle società di capitali a ristretta base societaria e non quotate. Esistono, inoltre, altre realtà aziendali nelle quali i portatori del capitale di rischio dispongono delle qualità creative ma non di quelle professionali richieste per l’assolvimento della funzione imprenditoriale; in queste realtà, pertanto, il soggetto economico può dirsi rappresentato dai portatori del capitale di rischio nonché dai manager delle varie aree funzionali.
Si tratta del modello imprenditoriale – manageriale – con prevalenza comunque del peso degli azionisti di riferimento – riscontrabile, tra l’altro, nella realtà aziendale delle società quotate del nostro Paese. All’assolvimento della funzione imprenditoriale, i portatori del capitale di rischio contribuiscono con l’assegnazione, all’impresa, dei suoi fini istituzionali e con le facoltà creative dell’innovazione, mentre i manager apportano, a quella funzione, la loro competenza professionale, la capacità di analisi nonché quella di attuazione dei piani e dei programmi predisposti dai primi con il concorso dei secondi. Si dice, anche, che i portatori del capitale di rischio – che rappresentano «l’anima politica» del soggetto economico – apportano un contributo di imprenditorialità, mentre i manager – che rappresentano «l’anima tecnica» di quel soggetto – forniscono un contributo di managerialità; imprenditorialità e managerialità intese come qualità del soggetto economico da considerare, pertanto, come organo collegiale.
Si osservano, infine, unità economiche nelle quali la proprietà azionaria è così frazionata da rendere molto difficile, ed in alcuni casi impossibile, l’individuazione di un organo volitivo stabile; in queste unità, di conseguenza, il soggetto economico e le relative funzioni sono espressione della coalizione dei dirigenti che rappresentano il “top-management”. Si tratta del modello manageriale tipico delle grandi imprese – come le public companies inglesi e le public corporation americane – nelle quali, il capitale è così frazionato da rendere alquanto problematica, l’individuazione di un organo volitivo stabile; in dette realtà, pertanto, il gruppo che rappresenta la coalizione dei manager finisce, così, per dominare l’impresa, surrogandosi al capitale di rischio anche per quell’attività creativa, espressa compiutamente, di norma, dai portatori del capitale di rischio. In tali realtà, pertanto, la coalizione dei manager che forma il top management assolve la funzione imprenditoriale a tutto tondo, e svolge, quindi, sia l’attività più spiccatamente professionale loro tipica, sia l’attività più propriamente creativa, di solito espressione del capitale di rischio.
Si ritiene, che questo modello abbia, però, portato negli U.S.A., negli anni novanta, ad una crisi di creatività imprenditoriale – espressione naturale del capitale di rischio – nonché, anche, delle scuole di management dello stesso Paese, tese a porre l’accento sugli aspetti professionali dei dirigenti, trascurando, per converso, i valori più spiccatamente imprenditoriali, come quelli relativi alla creatività ed alla innovazione. Di conseguenza una minore competitività del sistema economico americano rispetto, soprattutto, a quello del Sol Levante. Per altri aspetti, si verifica, in questa ipotesi, quel fenomeno, già osservato negli U.S.A. sin dagli anni ’30 per le cosiddette imprese mature, di dissociazione tra potere di disposizione e facoltà di godimento, per cui il soggetto volitivo di impresa – ossia la componente soggettiva che possiede il capitale di controllo – ha il diritto di godere dei frutti di questo capitale, ossia dei relativi dividendi, ma non il potere di dominio dell’azienda, potere che, di fatto, passa ai dirigenti.
L’azienda vive, pertanto, in queste ipotesi, come organismo produttivo e come comunità sociale, una vita propria indipendente dalle persone che ne controllano il capitale e quindi con un percorso evolutivo che va al di là della durata fisica di queste persone. Si realizza, cioè, totalmente, in queste realtà economiche, la nozione di azienda come istituto economico duraturo, ossia di unità economica oggettiva, che ha un suo processo biologico indipendente da quello dei suoi elementi primi, tra cui, appunto, i portatori del capitale di controllo.
A conclusione dell’argomento sul soggetto economico d’impresa, vogliamo mettere in evidenza che il mix di elementi da cui promana il soggetto economico nella grande impresa nonché nei grandi gruppi di società, comprende non solo i portatori del capitale di rischio ed il management ma, pure, le forze politiche e sociali, e cioè gli organi presenti nello spazio economico in cui queste unità economiche svolgono la propria attività. Le forze politiche e sociali definiscono il quadro istituzionale esterno nel cui rispetto devono operare le unità economiche; ecco, pertanto, la necessità che l’azione imprenditoriale espressa dai portatori del capitale di rischio e dal management, si svolga con il favore di quelle forze in modo che le stesse non rappresentino un rilevante ostacolo alla vita ed allo sviluppo dell’impresa.