La struttura semplice e multivisionale di line and staff
La struttura semplice
Se dal modello multifunzionale di line and staff, togliamo le funzioni di staff, si ottiene la struttura organizzativa semplice, che storicamente rappresenta, come si può facilmente intendere, la prima forma di organizzazione ed oggigiorno la struttura tipica della piccola impresa. In questa struttura, tra l’altro, non vi sono manager di 1° livello e la distinzione tra organi di primo livello (rappresentati, di solito, dai proprietari d’impresa) e organi di secondo livello (i cosiddetti direttori di funzione) è molto attenuata, rispetto al modello di line and staff, in quanto gli organi massimi d’impresa che svolgono sempre la funzione creativa, esercitano anche le (poche) funzioni specifiche in cui risulta articolata la data azienda. Per questo aspetto, si tratta, pertanto, di una struttura piuttosto piatta, nella parte alta della stessa struttura, in quanto, ripetiamo, il vertice strategico e la linea intermedia tendono a confondersi. Nulla di diverso, invece, nel cosiddetto nucleo operativo che, come per l’organizzazione di line and staff, dipende dai dirigenti (proprietari) di 2° livello.
La struttura multidivisionale
Passiamo, ora, a contrassegnare, sia pure nei tratti fondamentali, l’organizzazione multidivisionale, o, semplicemente, divisionale che trova il suo fondamento non tanto nelle funzioni specifiche della data azienda – come accade, invece, nel modello multifunzionale – quanto nei suoi prodotti e/o anche nei suoi mercati di riferimento. All’interno, poi, delle divisioni trovano collocazione le funzioni specifiche relative alla produzione e/o commercializzazione dei vari prodotti/mercati cui fanno capo le stesse divisioni. Questo modello di organizzazione corrisponde, grosso modo, a tante organizzazioni funzionali quante sono le divisioni in cui è articolata la data azienda.
Sul piano imprenditoriale – manageriale, mentre nell’organizzazione multifunzionale vi è una figura di imprenditore assistito da manager di 2° livello (i cosiddetti manager funzionali) nel modello, invece, dell’organizzazione multidivisionale l’imprenditore è assistito da manager di 1° livello alla testa delle divisioni, dai quali poi dipendono i manager funzionali di 2° livello di ciascuna divisione. I capi divisione, in sostanza, hanno caratteristiche comuni all’imprenditore dell’organizzazione multifunzionale in senso stretto, in quanto hanno il compito di coordinare le varie funzioni in cui è articolata la data divisione, così come l’imprenditore dell’organizzazione multifunzionale compie scelte strategiche e coordina le funzioni della data azienda.
Considerate queste caratteristiche, si può anche dire che l’organizzazione multidivisionale corrisponde a tante organizzazioni funzionali quante sono le divisioni in cui è articolata la data azienda. A loro volta i capi divisione prendono direttive dagli organi superiori (consiglio di amministrazione, comitato esecutivo) che sovraintendono alle seguenti funzioni:
- scelte strategiche (aree del campo di attività o scelte di ASA, Aree Strategiche di Affari) per le varie divisioni;
- attribuzione, alle varie divisioni, dei mezzi economici (in termini di capitali e risorse umane) ritenuti necessari per il raggiungimento delle finalità assegnate alle stesse divisioni;
- controllo dei risultati conseguiti dai capi divisione.
E’, senza dubbio, un modello di organizzazione più lineare e aderente alle grandi imprese multibusiness, che hanno trovato in tale modello organizzativo lo strumento necessario per attuare il loro disegno strategico. Ci riferiamo, in altre parole, alle grandi e grandissime imprese multibusiness del primo dopoguerra, che a causa delle dimensioni sempre più rilevanti, sia in termini di prodotti, che di territori, sono andate in crisi con il modello multifunzionale originario ed hanno ripreso il cammino della sopravvivenza e dello sviluppo appunto con il modello multidivisionale; tale modello ebbe le sue prime applicazioni in aziende industriali negli anni ’20-’30 e si affermò dopo la seconda guerra mondiale. In realtà, il nuovo modello organizzativo fece le sue prime apparizioni, nel settore ferroviario, all’epoca (dal 1880 in poi) della costruzione delle grandi linee ferroviarie degli Stati Uniti, le quali proprio a causa della loro estensione furono organizzate in divisioni, relative alle tratte più importanti che componevano l’intera linea.
Dal settore ferroviario, poi, il modello multidivisionale si affermò agli altri settori, a motivo della diversificazione tecnica, o della espansione territoriale delle grandi aziende del primo dopoguerra. Invero, dopo il 1920, a causa dei progressi della tecnica e delle fonti di energia, queste aziende avevano moltiplicato a dismisura il numero dei prodotti offerti e ciò aveva portato, ovviamente, ad un notevole appesantimento delle funzioni di line, le quali dovevano sopperire alle necessità specifiche richieste dai numerosi prodotti offerti dalla stessa azienda, non avendone spesso le competenze. Per esempio, la funzione acquisti, che prima doveva coprire le necessità relative a pochi prodotti, ora ha a che fare con un fabbisogno connesso a 20/25 prodotti.
D’altra parte, l’appesantimento delle funzioni di line aveva anche portato a notevoli difficoltà di coordinamento delle stesse funzioni. Per questi motivi, si passò dal modello multifunzionale in crisi, al modello multidivisionale, in cui ogni divisione – che si occupava di pochi prodotti omogenei – aveva le sue specifiche funzioni di line. Quanto ai tempi per passare dal modello funzionale o dipartimentale, al modello divisionale, mentre alcune aziende adottarono il nuovo modello in tempi molto brevi (circa 2 anni) e quindi in maniera a dir poco rivoluzionaria per quei tempi (come nel caso della Du Pont, del settore chimico, che si avvalse, al riguardo, di dirigenti provenienti proprio dal settore ferroviario, dove, come già riferito, il nuovo modello aveva ricevuto le sue prime applicazioni), per altre aziende il passaggio è più lento (circa 7-8 anni) come nel caso della General Motor, che completò la riorganizzazione intorno al 1930 (allorquando era anche partecipata da alcuni azionisti della Du Pont, che portarono, quindi, alla General Motor, le loro nuove esperienze organizzative), e, per altre ancora, fu lentissimo, come nel caso della Standard Oil Company, che adottò il nuovo modello solo in prossimità della seconda guerra mondiale.
Il differente lasso di tempo investito per l’adozione del nuovo modello organizzativo, è dovuto al fatto che mentre in alcune aziende lo studio dell’organizzazione fu affidato a tecnici molto preparati che pensavano solamente in termini organizzativi, come, per esempio, alla Du Pont, e, come anche, sia pure in misura minore, alla General Motor, in altre, invece, la componente organizzativa venne molto trascurata, con la conseguenza che gli azionisti ed il management dell’epoca confusero i problemi di organizzazione con quelli di natura produttiva, a cui attribuivano, erroneamente, la causa dei risultati negativi di tali aziende. Dopo, comunque, la seconda guerra mondiale, il modello multidivisionale diviene lo schema organizzativo più ricorrente dell’impresa multibusiness diversificata per prodotti e/o per territori.