La crescita industriale e urbana
All’inizio del ventesimo secolo i principali centri geografici dell’industrializzazione erano due l’Europa nord occidentale e gli Stati Uniti nord orientali (Londra e NY). Il Regno Unito continuava a essere lo stato europeo più ricco. Gli Stati Uniti nel 1913 avevano un prodotto nazionale lordo pro capite 5 volte superiore alla media europea e del 25 per cento più alto di quello britannico. La crescita demografica concorse ad aiutare lo sviluppo. Il fattore determinante fu la diminuzione della mortalità infantile. La Francia aveva avuto dopo il 1860 un tasso di crescita estremamente basso inoltre il 10 per cento della popolazione lasciò il vecchio mondo per il nuovo. Fu così che l’alto tasso di crescita dell’Italia si tradusse in un tasso di crescita demografica modesto.
L’emigrazione comportava un movimento dalle campagne alle città. La percentuale di addetti al settore agricolo crollò dopo il 1890 nei paesi europei industrializzati soprattutto per effetto di due sviluppi: la crescita economica e l’emigrazione internazionale. La Gran Bretagna, il primo paese industriale, si trovò di fronte a un problema di scarsità di manodopera: aveva industrie manifatturiere e mercati interni con una bassa capacità di consumo. Si sentiva sempre più la necessità di una forza lavoro addestrata. L’istruzione secondaria in cui la Germania stava finendo un ruolo di capo fila era ancora una novità. In molti rami dell’industria britannica prevaleva un’enfasi sulle abilità manuali che cominciava a rivelarsi superata alle soglie del 1900.
Maggiori investimenti in beni strumentali e in risorse specifiche quali macchine e impianti producevano una sola varietà di prodotti. I paesi industriali seguivano una medesima alternanza di espansione e depressione nel commercio e negli investimenti. In tutti i paesi europei la crescita degli investimenti fu più rapida di quella demografica. L’unica eccezione dovuta alla presenza a investire oltremare piuttosto che sul territorio nazionale e al rallentamento della crescita dell’economia nazionale del periodo edoardiano fu il Regno Unito. I flussi internazionali di risparmi andavano a finanziare la formazione del capitale dei paesi riceventi. Germania e usa si distinguevano del Regno Unito caratterizzato da una crescita stentata e un basso livello di investimento interno.
La crescita economica era favorita dai rendimenti di scala crescenti dalla maggiore efficienza nella locazione delle risorse col passaggio da impieghi a bassa produttività a impieghi ad alta produttività. La ripresa dopo il 1890 è stata sovente definita una seconda rivoluzione industriale frutto di una nuova ondata di innovazioni tra cui l’elettricità e il motore a combustione interna. Queste innovazioni ebbero bisogno di acciaio e standardizzazione. Allo stesso tempo si faceva più largo uso di tecnologie mature quali il vapore soprattutto in Gran Bretagna Germania e Stati Uniti che disponevano di carbone.
L’espansione tedesca avvenne grazie sia alle vecchie sia alle nuove tecniche. In Francia la prima rivoluzione industriale in realtà non c’era mai stata e la crescita moderna cominciò solo con la seconda. Il carattere distintivo di questa seconda rivoluzione fu l’alleanza tra scienza e tecnologia soprattutto grazie all’utilizzo dell’elettricità, particolarmente vantaggiosa per quelle economie come la Francia la svizzera e Italia che non disponevano di carbone. Il costo dell’energia prodotta dal carbone era talmente elevato che le innovazioni furono realizzate attraverso lo sviluppo dell’energia idroelettrica accoppiata alla trasmissione della corrente su lunghe distanze.
La produzione e il consumo di elettricità richiedevano l’acciaio e la fabbricazione di congegni di precisione intercambiabili quali il cuscinetto a sfera inventato nel 1877 da William Brown che viene impiegato in quasi tutti i beni di consumo durevoli come la macchina per cucire, il tornio, la torretta, la fresatrice universale, la fabbrica biciclette e i motori per automobili. L’industria meccanica era accomunata a quella metallurgica dall’interesse per il contenimento dei costi attraverso una migliore organizzazione del lavoro e una migliore disposizione degli impianti.
L’organizzazione scientifica considerava il lavoratore una macchina animata e raggiunse il suo massimo sviluppo nella fabbrica della Ford. Per far fronte alla alta domanda di modelli T dopo il 1910 si utilizzò la catena di montaggio mobile e il tempo per produrre un’auto scese da 12 ore a un’ora e mezza. I nuovi prodotti che erano rivolti al mercato di massa e le grosse quantità abbattevano i costi unitari di produzione. I salari tendevano a salire per effetto della richiesta di manodopera e della sindacalizzazione.
Vi fu la caduta dei prezzi dei prodotti alimentari in America Gran Bretagna e Danimarca che non ricorsero ad una politica di protezione dalle importazioni. I prezzi dei generi alimentari scesero per effetto della crescita dell’offerta e del crollo dei costi di trasporto. Ciò nonostante in Gran Bretagna verso la metà dell’ultimo decennio del 1800 un terzo della classe operaia viveva ancora al di sotto della soglia di povertà. Lo sviluppo delle reti di trasporto e la refrigerazione permisero in America e in Gran Bretagna l’affermazione di catene di negozi di alimentari. Furono alcune grandi imprese all’ingrosso a introdurre il marchio commerciale e la pubblicità.
La Gran Bretagna iniziò con prodotti coloniali quali il tè (la Lipton venne quotata in borsa a Glasgow) i libri e la cartoleria le calzature gli abiti confezionati l’abbigliamento e le medicine. Le cooperative divennero una caratteristica della regione industriale della Gran Bretagna settentrionale mentre la vendita per corrispondenza venne sviluppata in America. Negli anni 60 del 1800 a Londra e a New York nacquero i moderni grandi magazzini.
Un fatto notevole fu la crescita delle città già di considerevoli dimensioni soprattutto in Germania per motivi eterogenei. L’urbanizzazione russa e la crescita delle megalopoli furono un riflesso dell’industrializzazione nel paese. La sola grande città britannica che conobbe una rapida espansione nello stesso periodo fu Birmingham. Negli Stati Uniti vi fu l’espansione dell’industria meccanica in stati quali Ohio indiana Illinois e Michigan. Alcune città relativamente piccole erano divenute vere e proprie metropoli nel 1910 come ad esempio Los Angeles. A Detroit la crescita fu sostenuta dallo sviluppo dell’industria automobilistica. Chicago era il più importante mercato interno degli Stati Uniti. New York raddoppiò di dimensioni tra il 1890 e il 1910. La principale funzione era quella portuale. Solo la conurbazione londinese la superava per numero di abitanti.
Tra il 1830 e il 1880 il mercato dei sistemi di trasporto era limitato dalla tecnologia e dalle fluttuazioni quotidiane della domanda. La trazione elettrica fu rapidamente adottata negli Stati Uniti. In Europa inizialmente le autorità si rifiutarono di far deturpare i loro centri cittadini da matasse di cavi elettrici. Nel 1914 tuttavia il tram era divenuto comune ma anche col tram le strade rimanevano congestionate e gli urbanisti cominciarono a collocare strade sopra o sotto il livello stradale. A Londra nel 1863 nacque la prima linea metropolitana e a New York fu inaugurata nel 1904. Lo stesso anno furono impiegati a Londra i primi autobus a motore.
Tra il 1880 e il 1890 si erano costituite soprattutto in Germania e negli Stati Uniti posizioni monopolistiche nelle industrie. La crescita della dimensione dell’impresa fu parallela alla graduale scomparsa delle imprese familiari e alla conseguente separazione della proprietà dalla gestione. La concentrazione industriale fu accentuata negli Stati Uniti, in Germania e, in qualche misura, in Gran Bretagna da cartelli trust e holding nell’industria dello zucchero del petrolio del ferro dell’acciaio e da una serie di fusioni. Un altro fenomeno fu l’integrazione verticale cioè l’acquisizione sia di materie prime sia delle ditte stesse. La crescita manifatturiera Americana e tedesca a partire dal 1880 condusse a lo spodestamento della Gran Bretagna. La Germania divenne il suo più serio concorrente in Europa.