Gli swap
Gli swap sono gli unici contratti derivati completamente nuovi. Sia per i contratti forward, sia per i contratti futures, sia per le opzioni troviamo degli antenati che presentano caratteristiche molto simili, cosa che non accade invece per gli swap. Gli swap, come noi li conosciamo, nascono negli anni Ottanta, e il segmento più importante di questa categoria di strumenti derivati è quella degli Interest Rate Swap (IRSwap).
Innanzitutto, è utile vedere la definizione di IRSwap: l’IRSwap è un contratto con cui due parti si accordano per scambiarsi periodicamente flussi di interessi calcolati su un capitale di riferimento, detto capitale nozionale, che di solito non viene scambiato. Questa definizione è però piuttosto astratta; per comprenderla meglio è utile analizzare un esempio numerico, avente ad oggetto lo swap più semplice, definito Fixed-To-Floating Interest Rate Swap, ossia uno Swap in cui una parte paga interessi a tasso fisso e la controparte paga interessi a tasso variabile.
Come prima cosa, andiamo a definire quali sono le variabili oggetto del contratto e ad attribuire loro dei valori numerici a titolo esplicativo:
capitale nozionale = 1mln €
scadenza = 4 anni
frequenza = annuale
interesse fisso = 5%
interesse variabile = Libor1anno
A questo punto non resta che stabilire quale posizione contrattuale assumiamo: dal momento che i flussi annuali sono calcolati usando prima il tasso fisso e poi il tasso variabile, dobbiamo stabilire se riceviamo a tasso fisso e paghiamo a tasso variabile o viceversa. La posizione della controparte del contratto, ovviamente, sarà simmetrica a quella da noi assunta. Per descrivere il tipo di posizione che assumiamo, dobbiamo nuovamente utilizzare la terminologia posizione lunga e posizione corta: tutto ciò che si riceve è definito lungo, mentre tutto ciò che si paga è definito corto. Supponiamo quindi di descrivere un soggetto che riceve (lungo) a tasso fisso e che paga (corto) a tasso variabile.
Ciò che dobbiamo fare a questo punto è descrivere la posizione lunga, la posizione corta e la posizione netta, ossia i flussi di cassa in entrata, i flussi di cassa in uscita e il saldo tra valori in entrata e in uscita ogni anno. La posizione netta è molto utile perché, in realtà, è solo il netto a muoversi da una parte all’altra: ogni anno, una parte dovrebbe pagare il tasso fisso, mentre l’altra parte dovrebbe pagare il tasso variabile, cosa che darebbe vita a due flussi che si muovono in direzione opposta; perciò, per comodità, si muoverà solo il saldo.
Andiamo quindi ad indicare quali sono i flussi di cassa che vengono generati nel nostro esempio. Il tasso fisso sarà sempre il 5% mentre il Libor non è noto a priori: supponiamo perciò di essere al termine del quarto anno, quando siamo ormai a conoscenza di tutti i tassi Libor che si sono manifestati nel periodo.
t POS. LUNGA POS. CORTA POS. NETTA
1 + 5% – Libor 5,3% – 0,3%
2 + 5% – Libor 4,8% + 0,2%
3 + 5% – Libor 5% –
4 + 5% – Libor 4% + 1%
Anche in questo caso si possono delineare posizioni lunghe e corte: chi è lungo tasso fisso e corto tasso variabile perde quando i tassi di interesse salgono e guadagna quando i tassi di interesse scendono; ciò significa che il soggetto è corto sui tassi di interesse, o meglio, sullo specifico tasso di interesse che si muove, nel nostro caso il Libor.
Ora che abbiamo analizzato il funzionamento degli swap dobbiamo capire perché vengono usati. Innanzitutto, poiché possiamo assumere posizioni lunghe o corte sui tassi di interessi, gli swap possono essere utilizzati a scopo speculativo. Nello specifico caso esaminato, il soggetto in questione sarebbe stato un ribassista; la controparte del contratto, però, non deve essere necessariamente rialzista, dal momento che, solitamente, si tratta di un’istituzione finanziaria, la quale, nei nostri confronti, avrà una posizione rialzista, ma, nei confronti di altri clienti, può assumere la posizione opposta.
Inoltre, gli swap possono essere utilizzati con finalità di copertura. In base al tipo di posizione che si vuole coprire, gli swap si distinguono in: asset swap: utilizzati per coprire specifiche operazioni sul fronte dell’attivo; liability swap: utilizzati per coprire specifiche operazioni sul fronte del passivo. Infine, gli swap possono essere utilizzati per: costruire strumenti finanziari con pay-off non tradizionali.